SKY Arte e Nexo Digital. La nobile porpora di Tintoretto

Articolo di: 
Livia Bidoli
Tintoretto

È un'occasione fausta quella dei cinquecento anni dalla nascita di Tintoretto, e SKY Arte, insieme alla distribuzione di Nexo Digital nell’ambito del progetto della Grande Arte al Cinema, hanno pensato di portare al cinema per un'unica volta e tre giorni, il 25, il 26 ed il 27 febbraio prossimi, il rutilante pittore veneziano, ribelle di nascita, per poi condurlo per il mondo in attesa della prossima mostra monografica dedicatagli a Washington dalla National Gallery of Art.

Narrato dalla voce conosciuta di Stefano Accorsi, l'idea è nata nella mente della fervida scrittrice Melania G. Mazzucco e ha ricevuto la partecipazione straordinaria del regista icona Peter Greenaway, amante di questo genio furioso quanto rivoluzionario, conoscitore anche dei meccanismi dei diorama, quasi prevedendo lo sviluppo dopo tre secoli della scoperta dei fratelli Lumière.

Tre sono le tappe fondamentali di questo grandissimo talento che non ha mai abbandonato la terra natìa e che prende il nome dal mestiere del padre, il tintore appunto. Quasi sembra di sfogliare quei tessuti appesi sopra le fumanti vasche ebolittrici, quando si guarda un suo quadro, i rossi in particolare, e poi i porpora, cangianti, rilucenti di energia come quella che gli scorreva dentro irrorandogli le vene di un sangue vivo come l'argento.

Il Tintoretto, pseudonimo di Jacopo Robusti (secondo alcuni Jacopo Comin) nato a Venezia tra 1518 e 1519  e qui scomparso il 31 maggio 1594, riconosciutagli la dote per la pittura per caso dai genitori, sarà instradato verso la carriera ben più prolifica di "pittore" non di stoffe ma di quadri. Perspicace all'ennesima potenza, presto comprese che solo le amicizie altolocate e i giusti mecenati, nonché protettori, gli avrebbero garantito le commesse migliori. Eccolo quindi alla corte di Pietro Aretino, il fiorentino dalla lingua arguta e adunca che lo prese a benvolere e lo protesse a lungo finché non tornò il suo "figliol prodigo" Tiziano, che gli chiese apertamente di scegliere fra lui e  Tintoretto: due quadri ricordano la disputa, quello di Ingres con Aretino nello studio di Tintoretto (1848), dove quest'ultimo, visibilmente ardito e irato brandisce un fucile; l'altro, di Pierre Nolsque Bergeret del 1822, che ha lo stesso soggetto. A dimostrazione di quanto la questione aveva superato i secoli e fosse conosciuta in tutti gli ambienti intellettuali di un certo rango.

Dicevamo dei tre momenti che decisero di solchi sempre più ampi per Tintoretto nella storia della pittura italiana e mondiale. Questi possono essere riassunti, e propedeutico fu l'aiuto di Aretino, nei dipinti della Scuola Grande di San Marco; in quelli che rivestirono completamente la Scuola Grande di San Rocco; ed il Paradiso di Palazzo Ducale. Il tumulo spirituale di Tintoretto avenne con la morte prematura della figlia Marietta nel 1590, figlia illegittima che fu pittrice a sua volta col nome di Tintoretta.

Ribelle per natura, quando si trovò a gareggiare per dipingere Scuola Grande di San Rocco, fu del tutto scorretto e produsse l'intero dipinto per vincere il concorso, al posto di un disegno, ottenendo le esatte misure dell'ovale centrale e lasciandolo in dono alla Confraternita che, beffata però con tale estrema elargizione, non poteva che accettare. Questa è la tappa che seguì ai dipinti della Scuola Grande di San Marco, e che determinò tutte le sue future commissioni. Diventando confraternito poi, ormai famoso nel mondo già lo era, acquisì un posto di superiorità e determinante anche sulle decisioni di "cassa", procurando un futuro certo a lui ed alla sua bottega che proseguì col figlio Domenico cui la lasciò in eredità.

Se guardiamo un dipinto di Tintoretto che cosa vediamo in esso di diverso dagli altri grandi come Tiziano e Veronese, suoi contemporanei? Tiziano naturalmente venne prima di Tintoretto e presto se ne andò nelle corti europee, in particolare quella dell'Imperatore Carlo V e soprattutto dipinse ritratti di nobili, di re, e regine. La meravigliosa armonia di Tiziano, i suoi colori vellutati, la ritroviamo, con le dovute differenze e con quel carezzevole incanto nel Veronese. Tintoretto invece ci colpisce per la crudità, la sua capacità di rappresentare, come in San Rocco risana gli appestati, la povera gente, come Caravaggio, portando a tutti - ed a volte dipingendo gratis - quel senso di cristiana umanità in cui credeva profondamente. Il San Rocco in Gloria è pura energia, la sua Crocifissione raffigura nugoli di gente, come nel Paradiso a Palazzo Ducale, fortemente criticato: e che dire de Le nozze di Cana, stese in verticale, nella Chiesa di Santa Maria della Salute, dipinte molti anni prima, e che raffigurano in primo piano i servitori e non i discepoli o Cristo, in un apoteosi che rileva il vero senso del sacro convivio.

A me Tintoretto fa venire in mente due pittori che dovevano sicuramente conoscerlo: El Greco, suo coevo, per i colori vivaci, quasi oltraggiosi nella loro pienezza; Rembrandt, per i suoi tratti, quelle pennellate scure, grosse, quasi ad ispessire la tela con la sostanza del sangue, della carne, dei suoi personaggi. Una grande Venezia, quella di Tintoretto, che non ha mai abbandonato e che ha reso turgidamente vivi tutti i suoi dipinti: una nobiltà di porpora per tutti, la sua.

Pubblicato in: 
GN15 Anno XI 18 febbraio 2019
Scheda
Titolo completo: 

SKY ARTE produce

NEXO DIGITAL distribuisce

TINTORETTO
Un ribelle a Venezia

Il genio furioso e rivoluzionario che ha cambiato la storia dell'arte
Nei cinema italiani solo il 25, 26 e 27 febbraio

il nuovo esclusivo docu-film firmato Sky Arte verrà distribuito da Nexo Digital in oltre 360 sale cinematografiche in occasione dell’anniversario dei cinquecento anni dalla nascita dell’artista.

Ideato e scritto da Melania G. Mazzucco e con la partecipazione straordinaria del regista Peter Greenaway, il film sarà narrato dalla voce di Stefano Accorsi

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