Monaco. Primavera cipriota in Metamorphosis italiana

Articolo di: 
Livia Bidoli
Metamorphosis La Visione

La Zyprischer Frühling, la primavera cipriota a Monaco di Baviera che continua fino al 6 maggio 2012, completamente gratuita e con la collaborazione dell’Ambasciata della Repubblica di Cipro a Berlino e la cura particolare di Georgea Solomontos, ha presentato uno spettacolo a firma di Riccardo Meneghini: una trilogia intitolata Metamorphosis, con tre episodi, Spun (Filato, 2009), La Visione (2011 in collaborazione con Vanessa Grasse) e Il Trittico, quest'ultima una premiere di quest’anno dalla poesia Memory I di Giorgios Seferis.

Nel primo episodio Riccardo Meneghini è da solo, danzatore, regista e coreografo, con slanci che fendono l’aria che mettono in evidenza quanto la sua collaborazione con Russell Maliphant sia per lui un itinere continuo, con cui condisce la danza, sebbene il carattere ci mostra come la modulazione dei suoi movimenti abbia un qualcosa di personale che prescinde, una Metamoorphosis appunto, a partire dalle affilate giravolte con cui suddivide i momenti interni della performance. Voce, foglietti a forma di cuore, post-it che ricordano come l’identità sia un fluire che “si attacca e si stacca” da noi stessi, elasticamente si sveste, sui brani musicali originali a cura di Demetris Zavorn (Cipro) e sui testi di George Rodosthenous (Cipro), frammentari e ondulari, per divenire un’unica forma col movimento in scena.

La Visione che segue si arricchisce di un personaggio femminile ed è a metà tra teatro e danza: una provocazione fatta di palloncini riempiti col pneuma del rapporto a due, una continua dialettica che coinvolge il pubblico, lo fa reagire alla lotta animata e innamorata della coppia, lanciata in un dissidio che si ricompone all’infinito. Di estrema ilarità, lo spettacolo diverte il pubblico in un andirivieni di scenette comiche che costruiscono un rapporto bidimensionale tra il palco e l’audience, in cui la partner, Ruth Janssen (scozzese), dimostra un perfetto affiatamento con Meneghini. La musica da cabaret è a cura di Taraf De Haïdoucks e Zelig.

Dopo il due il tre, come dimostra questo terzo Il Trittico in premiere, con le tre balleriei all’opera: Ruth Janssen, Naomi Murray (Londra) e Susanna Recchia. Sulla poesia intitolata Memory I di Giorgios Seferis (1900-1971), greco e Premio Nobel per la Letteratura nel 1963, oltreché grande traduttore di Thomas Stearns Eliot, si costruiscono le dinamiche della danza. Seferis, come Kavafis, diceva “la nostra fine è certa”, ma era convinto che la poesia potesse e dovesse apportare i suoi frutti, e come topos principale usa la stessa acqua che Eliot ricorda nella Wasteland (1922), e che Seferis usa attraverso la personificazione del mare come stimolo vitale e spirituale. Dopo aver proferito l’epilogo della poesia: “And there was no more sea” (E non c’era più mare), infatti Seferis dichiara: “Earth smelled of the last rain” (La terra profumava dell’ultima pioggia), a riverberare un nutrimento da parte dell’acqua, nonostante noi siamo the seed that dies (il seme che muore, trad. tutte mie).

Le ballerine, nei ruoli delle tre parche (Cloto, Lachesi e Atropo) che decidono il destino dell’uomo, filandolo, dispensandolo e tagliandolo quando è giunta l’ora, indicono una danza di lotta fra loro, in cui l’una cerca di sopraffare o comandare l’altra: vestite di nero, ricordano a tratti le Furie nominate nella poesia di Seferis: “Naked hearts and love that belong to the Furies” (cuori nudi e amore che appartiene alle Furie), le personificazioni della vendetta. Ecco che però quel filo nero che tendono fra di loro, intecciandolo, porterà, nella parole, ancora di Seferis:

Some morning the resurrection will come,
dawn's light will grow red as trees blossom in spring,
the sea will be born again, and the wave will again fling forth Aphrodite
.

(Una mattina avverrà la resurrezione, la luce dell’alba diverrà rossa come gli alberi che sbocciano a primavera, il mare nascerà di nuovo, e l’onda scaglierà di nuovo in avanti Afrodite, trad. mia). Una resurrezione che viene dall’acqua, dalla spuma della dea promessa, forse sulle rive di Paphos, a Cipro, dove la sua alba ha fatto sbocciare la primavera.

Pubblicato in: 
GN25 Anno IV 30 aprile 2012
Scheda
Titolo completo: 

Zyprischer Frühling 2012
Gasteig - Monaco di Baviera (Germania)

24 aprile ore 20 Black Box
Metamorphosis Trilogie Spun, La Visione, Trittico

Performance di Riccardo Meneghini - regia e coreografia
Con Riccardo Meneghini, Ruth Janssen, Naomi Murray, Susanna Reccia; Luci: Sarah Buckmaster

Giorgios Seferis Memory I

Mostra ed installazione sonora - Kleiner Konzertsaal
Realität und Illusion
George Bacoust, Sebough Voskeritchian und Pambo

Prossimi appuntamenti

29 aprile ore 20 Black Box
White Βreath – Lyrik, Filmkunst, Musik
Weltmusik / Alternative

6 maggio ore 20 Kleiner Konzertsaal
Synästhesie – Melodie der Worte, Klang der Bilder
Weltmusik / Alternative

Ambasciata della Repubblica di Cipro a Berlino