La seduzione interpretativa di Anna Caterina Antonacci

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Anna Caterina Antonacci

La Stagione dei concerti della IUC - Istituzione Universitaria dei Concerti ha offerto, il 14 gennaio 2012 all'Aula Magna della Sapienza, un interessante programma dedicato alla musica del periodo barocco con il soprano Anna Caterina Antonacci e l'orchestra dell'Accademia degli Astrusi diretta da Federico Ferri.

Nel programma sono stati affrontati due fondamentali aspetti che connotarono la sperimentazione musicale di quel periodo: il concerto strumentale e la vocalità, anche per la nascita del melodramma. Non poteva  mancare nel programma il più illustre rappresentante della musica strumentale barocca italiana: Arcangelo Corelli ( 1653- 1713), che si dedicò esclusivamente alla composizione strumentale e di cui è stato eseguito il Concerto grosso "fatto per la Notte di Natale".

Il musicista, grazie alla munificenza dei mecenati che lo protessero, tra cui  il cardinale Ottoboni, che commissionò il concerto, poté di disporre di un non esiguo numero di musicisti per eseguire le sue composizioni. Il musicista fu un grande virtuoso del violino e il suo contributo è di fondamentale importanza per lo sviluppo della tecnica di suonare gli archi. Corelli nelle sue composizioni raggiunse una grande perfezione formale e di fondamentale importanza è la creazione del Concerto grosso, una forma strumentale per soli archi e basso continuo, in cui il concertino, formato da due più solisti e distinto dal resto dei musicisti, si alterna o integra i tutti dell'orchestra.

Nel Concerto grosso viene definito precisamente il ruolo dei singoli componenti del quartetto d'archi affidando la preminenza al violino; questa forma musicale, grazie agli innumerevoli allievi del musicista, si diffuse in Italia e in Europa come testimoniano anche le composizioni di musicisti come Händel di cui Corelli diresse l'oratorio La Resurrezione (1708). Queste composizioni, divise in più movimenti, da quattro a otto, erano legate alle occasioni solenni anche in chiesa  come si evince anche dal titolo del concerto.

Tornando al Concerto grosso op. 6 n. 8 in sol min.«fatto per la Notte di Natale» è uno dei vertici compositivi di Corelli in cui il rapporto tra concertino, formato da due violini e violoncello, e i tutti è connotato da una grande cantabilità ed espressività. Particolare è il Largo ad libitum ( a piacere ), una Pastorale che compare in questa composizione ed è il primo esempio strumentale di questo genere, utilizzato anche da Händel  nella prima parte ( Avvento) del Messiah.

Il Concerto grosso n. 12 «La Follia» di Francesco Geminiani ( 1687-1762) è tratto da una precedente Sonata di Corelli, di cui il musicista fu allievo. Geminiani si dedicò, come il maestro, esclusivamente alla musica strumentale cecando anche a rinnovare il Concerto grosso e fu anch'esso un grande virtuoso del violino. Ne il Concerto grosso n. 12 «La Follia» il concertino è affidato a due violini e violoncello e la musica è ricca di cantabilità e inventiva.

L'esecuzione de il Concerto a quattro pieno in re maggiore di Giovanni Battista Martini (1706-1784), è stata di particolare interesse in quanto il compositore e teorico bolognese del Settecento è noto per essere stato insegnante di altri musicisti famosi tra cui il giovane Mozart, ma la sua musica è caduta nell'oblio ed è meritorio che l'Accademia degli Astrusi ne riproponga la musica. Il concerto, diviso nei tre movimenti tipici che si affermarono nella scuola veneziana principalmente ad opera di Vivaldi, è connotato da una raffinata scrittura musicale che ci è stata fatta apprezzare dall'interpretazione l'Accademia degli Astrusi diretta da Federico Ferri che, come nelle altre composizioni orchestrali ha evidenziato efficacemente la cantabilità e le caratteristiche musicali della partitura.

Veniamo alla parte del concerto incentrata sulla vocalità barocca che ha riservato una gradita sorpresa in quanto, dopo l'esecuzione di Lagrime mie di Barbara Strozzi( 1619-1677), Anna Caterina Antonacci ha cantato Il lamento della ninfa Non havea Febo ancora, su testo di Rinuccini dall'ottavo libro dei madrigali guerrieri e amorosi di Monteverdi (1567-1643). Una scelta magistrale che nel confronto fa emergere la grandezza del compositore cremonese nel riuscire a comporre una musica che esalta il contenuto del testo, in ogni parola, sottolineandone tutte le sfumature drammatiche.

Non meraviglia quindi che fu Monteverdi a creare il primo vero melodramma  l'Orfeo del 1607, testo di Alessandro Striggio, riuscendo ad unire al recitativo- recitar cantando- propugnato dalla Camerata de' Bardi, che con lui acquistò cantabilità ed espressività, anche un'orchestra ricca e varia, arie virtuosistiche, cori madrigaleschi e monodie strofiche come Vi ricorda o boschi ombrosi, che tratta da l'Orfeo, è stata proposta dalla Antonacci. Di Monteverdi è stato eseguito anche Il combattimento tra Tancredi e Clorinda, basato sui versi del XII canto della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso e tratto anch'esso dall'ottavo libro dei madrigali guerrieri e amorosi.

Composto e rappresentato a Palazzo Mocenigo nel 1624 ha tutte le caratteristiche di un dramma senza essere un'opera; nella prima edizione la prefazione descrive accuratamente come deve essere rappresentato: al centro della scena agiscono Tancredi, su un cavallo di legno e Clorinda, che devono alternarsi nel cantare le loro parti, mentre il Testo, canta, posto in disparte. La musica creata da Monteverdi esalta la musicalità insita nei versi del Tasso in ogni sfumatura del testo rendendo mirabilmente il contenuto drammatico.

Anna Caterina Antonacci è un interprete ideale in quanto unisce la perfetta intelligibilità delle parole, fulcro della sua capacità di calarsi nel testo drammatico, per trasmettere ogni sfumatura del personaggio e della situazione, al canto duttile e ricco di colori musicali  che avvolge ed emoziona l'ascoltatore, riuscendo anche ad interpretare efficacemente tutte e tre le parti previste dal musicista. Anticipiamo che uno dei due bis regalato, in conclusione, ad un pubblico entusiasta che ha applaudito a lungo, è stato sempre di Monteverdi l'aria di Ottavia Addio Roma da L'incoronazione di Poppea (1642). L'opera appartiene al periodo  veneziano più tardo in cui la capacità di delineare musicalmente i personaggi è ancora più affinata e in cui  ancora una volta ha brillato la capacità interpretativa della Antonacci.

Il programma ha anche proposto musica di Henry Purcell ( 1659-1695): la Chacconne dalla semi-opera The Fairy Queen, rifacimento di Un sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare e Il lamento di Didone dal Didone ed Enea. L'attività teatrale di Purcell si svolse durante la Restaurazione che iniziò con l'ascesa al trono di Carlo II Stuart (1660) dopo la guerra civile e la Repubblica di Cromwell che causò la chiusura dei teatri dal 1642.

Riaperti i teatri molti autori, tra cui il più importante drammaturgo e critico dell'epoca John Dryden (1631- 1700), scrissero rifacimenti di testi di Shakespeare in cui manca totalmente la drammaticità del testo originale. L'influenza della musica francese e italiana è chiaramente percepibile nella musica di Purcell che, pur nella sua breve esistenza creò uno stile originale. L'altro bis generosamente offerto da Anna Caterina Antonacci è stata la splendida interpretazione di Lascia che io pianga, aria di Almirena da il Rinaldo (1711)prima opera inglese di Händel.

Pubblicato in: 
GN11 Anno IV 23 gennaio 2012
Scheda
Titolo completo: 

Istituzione Universitaria dei Concerti

Sabato 14 gennaio 2012 ore 17.30

Aula Magna – Sapienza Università di Roma - Piazzale Aldo Moro 5
Anna Caterina Antonacci soprano
Accademia degli Astrusi
Federico ferri  direttore d'orchestra

Corelli      Concerto grosso op. 6 n. 8 in sol min.«fatto per la Notte di Natale»
Strozzi       Lagrime mie
Geminiani     Concerto grosso n. 12 «La Follia» (dall’op. 5 n. 12 di A. Corelli)
Monteverdi   Vi ricorda o boschi ombrosi (da L'Orfeo)
Purcell      Chaconne (da The Fairy Queen )
               When I am laid in earth  (Lamento di Didone da Dido and Æneas )
Martini       Concerto a quattro pieno in re maggiore HH.27n.10
Monteverdi  Combattimento di Tancredi e Clorinda