Netflix. La vita davanti a sé con una grande Sofia Loren

Articolo di: 
Elena Romanello
vita

Netflix propone un altro film che non è riuscito ad uscire nelle sale cinematografiche, La vita davanti a sé, dal romanzo di Romain Gary, con Sofia Loren per la regia di Edoardo Ponti. Sarebbe corretto dire liberamente tratto dal romanzo di Romain Gary del 1975, visto che l'azione viene spostata dalla Francia degli anni Settanta alla Bari di oggi, con alcuni cambiamenti doverosi, ma il tutto comunque funziona.

Come nella storia originale, infatti, già portata al cinema nel 1977 con Simone Signoret nel ruolo della protagonista Madame Rosa, si racconta l'incontro tra due solitudini: quella di madame Rosa, ex prostituta e soprattutto reduce dai lager nazisti, e quella di Mohammed detto Momò, qui un bambino senegalese figlio di una ragazza uccisa perché rifiutava di prostituirsi, cresciuto in mezzo alla strada.

La Bari di oggi, nei suoi quartieri più poveri, racconta i dilemmi della nostra società, dove si incontrano infatti solitudini solo all'apparenza diverse, legate all'emarginazione sociale, all'ignorare certi problemi, al girarsi dall'altra parte. Il nuovo La vita davanti a sé si concentra a raccontare la modernità, una delle protagoniste protetta di madame Rosa è una prostituta transgender, si parla del dramma dei minori stranieri sbandati nel nostro Paese e facile preda della criminalità, ma alla fine quello che esce fuori è un inno al rispetto, all'accoglienza, alla speranza, al saper trovare e al saper aiutare a trovare nuove strade a chi viene scartato dalla società a priori. Tutto questo avviene senza buonismi e politically correct, due assurdità di oggi: La vita davanti a sé non è mai retorico, è realistico nel tracciare vari profili di personaggi, citando drammi di ieri, come la Shoah, e di oggi, come il dramma degli immigrati sfruttati e emarginati.

Il cast è capitanato da una Sofia Loren straordinaria, a 86 anni aggiunge un nuovo personaggio ai suoi indimenticabili, per farsi conoscere anche alle nuove generazioni, sulla scia di Cesira de La ciociara, Filumena Marturano di Matrimonio all'italiana e Antonietta di Una giornata particolare. Bravissimo l'esordiente Ibrahima Gueyé, il piccolo Mohammed che ha già vissuto e visto troppo, efficace il dottor Cohen di Renato Carpenteri, che da Porte aperte di Gianni Amelio in poi è diventato il volto del cinema impegnato di casa nostra. La vita davanti a sé nella Bari del XXI secolo è un film per chi vuole capire l'oggi oltre gli stereotipi dei media, ma anche per chi crede nella speranza di un mondo migliore senza melensaggini.

Pubblicato in: 
GN11 Anno XIII 18 gennaio 2021
Scheda
Anno: 
2021