Nina Hagen. Iconoclasta wagnerian punk touché dal blues

Articolo di: 
Livia Bidoli
Nina Hagen

La pagana del rock made in Deutschland diventa cristiana, per la precisione evangelica, e dichiara di voler suonare di fronte a Ratzinger. Un suono ed una voce del tutto imprevedibili e touché dal blues con venature country, ha presentato il suo Personal Jesus al Parco della Musica di Roma il 3 dicembre 2010. E se qualcuno avesse dubbi sulla “cristianità” rinnovata di Nina Hagen sentite cosa dichiara durante il concerto, tra una bocca storta ed una ad uccellino.

Inizia il concerto indirizzando al pubblico romano un “God bless Rome” e canta God’s Radar, primo nella tracklist dell'album gospel Personal Jesus. La seconda track – tra un richiamo alla pace ed uno all’amore – è Everybody Wants To Go To Heaven, But Nobody Wants To Die, che dimostra come l’ugola dorata della nostra non sia minimamente intaccata, sia nelle note basse sia in quelle alte dei suoi rocamente blues pinnacoli di voce. Nina immerge il pubblico, ben intriso di venature austriache e d’oltremanica a sentir chiacchierare nelle prime file, in questo non del tutto nuovo clamore blues come ricorda Hold me, intervallato da dialoghi col pubblico che reagisce subito quando parla di Cosma Shiva, la sua prima figlia avuta nel 1981 e che compare sulla copertina di Nunsexmonkrock, suo primo album solista.

Dissacrante e iconoclasta, la Hagen ha rivestito un ruolo dominante nella musica rock tedesca negli anni ‘80, sdoganandola da un impasse in cui tutti venivano a Berlino per trovare ispirazione, da Bowie a Lour Reed e molti altri, senza però avere una controparte teutonica. Nata nella Repubblica Federale Tedesca e figlia di una cantante d’opera, la Hagen si è ritrovata come dono una voce di parecchie ottave che ha sempre offerto al pubblico spudoratamente – contando sui suoi travestimenti, eccentricità ed exploit scioccanti – e generosamente. L’ironia è sempre in primo piano, ed anche in questo concerto ci sono almeno due battute da evidenziare. Dopo averci raccontato della mancanza di un’etichetta su alcune pasticche in Germania che avvertisse le donne incinte che era pericoloso per loro (mentre in Inghilterra era presente), la Hagen spiega come stiano manifestando “pacificamente” (lo sottolinea) in Chiesa contro questi danni sui bambini colpiti da malformazioni e dice: “non in quella (chiesa, N.d.T.) di Ratzinger”. L’altra battuta è sul nostro Presidente del Consiglio ancora in carica: “Voi avete Berlusconi (come problema, N.d.T.) ecco, è un po’ come il nostro Muro prima del crollo.” Ovvio riferimento ai tentativi di censurare la stampa da parte di Berlusconi e le sue accuse che la stampa sia di parte quando lui possiede giornali, televisioni e case editrici.

Il concerto prosegue intervallato da questi episodi che infiammano il pubblico e piano piano Nina ci fa ascoltare per intero il suo Personal Jesus, non proprio aliena dalla cristianità nemmeno negli anni d’oro, se pensiamo che il suo album del 1985 Nina Hagen in Ekstasy conteneva una Lord’s Prayer tratta dalla versione di Aram Katchaturian della Danza delle spade, naturalmente nella sua riformata versione "Hagen". Un'altra chicca del concerto è la sua versione di Spirit in the Sky, ancora dall’Ekstasy album. La cover di Personal Jesus, con il testo di Martin Gore e Steve Martin, è lo stesso con una texture assolutamente blues, voce profondissima e profondamente conturbante. Una scarica di applausi allla sua cover di Woody Guthrie All you Fascist bound to lose

Rassomigliante, sia per ottave sia per scelte irriverenti, alla Diamanda Galas più recente, inneggia a noi, Children of Love, tutti insieme a lei, e intona l’Ave Maria di Schubert fra un We shall overcome per intero e pacifico (Vinceremo) ad una Riders on the Storm. Finale in regola con la (nostra) patria afflitta dalla tv con TV-Glotzer (rifacimento di White Punks on Dope dei Tubes), del 1978, primo singolo con la Nina Hagen Band (che dà il titolo all’album): il testo parla di una “tontolona” (più o meno è traducibile così "glotzer" o "gwaker" in inglese) che siede davanti alla tv, è depressa, si sente vecchia e non ha voglia di fare nulla. Non appena accende la tv si meraviglia di quanto sia stupefacente e fa zapping da un canale all’altro senza fermarsi, asserendo che la letteratura ormai gli fa male allo stomaco. Alla fine si rende conto che la tv è una droga e dà l’assuefazione. Un riferimento alla situazione del nostro paese? E' molto probabile dalla nostra wagneriana Nina che da tempo ha scoperto la psicoanalisi come le valchirie dell’Anello.

TV-Glotzer White Punks on Dope (in originale tedesco)

I hang around [like a couch potato].
Everybody is pissed off at me.
I am sitting at home!
Don't feel like doing anything.
I feel old.
I'm the same as my granny!

I'm going nuts! Well, I won't touch another book
-- it's upsetting to my stomach! Literature? Puke, puke ...

I gawk at the TV (Wow, wow, wow, etc.)
TV, TV, TV, TV -- TV is a drug! -- TV, TV
TV is addictive!

Note Glotzen in tedesco signigica "strabuzzare gli occhi" oppure "rimanere a bocca aperta" davanti a qualcosa di stupefacente.

Pubblicato in: 
GN30 Anno III 8 dicembre 2010
Scheda
Titolo completo: 

NINA HAGEN
Unica data italiana - Per la prima volta a Roma
Personal Jesus
Venerdì 3 dicembre 2010

Video su Gothic Network Channel

Auditorium Parco della Musica

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