La moglie di Tchaikovsky. Peek a Boo per un genio della musica

Articolo di: 
Livia Bidoli
La moglie di Čajkovskij

Presentato al 75° Festival di Cannes, il film La moglie di Čajkovskij (in originale Žena Čajkovskogo) del regista russo Kirill Serebrennikov, è stato l'unico film russo ammesso in concorso, ed ha avuto anche il compito di dare il via alla nona edizione di Seeyousound il 24 febbraio scorso al Cinema Massimo di Torino. Una produzione di Russia, Francia, Svizzera dello scorso 2022, e della lunghezza dfi ben 144’, ha un cast di attori tra cui figurano Alyona Mikhailova, Ekaterina Ermishina, Odin Lund Biron, Nikita Elenev e Filipp Avdeev.

Nella Russia della seconda metà dell’Ottocento, Antonina Ivanovna Milyukova, aspirante musicista, si innamora perdutamente del compositore Pyotr Ilyich Čajkovskij, e lo convince a sposarla. Questa è la trama in breve: la storia era già comparsa al cinema nel 1971 da Ken Russell col titolo The Music Lovers, con Richard Chamberlain nel ruolo di Cajkovskij e Glenda Jackson in quello della moglie del compositore russo.

Quello che ci si chiede prima di tutto, perchè il film è violento ed indigesto ai palati fini degli appassionati e dei musicologi, e credo anche alla gente comune che, semplicemente, ama i balletti come Lo Schiaccianoci, La bella addormentata e Il lago dei cigni, come mai non c'è nulla su Čajkovskij come compositore e si odono appena le sue musiche, come se le oltre 200 composizioni non contassero nulla e tutto si riducesse ad un rapporto conflittuale con la moglie sposata per occultare la sua omosessualità.

Inoltre, notizie dirette, ovvero scritte tra loro, tra Pyotr ed Antonina, circa la loro relazione vengono desunte dalle uniche quattro lettere sopravvissute dalla loro corrispondenza; il resto dai racconti di amici di lei e di lui; dalla relazione di lei con l'avvocato Shylkov; dalla narrativa storica costruita a posteriori e che si è chiaramente evoluta insieme ai tempi che corrono.

Cominceremo con lo scrivere la storia di un film che non abbiamo visto e quindi ascoltando, in luogo della colonna sonora, la musica per balletto di uno dei capolavori di Čajkovskij ovvero Il lago dei cigni e la ascolteremo prima di tutto per riflettere su quello che è stato Pyotr Ilyich Čajkovskij come compositore e come essere umano di profondissima sensibilità, che non ci viene di certo raccontato dal film.

Nella sceneggiatura si parla di un genio, certamente lo è, ma la vita privata di chiunque è appunto riservata a loro e non per essere consegnata in pasto al pubblico voyeur, cercando di stimolare i suoi istitnti piu' bassi, come nelle scene orgiastiche e porno, oltrché di cattivo gusto cui si è sottoposti durante la visione della pellicola che, non solo oltraggia il compositore, bensì prima di tutto la moglie, in questa veste ed ancor di piu' come donna: non credo proprio che ne sarebbe stato fiero, data la riservatezza quasi ossessiva di Čajkovskij.

In proposito, la prima cosa che mi ha fatto venire in mente questo film è Wilde, che ha pagato con due anni di lavori forzati al carcere di Reading l'aver ostentato una relazione omosessuale che ai tempi era vietata: e mi è venuto in mente quanto e quanti non abbiano minimamente compreso la grandezza di Wilde nel De Profundis dedicato a Bosie, e la stessa Ballad of the Reading Gaol, senza nemmeno citare tutte le sue commedie, tutte dedicate al ridicolo perbenismo che occultava le peggiori bassezze, permesse dall'ipocrita società vittoriana in cui viveva.Un suo celebre  aforisma proferiva: "Siamo tutti nel fango ma alcuni di noi stanno guardando verso le stelle", ne giunge il senso?

Siamo in tempo di privacy garantita e sembra invece la meno garantita nei termini più assoluti ed è quasi ridicolo che ci siano trasmissioni come il Grande Fratello che è come un peekaboo ovvero un foro nella buca della chiave del bagno per vedere tutto quello che fanno le persone, arguendo stupidamente di conoscerle attraverso quel "foretto": è veramente questo che ci interessa? E' veramente questa la vita? Ovvero un voyerismo in perpetuo? io non credo. E come non lo può essere per chiunque non lo può essere nemmeno per Čajkovskij o per Wilde.

E perché dovrebbe interessarci poi guardare dal buco della serratura proprio un genio? A me personalmente mi interessa affatto e la prima cosa che ho fatto prima di scrivere questo articolo e stato ascoltare una delle più splendide composizioni di tutti i tempi che non è solo musica per balletto e di cui alcuni brani vengono riportati nella tragica Sinfonia n 6 l'ultima prima di morire scritta da Čajkovskij.

Io credo che nessun regista si possa permettere di cospirare in qualche modo contro la fama e la genialità e non portare rilevanza a un compositore di opere, musica per balletto, sinfonie, cameristica di questa portata: ne possiamo annoverare almeno tre di opere di una tale complessità come Onegin, La dama di picche e Iolanta; e due balletti senza i quali la storia del balletto non si sarebbe compiuta, ovvero Il lago dei cigni prima citato e Lo schiaccianoci, nonchè La bella addormentata.

Le uniche note a favore del regista sono state le riprese ed il movimento scenico che, al contrario dei contenuti, sono assolutamente affascinanti tranne appunto certe scene che ho trovato notevolmente volgari e che dimostrano una una crudeltà inusitata verso entrambi i Čajkovskij.
Le scenografie sono altrettanto suggestive, financo la cupa poesia di speranza citata alla fine del film. Le musiche alcune scelte con perizia non sostanziano la grande produzione di uno dei massimi compositori russi dell'Ottocento, quello detto l'occidentale dal Gruppo dei cinque. La presenza di altri compositori come Anton Rubinstein e Mussorgsky e la loro parte nel film non li rappresenta in modo adeguato ed in ogni caso rappresent,a se comprovate, le loro piccolezze.
Le luci e la fotografia sono immensamente ipnotiche
ed anche lo studio dei colori, calibrati quasi tutti su scale di grigi, e nel caso dell'incendio su gialli e sul seppia, molto delicati, solo un colore risalta diversamente ed è il rosso della veste do Antonina e che rappresenta di tutto il film la parte più vitale.

Nel film di Serebrennikov l’interpretazione di Antonina Miliukova è affidata all’attrice Alyona Mikhailova, davvero brava e sicuramente una delle note positive di questo lungometraggio.

Pubblicato in: 
GN42 Anno XV 11 ottobre 2023
Scheda
Titolo completo: 

La moglie di Tchaikovsky
Titolo originale    Жена Чайковского
Žena Čajkovskogo
Lingua originale    russo
Paese di produzione    Russia, Francia
Anno    2022
Durata    143 min
Rapporto    2,39:1
Genere    drammatico, sentimentale
Regia    Kirill Serebrennikov
Sceneggiatura    Kirill Serebrennikov
Produttore    Ilya Stewart, Kirill Serebrennikov, Murad Osmann, Pavel Buria
Produttore esecutivo    Mike Goodridge, Elizaveta Čalenko
Casa di produzione    Kinoprime Funds, Charades, Logical Pictures
Distribuzione in italiano    Arthouse
Fotografia    Vladislav Opel'janc
Montaggio    Juriij Karich
Musiche    Daniil Orlov
Scenografia    Vladislav Ogaj
Costumi    Dimitrij Andreev
Trucco    Maria Tutukina

Interpreti e personaggi

Alëna Michajlova: Antonina Miljukova
Odin Bajron: Pëtr Čajkovskij
Filipp Avdeev: Modest Čajkovskij
Miron Fëdorov: Nikolaj Rubinštejn

Uscita al cinema 5 ottobre 2023