La Parte degli angeli. L'estrema coerenza di Ken Loach

Articolo di: 
Elena Romanello
La parte degli angeli

Corre il rischio di essere ricordato solo come il film non visto al Torino film festival 2012 per la defezione del regista Ken Loach per solidarietà con i precari del Museo del cinema licenziati: ma La parte degli angeli è anche molto di più, un film capace di raccontare di argomenti forti, i diritti dei disadattati, le ingiustizie sociali, scegliendo un tono leggero e irriverente. A 76 anni Loach non rinuncia certo alle sue battaglie a favore degli ultimi, ma questa volta lo fa scegliendo i toni della commedia, tra l’irriverenza di film come L’erba di Grace e reminescenze del Monicelli de I soliti ignoti, chissà se volute o  meno.

Nei quartieri degradati di Glasgow, Robbie, ex teppista con precedenti penali, decide di cambiare vita per amore della sua compagna e del bimbo che gli è appena nato. Con l’aiuto di Rhino, responsabile dei progetti di lavori socialmente utili per evitare il carcere, e con alcuni suoi compagni di sventura, tutti condannati ai lavori socialmente utili con l’ipoteca di rifinire in galera, entra in contatto con il mondo delle distillerie di whisky, e l’occasione nelle Highlands di un’asta di una botte di whisky rarissimo fa balenare a Robbie e amici un modo per cambiare la vita definitivamente.

Il film inizia in maniera dura, anche se la sequenza iniziale che dimostra l’inadeguatezza dei servizi sociali e della polizia di fronte ai problemi degli ultimi della terra è da piegarsi in due dal ridere (senza smettere di pensare, ovviamente), ma poi vira verso la fiaba moderna, con un finale edificante, alla maniera di Loach, che vuole comunque dare una seconda possibilità ai suoi protagonisti e eroi, ex violenti drogati che si sono commossi di fronte alla paternità e si vergognano del male fatto, ladruncoli per vocazione, storditi cronici. Una seconda possibilità che arriva in maniera non forse ortodossa, non forse molto legale, ma il regista sembra suggerire non più legale e morale di una società in cui quattro ricconi sono disposti a sborsare cifre enormi per un whisky raro.

Una Scozia dura, quella dei quartieri difficili, ma dove ci sono anche posti belli, come il castello di Edimburgo, e posti magici come le distillerie delle Highlands, è la grande protagonista della vicenda, scandita dalla celebre canzone I’m Gonna Be (500 miles) che accompagna le avventure e disavventure di questa combriccola di antieroi per i quali si finisce per tenere e parteggiare e che riuscirà a trovare il suo riscatto e la sua vita, almeno su Robbie si è sicuri, sugli altri è lecito nutrire qualche dubbio, ma l'ottimismo del regista non manca di contagiare.

Del resto, non è la prima volta che Ken Loach riesce ad appassionare al mondo degli ultimi, non sempre simpatici, buoni ed eroi, senza essere moralistico, ma con la capacità comunque di commuovere e divertire, e una delle ultime scene, quando il paterno Rhino, forse comunque il vero eroe della storia, che ha dedicato la sua vita ai reietti della società, riceve il regalo di Robbie è capace di far scendere qualche lacrimuccia.

Una curiosità sul titolo: la parte degli angeli è nel gergo dei fabbricanti di whisky quella parte, circa il due per cento, che evapora nel cielo e, si dice, che la bevano appunto gli angeli. Angeli come Rhino, sembra suggerire Loach, o angeli come è in definitiva Robbie, che comunque merita una seconda possibilità.

Pubblicato in: 
GN9 Anno V 7 gennaio 2013
Scheda
Titolo completo: 

La parte degli angeli
(The Angels' share)
GENERE: Commedia, Drammatico
REGIA: Ken Loach
SCENEGGIATURA: Paul Laverty
ATTORI: John Henshaw, William Ruane, Roger Allam, Daniel Portman, Paul Brannigan

Uscita al cinema 13 dicembre 2012

FOTOGRAFIA: Robbie Ryan
PRODUZIONE: Entertainment One, Sixteen Films, Why Not Productions, Wild Bunch
DISTRIBUZIONE: BIM
PAESE: Francia, Gran Bretagna 2012
DURATA: 101 Min
FORMATO: Colore

NOTE: In concorso al Festival di Cannes 2012