Palaexpo e National Geographic. La sopravvivenza del cibo

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Roma. La mensa della Caritas. Antonio Politano

Aspettando l'Expo Milano, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, si è aperta il 19 novembre 2014 una mostra dedicata al cibo, in contemporanea all'apertura della 2° Conferenza Internazionale sulla nutrizione della FAO, 19-21 novembre a Roma. L'esposizione, curata da Marco Cattaneo, continuerà fino al 1° marzo 2015 ed è promossa da National Geographic con il patrocinio della FAO e dell'ambasciata USA.

Sono esposte oltre 90 fotografie scattate in tutto il mondo dai migliori professionisti della celeberrima rivista. Le splendide fotografie stampate perfettamente sono da guardare attentamente non solo perché si rimane incantati dalla bravura dei fotografi ma per la sottesa narrazione, molto esplicita sulla diverse situazioni nel mondo. È un peccato che le informazioni  contenute nei pannelli esplicativi siano incomplete, parlano dei problemi legati alla produzione, all'impatto ambientale dell'agricoltura e dell'allevamento intensivi e all'ineguale distribuzione del cibo ma non delle cause che li hanno generati.

Non ci siamo meravigliati in quanto il cibo e l'acqua, necessaria per produrlo, sono un affare colossale per le multinazionali, soprattutto lo saranno nel futuro. Cosa manca a riguardo? La speculazione sul cibo, come materia prima, è un'ignobile realtà, consentita dai governi occidentali che hanno permesso di scommettere sul cibo – i futures - come testimoniato da giornali come il Wall Street Journal.

I cartelli delle multinazionali, sono degli oligopoli di fatto, il libero mercato non esiste, e stabiliscono il costo di: grano, riso, granturco, caffè,.etc. Per non parlare dell'enorme giro d'affari delle multinazionali non solo su sementi, fertilizzanti, antiparassitari, ma anche sulla distribuzione delle materie prime e dei prodotti alimentari. In breve si parla degli effetti senza parlare delle cause.

Tornando alla mostra è divisa in sezioni, nella prima dal titolo: Nutrire il pianeta, 9 miliardi di persone, (proiezione per il 2050): alcune foto mostrano la produzione di piccoli agricoltori con mezzi ancora rudimentali per poi passare ad una dimensione industriale, come l'allevamento di maiali nel Mato Grosso in cui si è risolto il problema degli escrementi, riutilizzandoli sia come fertilizzanti sia per la produzione di metano. La foto di Steinmnmetz sulla fattoria di Vulgamore  (Kansas) ha come soggetto le coltivazioni di graminacee negli stati centrali degli USA.

In questa realtà le piante sono cloni, tutte geneticamente uguali, una debolezza intrinseca, infatti la diversità biologica, nella stessa specie e, in questo caso, nelle diverse varietà di piante, è infatti una fondamentale protezione. Le monoculture in stati come il Kansas occupano spazi enormi, questo le espone molto di più all'attacco dei parassiti in quanto l'alternanza delle culture è un freno, perché in genere ogni patogeno è specifico per quella specie. La soluzione di usare OGM non risolve il problema perché vengono attaccati lo stesso, la controprova è che si continuano ad usare gli antiparassitari, che costituiscono un fattore fondamentale nell'accelerazione della selezione di parassiti incrementandone la resistenza.

La monocultura intensiva, inoltre, rende sempre meno fertile il terreno e aumenta il consumo dei fertilizzanti che inquinano l'acqua arrivando anche al mare, mentre l'antica rotazione delle colture è il modo migliore per arricchire la microbiologia del terreno, ma di questo non viene fatta parola. Il costo delle sementi unito a quello dei fertilizzanti e degli antiparassitari può diventare insostenibile soprattutto per i piccoli produttori che s'indebitano pesantemente; è stato recentemente documentato l'aumento dei suicidi in India da Vandana Shiva. Sull'argomento ci 'sono dati e opinioni diverse, ma l'esorbitante disponibilità finanziaria delle multinazionali che permette un facile accesso ai media, il finanziamento di scienziati favorevoli agli OGM e l'attività di lobby, per esercitare pressioni sui politici e i tecnici dei diversi stati, ci rende molto diffidenti sulla neutralità dei dati a favore.

Una parte, Rivoluzione Azzurra, è dedicata all'Acquacoltura, cioè all'allevamento di pesci e molluschi, particolarmente vantaggiosa, se si pensa che ogni singola femmina depone milioni di uova, tra l'altro l'equilibrio dell'ecosistema marino è sempre più a rischio per l'inquinamento e il modo dissennato di praticare la pesca. In questo caso sono illustrati i diversi modi di praticare l'acquacoltura, sia quelli da evitare perché inquinanti e nocivi, sia quelli praticati correttamente.

La terza sezione, Il granaio del futuro è dedicato all'Africa, (Liberia, Mozambico), dove è in corso una nuova modalità di sfruttamento coloniale con le gigantesche monoculture, da cui ricavano ricchezza solo le multinazionali; nelle zone tropicali ed equatoriali, le monocolture sono maggiormente esposte al pericolo dell'attacco dei parassiti e delle malattie portate dagli animali, un errore che andrebbe evitato ma quando si è accecati dall'avidità ...

Nella parte successiva è documentato Il nuovo volto della fame nei progrediti paesi occidentali, un'altra devastante conseguenza del Liberismo economico, che ha prodotto i licenziamenti e la riduzione dei salari; è una parte che ci riguarda molto da vicino. Gli effetti sono abbastanza chiari: la povertà e la conseguente malnutrizione che riguardano le masse, favoriscono anche la diffusione delle malattie, peggio ancora quando si tratta dei bambini perché le loro conseguenze sullo sviluppo sono irreversibili. I volti e gli sguardi colti dai fotografi non si dimenticano facilmente.

La sezione dedicata all'evoluzione della dieta nella storia dell'uomo è necessariamente lacunosa in quanto lo studio antropologico dell'evoluzione alimentare è una materia complessa. La parte dedicata alla Rivoluzione verde è soprattutto propaganda per multinazionali come la Monsanto, si parla degli OGM senza vagliare le differenze nella ricerca del miglioramento genetico, dndo per scontato che sia tutto positivo senza introdurre un fondamentale principio: quello di precauzione,

Alcune fotografie sono dedicate alle banche dei semi, una importantissima, non citata, è a San Pietroburgo dove è miracolosamente sopravvissuta all'assedio che affamò per lunghi mesi l'allora Leningrado, grazie alla dedizione degli scienziati. Riguardo ai semi, fallito, per ora, l'intento di brevettare i semi naturali, le banche possono essere utilizzate solo dai ricercatori scientifici. In Europa è vietata non solo la commercializzazione dei semi di specie antiche locali, ma anche che ci sia uno scambio per procurarseli tra piccoli agricoltori, come recentemente documentato da Report.

Ci sono anche foto dedicate allo spreco alimentare, problema vergognoso e reale, si colpevolizza il singolo cittadino, che certo deve contribuire, ma senza minimamente accennare che lo spreco e la non corretta alimentazione sono frutto della pubblicità, per indurre un comportamento compulsivo nell'acquisto. Non sono citati gli inconfessabili interessi di chi distrugge le derrate per far aumentare i prezzi o intralcia la corretta distribizione per lucro. Le ultime splendide foto sono antiche e riguardano un recente passato che sembra ormai lontanissimo. 

Pubblicato in: 
GN6 Anno VII 11 dicembre 2014
Scheda
Titolo completo: 

Palazzo delle Esposizioni
National Geographic Italia. Food, il futuro del cibo
Biglietti
Intero € 12,50 - ridotto € 10,00
ridotto 7/18 anni € 6,00 – gratuito fino a 6 anni
scuole € 4,00 per studente
con prenotazione obbligatoria per gruppi e scuole

Il biglietto permette di visitare tutte le mostre in corso al Palazzo delle Esposizioni
Il prezzo riservato per le scuole è da intendere per studente dal martedì al venerdì (esclusi i festivi) - minimo 10 massimo 25 studenti.
Per i gruppi e le scolaresche la prenotazione è obbligatoria

Orario sale espositive
Martedì, mercoledì, giovedì: 10.00 - 20.00
Venerdì, sabato: 10.00 - 22.30
Domenica: 10.00 - 20.00
L'ingresso è consentito fino a un'ora prima dell'orario di chiusura
Lunedì: chiuso

Vedi anche: 

Jared Diamond Armi, acciaio e malattie ed.Einaudi
Naomi Klein No logo, ed Baldini Castoldi Dalai editore; Schock Economy ed, Rizzoli e il non ancora tradotto: This changes everything, Capitalism vs Climate ( Questo cambia ogni cosa Capitalismo contro Clima) www.naomiklein.org/main