Marilyn. L'ombra dell'infelicità cronica

Articolo di: 
Elena Romanello
Marilyn

Le sue foto, unico caso tra divi e dive della Settima Arte dell’ultimo secolo, fanno bella mostra di sé su poster, oggetti per la casa, magliette, biancheria: cinquant’anni fa, il 5 agosto 1962, moriva a soli trentasei anni Marilyn Monroe, in circostanze ancora non chiare (suicidio per depressione, errore nel dosare le pillole di cui abusava, omicidio perché era diventata scomoda per i suoi legami pericolosi?).

Il suo mito torna come ogni anniversario, celebrato da generazione in generazione, anche da chi non era nemmeno nato quando lei era famosa e ai tempi della sua morte. 

Due eventi, uno cinematografico e uno in mostra hanno ribadito il suo mito a livello italiano e non: il forte di Bard ospita fino a novembre una mostra fotografica degli ultimi scatti fatti dal fotografo Bert Stern, con foto inedite, per ricordare un mito tra ufficialità e confidenzialità. Negli ultimi mesi è spiccato al cinema il film Marilyn di Simon Curtis, in cui Michelle Williams si è calata in maniera egregia nei panni della diva, nel racconto di un breve periodo della sua vita, quando era in Inghilterra a girare il film Il principe e la ballerina, con Sir Lawrence Olivier.

Dagli occhi di un ragazzo della troupe, che stabilì con Marilyn un rapporto di amicizia affettuosa, rimanendo comunque folgorato dal suo sex appeal ma anche colpito dalla sua fragilità, si racconta la vicenda di una donna, ex bambina infelice ed abusata, con sempre dentro l’ombra di un’infelicità cronica, che né la stima del pubblico, né l’amore spesso interessato delle persone che la attorniavano riuscirono ad allontanare.

Va da sé che Marilyn è rimasta emblematica come icona, più di altre attrici morte tragicamente, da Jean Harlow, per molti la sua antesignana, a Romy Schneider, di cui quest’anno è ricorso, ironia della sorte, il trentennale, e che è stata ricordata essenzialmente tra Germania e Francia, e più anche di altre attrici che alla loro epoca furono bellissime, anche più di lei, come Ava Gardner, Rita Hayworth e Liz Taylor. L’unica icona femminile che le sta quasi alla pari come rappresentazioni in serie è Audrey Hepburn, ma solo nel ruolo di Holly Goodlight in Colazione da Tiffany (Breakfast at Tiffany's, del 1961 di Blake Edwards) che era stato uno dei tanti ruoli, peraltro rifiutati proprio dalla stessa Marilyn per motivi di salute.

Non resta, come ogni estate e in particolare ogni cinque anni, che ricordare Marilyn, questo emblema in nero del Sogno americano, bellissima ma insopportabile per i suoi colleghi e colleghe di lavoro (viene fuori anche nel film con la Williams), bambola con un cuore e un cervello che non si sentiva mail all’altezza, protagonista di una fiaba diventata tragedia, molto più di tante sue colleghe e colleghi, senza possibilità di riscatto e rimasta per sempre giovane come i protagonisti dei miti. 

Oggi avrebbe ottantasei anni, forse non ci sarebbe arrivata comunque, anche se fosse sopravvissuta a quella notte, viste le sue precarie condizioni di salute e di vita: magari sarebbe vissuta in mezzo a decine di animali come Brigitte Bardot, o si sarebbe rinchiusa in casa come Greta Garbo, o sarebbe diventata protagonista di qualche serie televisiva come Angela Lansbury o avrebbe vinto un Oscar in età attempata come Jessica Tandy. O magari non avrebbe fatto nessuna di queste cose, del resto non si può dire.

Sulla vecchiaia e la fama Marilyn ha detto una volta: "Se sei famosa, la gente crede di avere il diritto di dirti in faccia qualunque cosa, come se questo non potesse ferirti. A volte penso che sarebbe meglio evitare la vecchiaia e morire giovane. Ma vorrebbe dire non completare la propria vita, non riuscire a conoscersi completamente. Terribilmente premonitore, e comunque una frase che è parte del suo mito.

Pubblicato in: 
GN39 Anno IV 13/20 agosto 2012 Numero Doppio
Scheda
Titolo completo: 

Marilyn
My week with Marilyn
GENERE: Biografico, Drammatico, Sentimentale
REGIA: Simon Curtis
ATTORI: Michelle Williams, Kenneth Branagh, Julia Ormond, Eddie Redmayne, Dougray Scott, Judi Dench, Pip Torrens, Emma Watson, Geraldine Somerville, Michael Kitchen, Miranda Raison, Toby Jones, Philip Jackson, Robert Portal, Jim Carter, Victor McGuire

Uscita al cinema primo giugno 2012

FOTOGRAFIA: Ben Smithard
MONTAGGIO: Adam Recht
MUSICHE: Conrad Pope
PRODUZIONE: BBC Films, Lipsync Productions, Trademark Films, UK Film Council, The Weinstein Company
DISTRIBUZIONE: Lucky Red
PAESE: Gran Bretagna 2011
DURATA: 99 Min
FORMATO: Colore 2.35 : 1