Santa Cecilia. Pappano omaggia Verdi e Britten

Articolo di: 
Daniela Puggioni
 Antonio Pappano, Ian Bostridge e Alessio Allegrini

In occasione delle celebrazioni del bicentenario della nascita di  Giuseppe Verdi e dei cento anni di quella di Benjamin Britten, il maestro Antonio Pappano ha proposto, del primo, il  Quartetto in mi minore per archi, nella versione per orchestra, e, del secondo, la Serenata per tenore, corno e archi. Il concerto è stato completato dalla Sinfonia n. 5  in do minore op. 67 di Beethoven, quanto segue  è riferito alla sera del 27 maggio.

Il quartetto in mi minore fu composto nel 1873, lo stesso del Requiem, e rappresenta l'unico esempio di questo tipo di composizione nel catalogo verdiano. In una epoca  di contrapposizione nazionalista che aveva coinvolto anche la musica, Wagner ne è l'esempio paradigmatico della Germania, Verdi difese sempre veementemente la peculiarità italiana, il melodramma, che veniva messo sotto accusa anche in Italia. Il quartetto è una forma musicale nata e cresciuta, inizialmente, nell'ambito del classicismo viennese e poi in Germania, e a parte Boccherini e Cherubini, estranea alla tradizione italiana e lontanissima dall'esperienza verdiana.

Varie sono state le ipotesi su cosa abbia spinto il sessantenne compositore a cimentarsi in questa forma musicale, ma nessuna certa, sicuramente parlò del suo quartetto sempre con modestia, sminuendolo come una piccola cosa. Quando nel 1877 gli arrivò la richiesta da Londra di eseguirlo portando a 20 ogni parte, la accolse con entusiasmo ritenendo che con più strumenti avrebbe avuto una resa migliore; con tutto il rispetto per l'autore riteniamo che la versione cameristica sia più incisiva e coinvolgente ma è una opinione strettamente personale.

Questa composizione, che è tutt'altro che poca cosa, è nei classici quattro movimenti e si impone fin dall'Allegro iniziale  per la tensione che sfocia dall'equilibrio tra contrappunto, ritmo incalzante e melodia. Se il contrappunto deriva dalla tradizione polifonica di Palestrina, che l'ultimo Verdi coltivò intensamente nelle sue composizioni, come non pensare a Tutto nel mondo è burla, finale del Falstaff, la tensione e l'energia ricordano Beethoven, l'unico tedesco evocato in questa personalissima visione di questa forma musicale.

Diverso è il carattere dell'Andantino, successivo con la  sua soave eleganza, anche se alcuni incisi rimandano al carattere del primo movimento. Il terzo movimento, Prestissimo, dopo un inizio in cui la tensione domina con un ritmo vorticoso e una dinamica estrema tra pianissimo e fortissimo, sfocia in uno splendido cantabile per poi concludersi con la ripresa del tema iniziale.

Del tutto inattesa, per un quartetto è la conclusione con lo Scherzo Fuga, solo Beethoven aveva pensato di concludere così, il Quartetto op.130 per poi staccare la Grande Fuga e pubblicarla a parte. È un pezzo che richiede notevole perizia da parte dell'orchestra che si è disimpegnata con grande bravura sotto la guida del maestro Pappano, attento a tutte le sfumature del testo.

La Serenata (Serenade) per tenore, corno e archi op.31 di Britten del 1943 fu creata mentre si delineava anche la composizione del Peter Grimes, che ascolteremo come inaugurazione della prossima stagione ceciliana. La Serenata, capolavoro intenso e coinvolgente del musicista britannico, fu pensata per il tenore, Peter Pears, inseparabile compagno del compositore e per Dennis Brain, grande virtuoso di corno.

Dedicata a Edward Sackville-West, poeta e critico, che contribuì alla scelta delle poesie, ha come tema la Notte in tutti suoi aspetti affascinanti, idilliaci e inquietanti. Divisa in otto parti, un assolo di corno introduce in un'atmosfera crepuscolare che Pastorale,  il primo testo di Charles Cotton (1630-1687), dedicato al tramonto, che il poeta dipinge con toni di estatica contemplazione e la musica, morbida ma intensa, evidenzia.

Notturno di Alfred Tennyson (1809-1892) imerge in una visione notturna fiabesca e luminosa con versi  musicali e brillanti, caratteristiche la musica di Britten riprende con lo scintillio degli archi, mentre il corno evoca con il suono onomatopeico il testo del ritornello che si ripete ad ogni strofa. Una musica inquietante cinvolge l'ascoltatore nell'incubo notturno terrificante e quasi di voluttuosa necrofilia descritto in Elegy di William Blake ( 1757-1827), così come è cupa e drammatica è quella che accompagna Dirge, di Anonimo del XV secolo, con le sue parole minacciose verso il peccatore che non ha seguito l'insegnamento divino; un temibile lamento funebre il cui contenuto è amplificato da una musica significativamente angosciosa.

Diversissimo è Hymn di Ben Johnson (1572-1637) dedicato alla Luna come divinità cacciatrice pagana, lo scintillio dei versi raffinati ed eleganti si riflette nella levità  brillante degli abbellimenti del corno e nei melismi del canto. Sonnet di John Keats (1795-1821) è dedicato al Sonno con immagini soavi e affascinanti il contenuto del testo è esaltato da una musica morbida e incantata; conclude lo stesso motivo iniziale suonato dal corno, ma fuori scena è un eco lontano e lascia l'ascoltatore in un'atmosfera sospesa e potentemente sognante ed evocatrice.

L'interpretazione di Ian Bostridge è stata efficace e puntuale così come quella di Alessio Allegrini, primo corno dell'Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che ha superato con disinvoltura tutte le ardue difficoltà della partitura sotto la direzione attenta e partecipe di Pappano. Il pubblico teso e attento durante l'esecuzione ha lungamente applaudito gli interpreti con ripetute chiamate sulla ribalta.

La Sinfonia n. 5 in do min. op. 67 di Beethoven è una composizione famosissima e molto amata dal pubblico e per questo la sua esecuzione è sempre insidiosa per ogni direttore. Il maestro Antonio Pappano ha interpretato la partitura con travolgente vitalità, non trascurando, ma esaltando la cantabilità delle parti melodiche e la vibrante tensione drammatica che percorre questa mitica sinfonia. L'esecuzione appassionata e trascinante ha coinvolto il pubblico entusiasta che ha lungamente applaudito e acclamato Pappano. 

Pubblicato in: 
GN30 Anno V 4 giugno 2013
Scheda
Titolo completo: 

Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Stagione di Musica Sinfonica 2012 - 2013
Auditorium Parco della Musica - Sala Santa Cecilia
Domenica 26 maggio 2013 ore 18
Lunedì 27 ore 21 e Martedì 28 ore 19,30

Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Antonio Pappano Direttore
Ian Bostridge Tenore
Alessio Allegrini Corno

Verdi Quartetto versione per orchestra
Britten Serenata per tenore, corno e archi op. 31
Beethoven Sinfonia n. 5 in do min. op. 67