Gilbert Sinoué. L'Islam dalla parte delle donne

Articolo di: 
Elena Romanello
Donne d'Oriente

Lo scrittore franco-maghrebino Gilbert Sinoué, in Donne d'Oriente (Venezia, Neri Pozza, 2013), torna ancora una volta a raccontare storie di donne nella Storia, dopo aver parlato di figure diverse tra di loro, come Lady Emma Hamilton, Florence Nightingale, o le medievali Costanza di Spagna e Ines di Castro. Già in altri suoi libri Sinoué, figlio di una madre francese e un padre egiziano, ha raccontato dell’incontro tra Occidente e Oriente: stavolta decide di raccontare varie vicende e non un’unica storia, parlando della cultura del Vicino Oriente dall’antichità egizia e ebraica a tempi più recenti, sfatando il mito di un mondo in cui l’altra metà del cielo non avrebbe avuto grande spazio, visto che dalle bibliche Sarah e Agar in poi le donne di queste terre si sono fatte sentire eccome.

Nelle pagine del libro, scritto con lo stile di un cantastorie egiziano, tra biografia e romanzo, trovano spazio alcune figure leggendarie dell’antichità, come l’unica faraona Hatshepsut, cancellata poi dai suoi successori, la mitica regina di Saba Makeda, amata da Salomone e protagonista di una prima unione multietnica, la sovrana Zenobia di Palmira, che sfidò Roma, e la celeberrima Cleopatra, ma anche figure poco note, come la medievale Shagarat el-Dorr, unica regnante donna dell’Egitto dopo la conversione del Paese all’Islam, che combatté contro gli invasori Franchi, gli stessi del paladino Orlando quando le loro vicende vengono raccontate dal punto di vista occidentale.

Sinoué trova anche spazio per Aisha, la giovanissima moglie adorata da Maometto che portò avanti i suoi insegnamenti, ma anche per figure più moderne, come la cantante popolare egiziana Um Kalsum, popolarissima ancora oggi e che si vestì da uomo per potersi esibire diventando la Edith Piaf araba, la femminista ribelle Hoda Sha'rawi, che si tolse platealmente il velo nel 1923 e rivendicò il diritto di voto per le donne, o la militante palestinese Leila Khaled che, contro il volere di Arafat, fece alcune azioni clamorose come il dirottamento di un aereo per poter anche vedere la nativa Haifa. Non manca inoltre una figura tra storia e immaginazione come Aimée Dubuc de Rivery, cugina della futura imperatrice francese Joséphine de Beauharnais, che finì nell’harem del sultano di Costantinopoli diventando una sultana che ebbe un’influenza primaria nel determinare gli equilibri tra Occidente e Oriente all’inizio dell’Ottocento.

Per anni sia la Storia occidentale che quella orientale hanno raccontato il punto di vista degli uomini, mentre le donne, nell’ombra ma anche apertamente, sono state da sempre protagoniste, non solo angeli del focolare o carne da bordello. Libri come quello di Sinoué aiutano a svelare figure di un mondo ancora oggi emblematico per il ruolo spesso di oppressione riservato alle donne, anche se certi integralismi sono emersi soprattutto negli ultimi decenni e non hanno impedito l’affermarsi di figure spesso protagoniste delle cronache, non ultime la deputata afghana Malalai Joya o la giovanissima attivista Malala.

Pubblicato in: 
GN47 Anno V 22 ottobre 2013
Scheda
Autore: 
Gilbert Sinoué
Titolo completo: 

Donne d’Oriente, Neri Pozza, Venezia, 16 euro e 50.