Ezra Pound al Parco della Musica. Dai trovatori all'imagismo

Articolo di: 
Teo Orlando
Ezra Pound

Nel Teatro Studio dell’Auditorium Parco della Musica due serate dedicate ad Ezra Pound: la prima dell'8 maggio 2010 è tutta dedicata all'interazione tra musica e poesia, mentre il 10 maggio si è  tenuta l’ultima della serie di letture del ciclo La poesia del mondo, tutta devoluta al poeta americano.

La controversa figura del grande artefice della lingua, amico e corrispondente di Yeats, Eliot, Brâncuşi, Hemingway, Picasso e Joyce, è stata presentata dal poeta Valerio Magrelli e dall’anglista Massimo Bacigalupo, mentre le poesie sono state lette, con grande efficacia espressiva, dal poliedrico attore Sandro Lombardi, uno dei protagonisti della neoavanguardia teatrale italiana.

Nel presentare la figura di Pound (nato nel 1885 a Hailey, nello Idaho), Magrelli ha insistito soprattutto sul suo cosmopolitismo e sulla vicinanza che egli sentiva profondamente verso i trovatori medievali o verso Shakespeare, da lui compreso e interpretato soprattutto nel contesto della letteratura rinascimentale.

Bacigalupo si è molto soffermato sui suoi rapporti con movimenti come l’imagismo e il vorticismo, cominciando dalla sua prima raccolta poetica, A lume spento, pubblicata a Venezia nel 1908. Queste sperimentazioni si innestarono nel 1915 sulla traduzione di una scelta di poeti cinesi, resi con molta libertà: del resto, per Pound c’è una forma essenziale che si conserva in tutte le metamorfosi linguistiche, che amava chiamare “la dea della poesia”.

Molta attenzione è stata dedicata anche ai suoi interessi per l’economia, culminati in alcune lezioni all’Università Bocconi di Milano nel 1931 (sui presidenti americani Thomas Jefferson e Martin Van Buren) e incentrati soprattutto sulla critica all’usura, da lui considerata una sorta di nemesi della società moderna, da contrastare in tutte le maniere, come si può facilmente osservare nella denuncia che ne fece nel suo capolavoro poetico, i Cantos (in particolare nel Canto XLV, With Usura).

Queste critiche all’economia, che in fondo ben si associano a una certa vocazione didattica della poesia americana contemporanea, di stampo moraleggiante, lo portarono sempre di più ad avvicinarsi al fascismo di Mussolini, da lui idealizzato come un possibile antidoto a quello che definiva il giogo della finanza internazionale. Ma su quest’aspetto discutibile della figura del poeta (che nel dopoguerra gli costò la prigionia e l’internamento per vari anni in un manicomio criminale) i relatori hanno speso poche parole, anche perché le letture poetiche hanno riguardato soprattutto quelle composizioni che più attingevano alla grande tradizione poetica occidentale, da Pound conosciuta anche grazie alla sua formazione da filologo romanzo.

Tra queste poesie, va menzionata Cino, dedicata a Cino da Pistoia, immerso in un mondo ideale e antipuritano di trovatori e giullari. Significativi gli ultimi versi: I have sung women in three cities./But it is all one./I will sing of the white birds/In the blue waters of heaven,/The clouds that are spray to its sea. (Ho cantato di donne in tre città./Ma è come se tutto fosse una sola cosa./Canterò degli uccelli bianchi/Nelle azzurre acque del cielo,/Le nuvole che sono sprazzi di onde per il suo mare.).

Di grande importanza è anche l’Omaggio al poeta latino Sesto Properzio, di vaga intonazione pacifista e in cui le fantasie oscure dell’introspezione si connettono a un’originale interpretazione della mitologia e della religione antica, dove Cristo segue Dioniso. Molti sono gli inserti in greco, latino e italiano. Del resto, per Pound i classici antichi e moderni sono gli acidi con cui sciogliere i lacci e le catene con cui ci hanno legato i maestri di scuola: fungono quasi da antisettici contro la contagiosa idiozia dell’umanità.

In qualche modo la sua filologia “antifilologica” (per cui canes, seconda persona singolare del futuro del verbo latino cano, “cantare”, poteva essere tradotta come se fosse il plurale di canis, ossia con dogs, cani) riecheggia quella di altri spiriti liberi, come Nietzsche. E ben si vede anche nel Pound dantista, che non solo traduce il nostro sommo poeta con grande espressività, ma riesce a trasfonderne la cifra stilistica anche in alcuni dei suoi Cantos, compresi i due scritti in un italiano aspro e petroso, come carta vetrata, espressione di una “fiamma d’amore” per il nostro paese che brucerà inesausta fino alla sua morte, avvenuta a Venezia nel 1972.

Pubblicato in: 
GN14 Anno II 18 maggio 2010
Scheda
Titolo completo: 

Sandro Lombardi legge Ezra Pound
10 maggio 2010
Via dall'Europa. La poesia del mondo
Introduzione di Massimo Bacigalupo
Presentazione di Valerio Magrelli

8 maggio 2010 Le testament di Ezra Pound
Testi e musiche di Ezra Pound

Artisti di Opera Studio dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Anna Goryachéva mezzosoprano
Moisés Marín García tenore
Simone Alberti basso

PMCE – Parco della Musica Contemporanea Ensemble
Giuliano Cavaliere violino
Mario Corvini primo trombone
Roberto Pecorelli secondo trombone
Giorgio Cerasoli clavicembalo
Pietro Pompei percussioni

Tonino Battista Direttore

con la partecipazione di
Margaret Fisher e Robert Hughes

Teatro Studio - Auditorium Parco della Musica