Opera di Roma. Idomeneo, l'epica dei rifiugiati

Articolo di: 
Livia Bidoli
Idomeneo

L'Idomeneo, re di Creta mozartiano ha fatto debuttare il Maestro Michele Mariotti all'Opera di Roma l'8 novembre, rimanendo fino al 16 novembre per una serie di serate colme di pubblico. La regia affidata a Robert Crasen mette in scena il dramma dei rifugiati nel Mediterraneo, con la stretta collaborazione della Comunità di Sant'Egidio di Roma. Lo spettacolo è prodotto in collaborazione con Teatro Real di Madrid, Den Kongelige Opera di Copenhagene Canadian Opera Company di Toronto.

Idomeneo si attesta come la prima opera seria di Wolfgang Amaedus Mozart e la sua prima è stata il 29 gennaio 1781 nella splendida cornice rococò del Teatro Cuvillié di Monaco di Baviera, allora teatro di Corte e per volontà dell'Elettore di Baviera Karl Theodor. La migliore orchestra del momento, quella di Monaco, insieme a due cantanti spettacolari per Ilia ed Elettra, le sorelle Dorothea e Liese Wendling. Nasce quindi sotto i migliori auspici questa che a buon titolo si può denominare una tragedia a tinte fosche sul mare che però finirà per riunire i due amanti del sottotitolo, ovvero Ilia e Idamante, altresì ponendo fine agli strascichi di una guerra, quella di Troia, che portò ai due popoli, greco e troiano, una messe di morti, epica per eccellenza.

Tutto inizia sulle sopiagge di un Mediterraneo avversato dall'onde degli sbarchi di rifugiati, guidati da Ilia: il regista Robert Carsen con efficace supporto video di Will Duke, sposta sulle sponde del mare la tragedia di un popolo, quello di Ilia, i troiani sconfitti, rivestendolo degli abiti dei sopravvissuti e dei salvagenti arancioni degli sbarchi – costumi a cura di Luis Carvalho -, che ricordiamo bene sulla nostra isola di Lampedusa soprattutto, che qui è Creta. Tanto vicina è la realtà della Grecia, altro grande porto di sbarchi con tutte le sue isole, e afflitta da una crisi economica che non le impedisce di essere clemente ed accogliente con i profughi. Intanto le luci plumbee del mare in tempesta – a cura di Robert Carsen e Peter Van Praet – prospettano la tragedia che il dio Nettuno presenta ai naviganti Idomeneo e la sua nave. Il climax è dato infatti dalla promessa improvvida di sacrificio di lui: la prima persona che incontrasse a riva avrebbe intrapreso la via dell'Ade, sacrificata a Nettuno per la salvezza sua e dei suoi. Epica mostruosa vorrà che sia il figlio Idamante che Idomeneo incontri sulle dune, volontà di “dei nemici” in mezzo ai flutti.

Una delle parti piu' drammatiche dopo l'ouverture guidata dal debuttante al Costanzi M° Michele Mariotti – che gli aggiudica in pieno quei timbri gravi che ne fanno un'opera drammatica e sinfonica allo stesso tempo, con grande respiro per l'Orchestra quanto per il Coro, e che lui conosce per aver brillantemente affrontato a Bologna – è l'incontro tra Ilia e Idamante, figlio di Idomeneo re di Creta, già innamorati da tempo. L'uno nell'altra scorgono e riconoscono la stessa pietade: sia quando Ilia comincia con “In questi accenti”, proferendo “il padre tuo qual è, qual era il mio”, l'uguaglianza di fondo e la riconoscenza genitoriale in Idomeneo di un padre, Priamo, ormai morto; e, dalla parte di Idamante: “Se tu brami, al tuo impero aprirommi questo seno”, concedendo nella scena terza seguente “Scingete le catene”, la liberazione dei troviani/profughi. Credo che anche solo queste prime tre scene bastino a far convogliare l'attenzione del pubblico su quanta parte abbia speso, e con cognizione, l'attuale dramma dei “barconi nel Mediterraneo” agli occhi di un regista lungimirante come Carsen. E' lampante che la lettura è ardita quanto corretta.

A questo punto, riassumendo in forma brevis la trama, possiamo dire che la contrapposizione Ilia/Elettra, la figlia orfana di Priamo di contro alla figlia orfana di Agamennone – tradito e ucciso da Clitennestra con Egisto e poi vendicato da Oreste – è di un amore compassione versus un amore egoista incapace di perdonare. Tanto quanto l'ottica di Idomeneo si avvicina ad Elettra in questo senso, tenendo da conto soltanto gli interessi di palazzo ed obbligando Idamante a sposare una donna che non ama; tanto la visione del futuro di Idamante è vicina a quella di Ilia, prefigurando quello che alla fine determinerà un nuovo corso della storia, verso il rinnovamento, prospiciato dai due “figli” capaci di compassione e di sacrificio di fronte all'ira letteralmente “tempestosa” degli dei.

In queste due parti di Idamante ed Ilia due cantanti di pieno vigore: lo spagnolo, premio Operalia nel 2008, Joel Prieto, tenore caldo e commovente nei suoi empiti morbidamente tessuti; dall'altra, Rosa Feola, soprano dalle doti straordinarie, cristallina e agile nel mutar di tono e di profonda espressione drammatica, struggente. Idomeneo ha la voce dell'americano Charles Wokman, tenore drammatico dalla potenza piena e vivace sinanche nelle sfumature piu' basse, e durante le fasi piu' drammatiche come quella del sacrificio del figlio Idamante. Elettra, interpretata dal soprano svedese Miah Persson, è meravigliosamente potente durante la scena del disperato suicidio dopo il passaggio del trono ad Idamante ed Ilia, che determina la fine di tutte le sue speranze per il compimento del suo amore e per le sue brame sul regno. Il passaggio del trono alla coppia che rappresenta il nuovo è rcihiesto dagli dei, rappresentati dalla voce del basso ucraino, grande interprete formatosi con il progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, Andrij Ganchiuk.

Suggestiva rilettura del mito tradotto in opera da Mozart, il dramma della storia è massima opera di belcanto, di grande ed elaborata tessitura sinfonica che Mariotti dirige tingendo il soffio musicale di tutte le sfumature e colorature, soprattutto con gli archi vibranti dell'Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma. Il Maestro Gabbiani si trova a guidare un Coro personaggio insigne che a gran voce chiede e perora la causa della pietà verso i rifiugiati troiani; per Idomeneo e per Idamante: ben intepretando una causa che oggi reclama una virtus vincolata alla salvezza di uno come tutti, umanitaria ed eguale per tutti e che, come ha dichiarato il Sovrintendente Carlo Fuortes: “E' stata di immaginare questa grande storia di guerra, e poi di pace nel Mediterraneo, come una metafora dell’oggi, un oggi finalmente compassionevole verso gli ultimi.

Pubblicato in: 
GN4 Anno XII 20 novembre 2019
Scheda
Titolo completo: 

Teatro dell'Opera di Roma
Stagione 2018/2019
Idomeneo, re di Creta
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Dramma per musica in tre atti
Libretto di Giambattista Varesco

Prima rappresentazione
Monaco di Baviera, Teatro Cuvilliés, 29 gennaio 1781
Durata: 3h 15' circa - atto I e atto II 1h 40' - intervallo 30' - atto III 1h 5'
Direttore Michele Mariotti
Regia Robert Carsen

MAESTRO DEL CORO Roberto Gabbiani
SCENE Robert Carsen e Luis Carvalho
COSTUMI Luis Carvalho
LUCI Robert Carsen e Peter Van Praet
MOVIMENTI COREOGRAFICI Marco Berriel
VIDEO Will Duke

PRINCIPALI INTERPRETI

IDOMENEO Charles Workman
IDAMANTE Joel Prieto
ILIA Rosa Feola / Adriana Ferfecka 14 novembre
ELETTRA Miah Persson
ARBACE Alessandro Luciano
GRAN SACERDOTE Oliver Johnston
UNA VOCE Andrii Ganchuck *

dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma

Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma

Nuovo allestimento Teatro dell’Opera di Roma
in coproduzione con Teatro Real di Madrid,
Den Kongelige Opera di Copenhagen
e Canadian Opera Company di Toronto

con sovratitoli in italiano e inglese

Si ringrazia la Comunità di Sant’Egidio per la preziosa collaborazione
La recita dell'8 novembre sarà trasmessa in diretta su Rai radio 3

Questa edizione di Idomeneo è dedicata a Paolo Grassi, nel centenario della nascita.