Piano Magic. Il tono cupo e solenne dell'oggi

Articolo di: 
Silvia Bove
Piano Magic

I Piano Magic in concerto al Circolo degli Artisti di Roma il 10 novembre 2009 in una formula innovativa della new wave degli anni '80: tra Dead Cand Dance e Cocteau Twins evocando gli Editors.

Glen Johnson (vocals) porta in scena il nuovo lavoro del gruppo, Ovations, e lancia sul pubblico in ascolto attento voce e chitarre che si sovrappongono, e a fine concerto restano in feed back, come nei migliori Cure, quando il suono della chitarra di Robert Smith ne rincorreva l’arte e le visioni oscure, i voli delle sue intemperanze emotive.

E quando il suono cambia respiriamo atmosfere molto note ad altre band, Editors, per citare non a caso. Glen Johnson ci tiene desti, con voce allineata e suadente, e il gruppo, quasi una sua emanazione, lo segue: batteria incessante e analitica, pelli tirate dei tamburi, ritmi anni ‘80. Un compito ben eseguito, fino a raggiungere anche i ritmi sincopati, tanto cari a Siouxsie and the Banshees.

La voce di Johnson è sempre protagonista, a tratti riporta in vita Jan Curtis dei Joy Division, senza nessuna assonanza esistenziale, però. I Piano Magic non affondano certo nell’inconsulta mistica vibrazione che elevava i Joy Division a pionieri della metafisica di una nuova era, resa musica.

Il leader coinvolge la platea, dialoga continuamente, intrattiene, comunica e diverte, ecco perché forse il tono cupo e solenne dei brani, tutti adagiati negli ‘80, non mi appare sostenuto da un autentico tormento, si sospetta un esercizio di stile equilibrato, non la rappresentazione di una verità chiara, altra.

Tutti dichiarati gli amori musicali dei Piano Magic, così arriva l’atteso tributo ai Dead Can Dance con la cover misurata e fedele di Advent, a ricordare la collaborazione attuale con Brendan Perry e Peter Ulrich.

Generosa resta l’esibizione, soprattutto quella salvifica del front man che chiude il concerto con una versione inizialmente solo sussurrata di Music Won’t Save You From Anything But, che emoziona e accudisce il suo pubblico, lasciandoci rievocata la Dark filosofia, la New Wave di cui i Piano Magic si sono fatti figli, figli appunto, non certo padri del nuovo.

Pubblicato in: 
GN2 Anno II 18 novembre 2009
Scheda
Titolo completo: 

Tracklist

1. Recovery Position
2. The Blue Hour
3. Jacknifed
4. Dark Horses
5. Love + Music
6. Great Escapes
7. Incurable
8. Advend (Dead Can Dance)
9. The Faint Horizon
10. King Cannot Be Found
11. The Last Engineer
12. On Edge
13. (Music Won’t Save You From Anything But) Silence