Roma celebra Raffaello alle Scuderie del Quirinale

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Raffaello Madonna con il Bambino e san Giovannino (Madonna d'Alba) 1510 circa. National Gallery of Art, Washington, D.C.

Nella ricorrenza dei cinquecento anni della prematura morte a trentasette anni di Raffaello Sanzio, avvenuta il 6 aprile 1520, si è scelto di celebrare il sommo artista con una mostra, che ha riaperto il 2 giugno e sarà visitabile fino al 30 agosto.

Il progetto è l’evento più importante del programma approvato dal Comitato Nazionale, istituito dal Ministro Dario Franceschini e presieduto da Antonio Paolucci ed è stata realizzata dalle Scuderie del Quirinale insieme alle Gallerie degli Uffizi. L’esposizione ricca di 204 opere di cui 120 dello stesso Raffaello, tra dipinti e disegni, è a cura di Marzia Faietti e di Matteo Lafranconi con il contributo di Vincenzo Farinella e Francesco Paolo Di Teodoro. La scelta di svolgerla a Roma è basata su due considerazioni: è il luogo in cui si è affermato lo straordinario talento di Raffaello e anche dove è morto e dove si è voluto fare seppellire. Il titolo Raffaello 1520 – 1483 indica che il percorso è stato immaginato a ritroso e inizia dalla morte.

Raffaello visse a Roma, dal 1509 al 1520, divenne responsabile della Fabbrica di San Pietro nel 1514 e fu nominato anche “praefectus marmorum et lapidum omnium” dal 27 agosto 1515. Un incarico che visse con passione, lo dimostrano gli studi per la ricostruzione grafica di Roma antica affidatagli dal pontefice, a cui va collegata la Lettera a Leone X sull’architettura classica scritta con il sostegno letterario di Baldassar Castiglione. Sono in mostra sia la lettera che il Ritratto del grande umanista, proveniente dal Museo del Louvre insieme all’Autoritratto con amico, frutto dello scambio con L’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci, controverso e discutibile per motivi di conservazione data la fragilità del disegno.

L’esposizione inizia e dedica alcune sezioni proprio allo studio dell’antico che animava l’ambiente culturale dell’epoca in sommo grado a Roma, dove innumerevoli erano le testimonianze visibili e quelle sotterranee erano state appena scoperte: la Domus Aurea. Molti artisti si calarono in quelle che erano denominate “grotte” e analizzarono i dipinti, allora perfettamente conservati. Di queste visite la rielaborazione più nota è quelle della reinvenzione di decorazioni dette non a caso grottesche, di cui lo stesso Raffaello e la sua bottega fecero largo uso negli affreschi decorativi di Villa Madama, delle Logge Vaticane e della Farnesina a via della Lungara a Roma. In questa sezione è anche presente un’installazione multimediale a cura di Alessandro Viscogliosi e realizzata da Katatexilux, la ricostruzione della Pianta di Roma antica, la grande impresa archeologico-architettonica che Raffaello lasciò incompiuta alla sua morte.

I disegni di Raffaello e in particolare quelli sul Pantheon fanno comprendere perché l’artista abbia voluto esservi seppellito con le stringenti disposizioni che diede riguardo alla sua tomba; disposizioni tramandate da Vasari: “Ordinò poi che de le sue facultà in Santa Maria Ritonda si restaurasse un tabernacolo di quegli antichi di pietre nuove et uno altare si facesse con una statua di Nostra Signora di marmo, la quale per sua sepoltura e riposo dopo la morte s’elesse nel suo caso per l’adattamento dei tabernacoli antichi ad altari cristiani.” La fattura della statua fu affidata come in Santa Maria del Popolo a Lorenzetto - Lorenzo di Lodovico di Guglielmo, conosciuto come Lorenzo Lotti - con il sostanziale intervento, a partire dal 1524, di Raffaele da Montelupo (Raffaele Sinibaldi). Il curatore Matteo Lafranconi afferma che:” il modello è stato individuato nella figura femminile drappeggiata nella posa della Venere di Capua, copia romana di originale ellenistico oggi nel portico esterno del Braccio Nuovo dei Musei Vaticani ma ricordata nei giardini della residenza di Ippolito d’Este al Quirinale alla metà del Cinquecento e nota già a inizio secolo in quanto documentata nelle fattezze di Vittoria alata tra i disegni raccolti nel Codice Escurialense”.

La decisione della riproduzione, per altro ben fatta della tomba dell’artista al Pantheon presente in mostra ci ha lasciato perplessi, perché il monumento è a Roma, è vicino ed è possibile vederlo gratuitamente, il contesto architettonico fa capire meglio le intenzioni dell’artista, inoltre la sua presenza leva solo spazio alle altre opere. Del resto se si vuole approfondire a parte Villa Madama, non aperta al pubblico in quanto ora è sede di rappresentanza del ministero degli Affari esteri, il resto: Stanze di Raffaello in Vaticano, Villa la Farnesina, e le chiese: Sant’Agostino, Santa Maria della Pace e Santa Maria del Popolo sono visitabili, e a Roma, per volontà del suo vescovo, il papa, l’ingresso in chiesa è gratuito.

L’esposizione di molti disegni non visibili abitualmente, se non agli studiosi per motivi di conservazione, è secondo noi l’aspetto di maggior rilievo che rende questa mostra imperdibile. I disegni sono di Raffaello, della sua cerchia e di altri artisti come Antonio da Sangallo il giovane, provenienti da musei come gli Uffizi ma anche da collezioni private. Vari disegni in esposizione testimoniano l’interesse di Raffaello per l’antico dal Cavallo del gruppo dei Dioscuri sul Quirinale all’Apollo del Belvedere. Alcuni sono esposti con il modello: il Torso di Apollo (Torso Sassi) - Museo Archeologico Nazionale di Napoli - con il disegno dello Studio di nudi con il torso Sassi dell’Albertina di Vienna, la Testa di Dace - Braccio Nuovo dei Musei Vaticani - con gli Studi da due sculture antiche (la testa di un Dace e la figura di un Sileno) - Palais des Beaux-Arts di Lille - la Statua di Antinoo del Museo Archeologico Nazionale di Napoli con il disegno di Giona appartenente alle collezioni reali inglesi.

In questa sezione si può ammirare il Ritratto di papa Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi, mirabile dipinto di Raffaello, restaurato in occasione della mostra, il cui prestito dagli Uffizi ha suscitato non poche polemiche. Il papa Medici amante delle arti sostenne Raffaello e poco dopo l’elezione (1513) gli affidò la responsabilità della Fabbrica di San Pietro (1514) e poi lo nominò “praefectus marmorum et lapidum omnium” (1515). Il restauro ha esaltato lo splendore cromatico dei diversi rossi, ha evidenziato le ombre, che mettono in risalto i volti dei ritratti, e il prezioso e istoriato campanello. Una considerazione a parte meritano i vari documenti in mostra, da molto tempo ci chiediamo il senso di queste presenze: un documento, un libro come il De Architectura di Vitruvio o il Codex Escurialensis che contiene vari disegni. Che senso ha esporre due pagine di un testo che andrebbe studiato con attenzione? 

Finora abbiamo parlato dei disegni legati allo studio dell’antico ma nelle sezioni successive segnaliamo gli studi per i quadri alcuni esposti vicini ai dipinti, altri per gli affreschi, di grande rilevanza perché si riferiscono alle Stanze in Vaticano ricordiamo il Mosè inginocchiato davanti al roveto ardente 1514 (Museo e Real Bosco di Capodimonte) e Il Sogno di Giacobbe - Londra, The British Museum - per la Stanza di Eliodoro e quelli per la Sala di Costantino. Tra i dipinti ricordiamo l’Estasi di Santa Cecilia (Santa Cecilia con i santi Paolo, Giovanni Evangelista, Agostino e Maria Maddalena 1518) proveniente dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna vicino allo studio preparatorio - Parigi Petit Palais e il San Giovanni Battista e lo studio preparatorio 1517 -18 delle Gallerie degli Uffizi. In questa parte sono presenti anche meravigliosi dipinti come La Visitazione (1516 1517) e la Madonna della Rosa (1518) dal Museo del Prado e la Madonna del Divino Amore (1516) del Museo di Capodimonte. Dai Musei Vaticani proviene Sacrificio di Listra 1517-1519 Arazzo, lana, seta e argento dorato con il Facsimile del cartone di Raffaello.

Anche il secondo piano ospita una notevole quantità di preziosi disegni tra cui alcuni progetti architettonici dell’Urbinate e di altri riguardanti la Cappella Chigi in Santa Maria del Popolo, la Basilica di San Pietro e Villa Madama, che è illustrata anche da un video. Ci sono anche qui disegni preparatori per i grandiosi cicli di affreschi delle Stanze Vaticane, e quelli per i dipinti. In mostra alcuni dei mitici dipinti hanno accanto i disegni preparatori: la Madonna dell’Impannata 1511 - Galleria Palatina – e la Madonna con il Bambino, sant’Elisabetta e un’altra santa (Studio per la Madonna dell’Impannata dalle collezioni reali inglesi), la Madonna con il Bambino (Madonna del Granduca 1506 - 1508) con lo Studio per la Madonna con il Bambino 1505  dalla Galleria Palatina e dagli Uffizi, la Madonna con il Bambino e san Giovannino (Madonna d'Alba) - 1510 circa National Gallery of Art, Washington, D.C. – e lo Studio di figura seduta per la Madonna d’Alba (1510 – 1511) - Lille, Palais des Beaux-Arts, la Madonna con il bambino (Madonna Tempi 1507 - 1508) – Monaco Alte Pinakothek –e il Frammento del cartone preparatorio della Madonna Tempi 1507-1508 circa - Montpellier Mèditerranèe Mètropol, Musée Fabre.

Sono in esposizione altri celeberrimi capolavori tra cui, vicini ,il Ritratto di donna nei panni di Venere (Fornarina 1519-1520) da Palazzo Barberini (Roma) e il Ritratto di donna detta “La Velata” (1512-1513) dalla Galleria Palatina (Firenze), la Dama con il Liocorno (1504 1505) dalla galleria Borghese, l’Autoritratto (1506-1508) giovanile dagli Uffizi e il Ritratto di papa Giulio II (Ante marzo 1512) –  The National Gallery, Londra - che affidò a Raffaello l’incarico di affrescare le “Stanze” terminate poi sotto il pontificato di Leone X. Uno degli aspetti che è possibile approfondire è come l’artista abbia tratto insegnamento e ispirazione non solo dall’arte classica ma anche da alcuni artisti che l’avevano preceduto come Perugino e Leonardo. Lo studio delle espressioni facciali così presente nei disegni e nei dipinti di Leonardo sicuramente influenzò il più giovane Raffaello, i ritratti, maggiormente, ma anche i quadri e gli affreschi denotano come sia raffinato lo studio delle espressioni dei volti e dei contesti nella raffinata scelta della tavolozza timbrica, di cui è un esempio anche il Ritratto di ragazzo (1513-1516) - Madrid, Museo Nacional Thyssen – Bornemisza.

Analogo percorso si coglie nella composizione e nella raffigurazione dei paesaggi di sfondo ne sono un interessante esempio due opere non in mostra ma citate, la Deposizione Baglioni (1507) che ha come modello il Compianto sul Cristo morto di Perugino e la Trasfigurazione (1518-1520) terminata da Giulio Romano in cui la curatrice, Marzia Faietti, coglie suggestioni da Mantegna e di cui in mostra ci sono alcuni disegni preparatori. La mostra è meglio fruibile al piano superiore per la disposizione delle opere e per l’illuminazione, anche se abbiamo proposto all’attenzione alcune nostre perplessità, la mostra è sicuramente imperdibile per la scelta dei dipinti e per la ricchezza dei disegni. Non è possibile elencare tutto e così abbiamo scelto di evidenziare solo le opere di Raffaello e non tutte, ma ci sono anche quelle di altri che meritano attenzione e tempo per la visita.

Pubblicato in: 
GN18 Anno XII 12 marzo 2020
Scheda
Titolo completo: 

Raffaello 1520-1483
Scuderie del Quirinale

Via XXIV Maggio 16 - 00187 ROMA

La mostra “Raffaello 1520-1483” riapre dal 2 giugno al 30 agosto.

Nuovi orari di apertura al pubblico dal 2 giugno
Da lunedì a domenica ore 9:00 - 22:00
L’ingresso è consentito fino alle 20.30

Info
Sito: https://www.scuderiequirinale.it
E-mail: info@scuderiequirinale.it
call center +39 02-92897722

Comitato scientifico presieduto da Sylvia Ferino con Nicholas Penny (già direttore National Gallery di Londra), Barbara Jatta (direttore Musei Vaticani), Dominique Cordellier (Musée du Louvre), Achim Gnann (Albertina, Vienna), Alessandro Nova (Kunsthistorisches Institut, Firenze), Alessandro Viscogliosi (Sapienza,Università di Roma), Mario Scalini (Direttore regionale Musei dell’Emilia Romagna), Guido Cornini (responsabile scientifico per l’arte dei secoli XV-XVI dei Musei Vaticani).
Prestatori:
Gallerie Nazionali di Arte Antica, Pinacoteca Nazionale di Bologna, Museo e Real Bosco di Capodimonte, Galleria Borghese, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Fondazione Brescia Musei, e poi ancora Musei Vaticani, Louvre, National Gallery di Londra, Museo del Prado, Museo Nacional de Artes decorativas di Madrid, Patrimonio Nacional, National Gallery of Art di Washington, Metropolitan Museum di New York, Albertina di Vienna, British Museum, Royal Collection, Ashmolean Museum di Oxford, Musée des Beaux-Arts di Lille.
Raffaello 1520-1483
Scuderie del Quirinale
Via XXIV Maggio 16 - 00187 ROMA

Info
Sito: https://www.scuderiequirinale.it
E-mail: info@scuderiequirinale.it
call center +39 02-92897722

Comitato scientifico presieduto da Sylvia Ferino con Nicholas Penny (già direttore National Gallery di Londra), Barbara Jatta (direttore Musei Vaticani), Dominique Cordellier (Musée du Louvre), Achim Gnann (Albertina, Vienna), Alessandro Nova (Kunsthistorisches Institut, Firenze), Alessandro Viscogliosi (Sapienza,Università di Roma), Mario Scalini (Direttore regionale Musei dell’Emilia Romagna), Guido Cornini (responsabile scientifico per l’arte dei secoli XV-XVI dei Musei Vaticani).
Prestatori:
Gallerie Nazionali di Arte Antica, Pinacoteca Nazionale di Bologna, Museo e Real Bosco di Capodimonte, Galleria Borghese, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Fondazione Brescia Musei, e poi ancora Musei Vaticani, Louvre, National Gallery di Londra, Museo del Prado, Museo Nacional de Artes decorativas di Madrid, Patrimonio Nacional, National Gallery of Art di Washington, Metropolitan Museum di New York, Albertina di Vienna, British Museum, Royal Collection, Ashmolean Museum di Oxford, Musée des Beaux-Arts di Lille.