Opera di Roma. Apre la stagione nell'alchimia di Faust

Articolo di: 
Livia Bidoli
La damanation de Faust

Dopo 62 anni, ovvero dal 1965, La damnation de Faust rimette piede a Roma, al Costanzi, una maledizione quasi per il titolo difficile, di "non-opera" per Héctor Berlioz, un'inaugurazione nel segno apotropaico e leggendario che coniuga il Maestro Daniele Gatti, alla sua seconda direzione nella capitale; e Damiano Michieletto, che si trova alla sua terza regia dopo il Trittico pucciniano ed Il viaggio a Reims rossiniano. Approfondiamo con Il Sovrintendente Carlo Fuortes ed i due comprimari che il 12 dicembre inaugureranno la stagione 2017-2018 del Teatro dell’Opera di Roma. 

Ascoltiamo dalla voce del Sovrintendente Fuortes come si configura quest'apertura:"La leggenda drammatica di Berlioz, e la chiamo così perché è tutto tranne un'opera, ben distante dalle opere romantiche dello stesso periodo, la prima metà dell'Ottocento (l'opera ha avuto la sua prima in forma di concerto nel 1846 ed è stata denominata dallo stesso autore "légende dramatique",  N.d.R.). Abbiamo quindi scelto di cogliere un rischio non indifferente con questo progetto artistico e siamo orgogliosi di presentarlo con la firma per la seconda volta di Daniele Gatti alla direzione dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma dopo il Tristan und Isolde dell'anno scorso; insieme ad un regista come Damiano Michieletto che ha dimostrato assoluta convergenza ed aderenza con la direzione d'orchestra e con la musica ed il libretto. Convergenza assolutamente indispensabile data la struttura a scene de La damnation de Faust,  in cui inventare e seguire poi un fil rouge è necessario fin dal principio

Ed ora la parola passa al Direttore Daniele Gatti per l'approfondimento della parte musicale: «Lo stesso Berlioz non voleva legarsi indissolubilmente con i due testi principali di Christopher Marlowe e di Johann Wolfgang Goethe (Il libretto de La damnation de Faust è composto da Héctor Berlioz e Almire Gardonnière, tratto dal Faustus di Goethe e tradotto in francese da Gérard de Nerval, N.d.R.), che sono i più rappresentativi per la leggenda del Faust. Berlioz però mette al centro la vittoria di Mefistofele che usa Faust come una sorta di esperimento tra grottesco e ironico, per finire in dramma. Ed è così che il Coro, in questa partitura prettamente sinfonica, si viene a trovare in posizione centrale, vis à vis con l'orchestra. La partitura di metà Ottocento si basa sulle scene scritte sul Faust negli anni '20, poco prima della scrittura della Symphonie Fantastique (1830) in cui l'eroe, in cui prevale il delirio romantico per l'amata, descrive una serie di visioni e Berlioz adopera, per questo poema sinfonico, lo schema della sinfonia beethoveniana, sottolineando altresì il pieno romanticismo dell'opera in tutti i suoi aspetti. Dalla perdita di coscienza, all'assunzione di assenzio fino all'ultimo movimento diabolico, notiamo che il Faust segue parimenti la Symphonie Fantastique, e sono piuttosto il momento goliardico e l'apoteosi di Marguerite che sembrano invece volutamente trattati con leggerezza: qui è Mefistofele a conquistare il palcoscenico, trattato anche musicalmente con spessa profondità. Ed infatti sembra terminare tutto con la penultima scena, senza la morale, come Toscanini sceglieva di fare col Don Giovanni di Mozart. Questo implica anche una riflessione su come nel Faust di Berlioz la prospettiva religiosa, morale e trascendentale non siano di interesse primario

La parola va al regista, Damiano Michieletto, raccordatore tra musica, parole e allestimento scenico in coproduzione col Teatro Regio di Torino ed il Palau de Les Arts Reina Sofia di Valencia: «La damnation de Faust per me rappresenta la possibilità di adoperare linguaggi visivi diversi. Ricchissima e piena di trabocchetti, ho identificato un racconto basandomi sulle scene musicali intessute di colore, costruendo delle tappe, con una storia d'amore che inizia subito sulla scena, al contrario di ciò che aveva pensato Berlioz, che l'aveva situata alla fine. L'amore per Marguerite infatti è l'unico che potrebbe salvare Faust da Mefistofele che per questo vi si frappone. Con Mefistofele abbiamo momenti di esasperato cinismo come di grande divertimento,  prendiamo ad esempio la locandina con il giardino dell'Eden capovolto, ecco, questo racconta ed esalta Mefistofele. Per questo chiediamo al regista a quale epoca ha pensato per lo scenario, e ci risponde: « All'epoca contemporanea: è tutto molto simbolico, compresi i riferimenti ai personaggi; alcuni di loro sono stati aggiunti, come Faust è Marguerite bambini ed i genitori di Faust. La presenza di Marguerite è diluita nel racconto e rappresenta la scoperta dell'amore, mentre Faust è un personaggio come Amleto, dilaniato dai conflitti interiori, vuole suicidarsi all'inizio. La violenza che vedremo durante la celebre marcia ungherese è sintomatica di questa crisi.»

Vogliamo concludere con le parole del Maestro Roberto Gabbiani, direttore del Coro, parte così importante nell'opera di Berlioz: « Ne La damnation de Faust si ha una contrapposizione stridente tra il mondo triviale delle taverne ed il sogno di Faust e questo è esemplificato dal pulviscolo magico delle voci e dalla rarefazione del suono, che si fa tenue. È il correlativo oggettivo della formazione dell'immagine di Marguerite nella mente di Faust. Siamo come trasportati in sonorità del primo Novecento veicolate anche dall'uso di strumenti nuovi, che costringono le voci agli estremi apici delle loro fasce musicali.»

Cast di prima categoria con Pavel Černoch nella parte di Faust in cui ha già debuttato sui palcoscenici europei; uno dei più importanti bassi-baritoni del momento, Alex Esposito canta nella parte di Mefistofele; nel ruolo di Marguerite, Veronica Simeoni, mezzosoprano, che abbiamo già potuto apprezzare in The Bassarids di Henze un paio d'anni fa.

Un'opera ardita e composita nella sua messinscena che corrobora la scelta, da parte del Teatro dell’Opera di Roma, di posizionarsi nella centralità audace europea nelle scelte di cartellone con un fiore all'occhiello per l'inaugurazione, che sarà trasmessa in diretta su Radio Rai 3 ed in tv su Rai 5 durante la prima del 12 dicembre prossimo. 

Pubblicato in: 
GN6 Anno X 8 dicembre 2017
Scheda
Titolo completo: 

Teatro dell'Opera di Roma
Stagione 2017/2018
Inaugurazione il 12 dicembre 2017
fino al 23 dicembre
La damnation de Faust

Musica di Hector Berlioz

Leggenda drammatica in quattro parti
Libretto di Hector Berlioz e Almire Gandonnière
da Johann Wolfgang Goethe tradotto in francese da Gérard de Nerval

Prima esecuzione in forma di concerto
Parigi, Opéra-Comique, 6 dicembre 1846
Durata: 2 ore e 5 minuti ca (senza intervallo)

Direttore Daniele Gatti
Regia Damiano Michieletto

Maestro del coro Roberto Gabbiani
Scene Paolo Fantin
Costumi Carla Teti
Luci Alessandro Carletti
Video Roca Film
Movimenti mimici Chiara Vecchi

Interpreti
Faust Pavel Černoch
Méphistophélès Alex Esposito
Marguerite Veronica Simeoni
Brander Goran Jurić

Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma
con la partecipazione della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera di Roma

Nuovo allestimento
in coproduzione con Teatro Regio di Torino e Palau de Les Arts Reina Sofía di Valencia

in lingua originale con sovratitoli in italiano e inglese

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