Firenze. Inaugurazione con il riscoperto Fernand Cortez di Spontini

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Fernand Cortez

La nuova stagione del Teatro del Maggio è stata aperta il 12 ottobre scorso da Fernand Cortez, tragédie-lyrique in tre atti di Gaspare Spontini (1774- 1851) su libretto di Victor-Joseph-Étienne de Jouy e Joseph-Alphonse d'Esmenard, nella prima versione del 1809, mai vista in tempi moderni, in collaborazione con la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi e l’edizione critica a cura di Federico Agostinelli. Il maestro Jean-Luc Tingaud sul podio ha guidato l’Orchestra e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino con un nutrito cast vocale, la regia è stata affidata a  Cecilia Ligorio, le coreografie di Alessio Maria Romano sono state interpretate dal corpo di ballo della Compagnia Nuovo BallettO di ToscanA.

L'opera non è mai stata eseguita in Italia nella sua versione originale del 1809 e mai eseguita a Firenze prima d’ora, anche in quella successiva del 1817. Spontini infatti modificò il Fernand Cortez altre quattro volte, nel corso delle rielaborazioni, il compositore spostò intere sezioni da un atto all’altro e intervenne sul libretto e i personaggi. La genesi del Fernand Cortez fu dovuta a motivi di propaganda politica, Napoleone era identificato nel protagonista, che diventava il liberatore del popolo Azteco dalla barbarie e dalla superstizione religiosa. Un capovolgimento totale rispetto alla concezione illuminista del Montezuma (1755) di Graun su testo di Federico di Prussia ispirato ad Alzire di Voltaire, in cui l'assolutismo illuminato del re azteco era contrapposto all'oscurantismo spagnolo. Nel 1817 dopo la caduta di  Napoleone Spontini fece una seconda versione che divenne quella ufficiale e così fu conosciuta in Italia, Rossini ne diresse la prima esecuzione al San  Carlo a Napoli. Esiste anche una versione berlinese del 1824 richiesta da re Federico Guglielmo III, che aveva ascoltato a Parigi la prima versione ed era entusiasta della musica, che fu rimaneggiata nel 1832 e infine ne esiste una del 1840, proposta dall'autore per una nuova rappresentazione a Parigi, ma fu rifiutata.

Fernand Cortez è una tragédie lyrique, un genere creato da Giovanni Battista Lulli (1632-1687), creatore dell'opera francese, che nella veste che Spontini le diede divenne il modello per il futuro grand opéra. Dell'impianto della tragédie lyrique c'è la notevole presenza corale e l'ampio spazio dedicato ai balletti, mentre lo sfondo storico su cui si svolge  il Cortez e la grandiosa rappresentazione degli eventi musicali creati da Spontini, sono caratteristiche fatte proprie dal grand opéra. Si è colpiti dal fatto che quest'opera sia stat composta nel 1809 per il possente impiego dell'orchestra e del coro che proiettano l'opera nel pieno ottocento. La dimamica musicale  non si sviluppa più secondo la tradizione italiana e neanche come una struttura sinfonica con l'elaborazione dei temi in forma sonata come in Cherubini o Beethoven, bensì è basata sulla espansione di una cellula melodico-ritmica attraverso la progressione armonica o la iterazione enfatica - come ben spiega Giovanni Carli Ballola nella Storia dell'opera. Non è un caso che tra gli ammiratori di Spontini ci fossero Berlioz e Wagner, si pensi al Rienzi per esempio, e che Meyerbeer fu tra isuoi imitatori. Nella musica non c'è solo la monumentale magniloquenza, ma si manifesta anche una anticipazione della sensibilità romantica, nei declamati e nella esternazione appassionata dei sentimenti del personaggio di Amazily con l'uso dei cromatismi melodici.

La trama si divide in episodi separati che possono essere spostati da un atto all'altro, come l'autore fece nelle successive versioni. Si inizia con Cortez che persuade e incita alla vittoria le sue  truppe demoralizzate, il comandante è anche innamorato di Amazily a cui ha salvato la vita e che lo ha ricambiato, sia nell'affetto che nel salvargli la vita. Arriva una ambasceria pacifica di donne e bambini guidata da Télasco, fratello di Amazily. Alle danze delle donne, che pensa che possano infiacchire gli uomini, Cortez risponde con l'esibizione dei cavalli che i messicani non avevano mai visto. Alla prima ci fu una carica di quattordici cavalli che, erano stati presi dal circo, e che scatenò l'entusiasmo del pubblico. Alle minacce di Télasco che, in cambio delle ricchezze, lo invita a lasciare il paese, Cortez risponde incendiando le navi e prendendolo in ostaggio per fare uno scambio con i prigionieri spagnoli, tra cui c'è suo fratello Alvaro. Un contrasto tra fratello e sorella apre il secondo atto, Télasco viene lasciato libero perché la richiesta di scambio dei prigionieri è accolta. Poi giunge Morales, confidente e aiutante di campo del condottiero, ad annunciare che il debole re Montezuma, di cui si parla ma non compare, ha ceduto alle insistenze dei sacerdoti, che vedono nelle vittorie degli spagnoli la vendetta del dio irato, e vogliono in cambio del sacrificio dei prigionieri Amazily. Cortez non cede e muove il suo esercito contro la capitale azteca, Tenochtitlán, che sorgeva al centro di un lago, ma Amazily si rende conto che gli spagnoli per questo la odieranno e perderanno la fiducia nel loro condottiero e così si getta nel lago e a nuoto raggiunge la città. Nel terzo atto c'è la scena del tempio, gli spagnoli stanno per essere sacrificati quando giunge Amazily che morrebbe se non arrivasse in tempo Cortez. Lieto fine di rigore: Amazily si riconcilia con li fratello Telasco e si sposa con Cortez, danze festose concludono la tragédie-lyrique.

Jean-Luc Tingaud è stato chiamato a sostituire Fabio Luisi, che dopo le dimissioni da direttore pincipale a metà luglio, aveva confermato in un primo momento di dirigere questa monumentale composizione, ma poi aveva rinunciato. Il maestro Tingaud, che in breve tempo ha dovuto studiare la nuova partitura dell'edizione critica, ha guidato con mano esperta orchestra, coro e cast vocale, rendendo efficacemente i diversi aspetti del Cortez. La vocalità in questa opera è affidata spesso al declamato e per il resto alla tecnica di canto francese dell'epoca,declamation lirique anche detta école du cris (scuola di grida). Nella parte vocale la parte maggiore è riservata ai tre personaggi pricipali ad iniziare da Amazily, che ha la parte di maggior impegno e resistenza, in particolare nella grande scena in chiusura del secondo atto, che ricorda l'analoga scena di sacrificio per l'amato dell'Alceste di Gluck, a lei sono dunque riservati gli appassionati slanci preromantici. Il soprano Alexia Voulgaridou, che ha una voce chiara e precisa, ma possiede anche le note gravi necessarie, si è calata nel personaggio con grande impegno riuscendo efficacemente sia nella parte vocale che in quella interpretativa e per questo è stata la più applaudita. Cortez (Napoleone), è un personaggio che, salvo rarissimi momenti lirici, con Amazily, è il grande e nobile condottiero scolpito nel marmo, a lui sono riservati stentorei declamati ed è quasi sempre assertivo. Dario Schmunck, è un tenore belcantista, possiede un'ottima tecnica, un bel fraseggio e una voce con un timbro caldo e morbido, che ha utilizzato dando nobiltà al personaggio anche con una incisiva presenza scenica, non ci pare però il tipo di tenore adatto alla declamazione stentorea, cosa che alcuni nel pubblico non hanno apprezzato. L'altro tenore è Telasco a cui è riservato un ruolo meno stentoreo e più lirico in particolare nel duetto con la sorella, è stato interpretato da Luca Lombardo che si è disimpegnato efficacemente nella parte. Il resto del cast, come sarà nel grand opéra, rimane sullo sfondo e nel complesso si ben disimpegnato nei diversi ruoli.

Cecilia Ligorio insieme ai suoi ottimi collaboratori ha realizzato uno spettacolo intelligente, che ha coniugato la fedeltà alla grandiosa concezione del testo alla diversa sensibilità contemporanea. Ha immaginato un Moralez sdoppiato sul palcoscenico: come personaggio attivo nell'azione e  mentre scrive le sue memorie seguendo lo svolgersi dell'azione, l'uomo si è reso conto che la conquista del Messico è stata un massacro e chi l'ha guidata è stato sicuramente una persona eccezionale, ma non un fulgido eroe. In questo aspetto la regista ha fatto riferimento ad un testo storico: Verdadera Historia de la Conquista de Mexico scritto da Bernal Díaz de Castillo, che aveva partecipato alla spedizione di Cortez, una realtà storica di presa di coscienza avvenuta anche in altri testi per le colonizzazioni spagnole, ma non per quelle inglesi o francesi. Le scene di Massimo Checchetto e Alessia Colosso sono essenziali ma ben congegnate e funzionali  all'azione, ricordiamo quella in cui Cortez appicca il fuoco alle navi, col fuoco in scena di grande suggestione grazie anche all'incisivo uso delle luci di Maria Domènech Gimenez, che hanno ben contribuito alla riuscita dello spettacolo. Le belle proiezioni sullo fondo della scena hanno inquadrato con precisione le diverse fasi dell'azione da quelle più suggestive del mare e del lago a quelle che riproducono carte geografiche e disegni di luoghi fatti in quell'epoca. I grandi cavalli in scena, le navi e il granturco da cui escono le donne hanno contribuito alla piena riuscita delle scene. I costumi di Vera Pierantoni Giua hanno dato un contributo significativo alla rappresentazione delle differenti civiltà: scuri e massicci gli spagnoli nelle loro armature, gli aztechi con tessuti colorati e leggeri e acconciature con fiori le donne. Cecilia Ligorio ha curato con grande attenzione i movimenti scenici con coro e cantanti ottenendo una incisiva teatralità.

La sua proficua collaborazione con il coreografo Alessio Maria Romano è stata particolarmente riuscita, le parti recitate e quelle danzate non sono state nettamente separate. La musica della danze si diversifica significativamente seguendo la tradizione dei balletti dell'epoca, probabilmente Spontini seguì le ineludibili indicazioni del coreografo. La coreografia nel primo atto ha evocato nei movimenti delle donne la curiosità delle messicane verso gli spagnoli a loro volta affascinati da loro. Romano ha giustamente scelto movimenti di danza moderna e non di quella accademica, che ancora non esisteva nella realtà storica del balletto francese dell'epoca, in cui però era spiccato il gusto per l'esotismo: Les Indes galantes di Rameau ne sono un fulgido esempio. Interviene con un gesto perentorio Cortez e i ballerini hanno evocato l'esibizione militare della carica dei cavalli. Nella scena del tempio il coro non è in scena: “ … si è resa necessaria per l'economia dell'allestimento – afferma la regista -  ma la sostanza e la forza del rito collettivo di questa scena non cambia. Viene raccontata nel corpo dei danzatori (per altro previsti da Spontini per le danze selvagge dei sacerdoti)”.  Le danze finali con Moralez che scrive, raccontano quello che di nuovo il gesto perentorio di Cortez ha provocato, in una scena cupa i ballerini sono ombre, quelle di una civiltà cancellata. Lunghi applausi alla fine per tutti gli interpreti nella recita pomeridiana del 20 ottobre a cui si riferisce questo articolo.

 

Pubblicato in: 
GN42 Anno XI 23 ottobre 2019
Scheda
Titolo completo: 

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Inaugurazione della Stagione lirica e balletto 2019/2020

Dal 12 al 23 ottobre 2019

Fernand Cortez ou la conquête du Mexique di Gaspare Spontini
Tragédie Lyrique en trois Actes de Étienne De Jouy et Joseph-Alphonse d’Esménard
Première version: Paris, Théâtre de l’Académie Impériale de Musique, 28 novembre 1809
Edizione critica della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi a cura di Federico Agostinelli

Nuovo allestimento del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
in collaborazione con Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi
Prima rappresentazione in tempi moderni della prima versione, Parigi 28/11/1809
Maestro concertatore e direttore Jean-Luc Tingaud
Regia Cecilia Ligorio
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Compagnia Nuovo BallettO di ToscanA
Coreografia Alessio Maria Romano

Artisti
Fernand Cortez                         Dario Schmunck
Télasco                                Luca Lombardo
Alvar                                  David Ferri Durà
Le Grand Prêtre des Mexicains          André Courville
Moralez                                Gianluca Margheri
Un Officier Espagnol                   Lisandro Guinis
Deux Prisonniers Espagnols             Davide Ciarrocchi, Nicolò Ayroldi
Un Officier Mexicain                   Leonardo Melani
Un Marin                               Davide Siega
Amazily                                Alexia Voulgaridou
Deux femmes de la Suite d’Amazily Silvia Capra, Delia Palmieri

Scene Massimo Checchetto e Alessia Colosso
Costumi Vera Pierantoni Giua
Luci Maria Domènech Gimenez

Compagnia Nuovo BallettO di ToscanA
Direttore artistico Cristina Bozzolini  Maître de ballet Sabrina Vitangeli
Corpo di ballo donne: Cristina Acri, Lisa Cadeddu, Alice Catapano, Miriam Castellano, Beatrice Ciattini, Matilde Di Ciolo, Veronica Galdo, Aisha Narciso - uomini: Jody Bet, Carmine Catalano, Mattia Luparelli, Francesco Moro, Aldo Nolli, Francesco Petrocelli, Niccolò Poggini, Paolo Rizzo

Figuranti speciali Paolo Arcangeli, Elena Barsotti, Cristiano Colangelo, Gaia Mazzeranghi, Riccardo Micheletti, Pierangelo Preziosa, Isacco Venturini

In lingua originale con sopratitoli in italiano e inglese a cura di Prescott Studio, Firenze con Inserra Chair (Montclair State University) e ICAMus, USA

Vedi anche: 

Giovanni Carli Ballola Spontini in Storia dell'opera ed. UTET