Spicchi di un'arancia di Alain Elkann. Racconti per la fine di un'epoca

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Elkann

Il giorno 6 giugno 2012, nello spazio della libreria Arion all’interno del Palazzo delle Esposizioni di Roma, è stato presentato il libro di Alain Elkann Spicchi di un'arancia, da Massimo Onofri, docente universitario e critico letterario, da Antonio Debenedetti, scrittore autorevole, e da Marina Valensise, giornalista de Il foglio e di Panorama.

Il libro, pubblicato dalla casa editrice Bompiani, raccoglie diciassette racconti, che Elkann ha composto e scritto nel corso del tempo. Massimo Onofri, con l’eleganza e la perspicacia del critico di talento, ha osservato che la cifra stilistica, che accomuna e consente di cogliere la ispirazione poetica che attraversa questi testi letterari, è la descrizione di un mondo oramai scomparso.

Infatti nel primo racconto, bello e commovente, Elkann descrive la sua vita di bambino accanto ai suoi amatissimi nonni, entrambi inseriti nel mondo cosmopolita dell’ebraismo internazionale. In un altro racconto vi è una evidente allusione agli effetti devastati prodotti dalla Shoah sulla cultura ebraica internazionale, la quale in seguito alle persecuzioni dei nazisti prima della Seconda guerra mondiale, venne sconvolta e annientata, sicché dopo la fine del conflitto mondiale e la sconfitta del totalitarismo nazista nulla sarebbe stato come prima.

Per Onofri in molti di questi racconti si trovano elementi autobiografici, dovuti alla cultura internazionale di Elkann, che ha vissuto a lungo nei principali paesi europei. Accanto alla rappresentazione di un mondo scomparso per sempre, quello dell’alta borghesia di origine ebraica, vi è, secondo Onofri, in altri testi, una descrizione molto efficace e stimolante della fatuità contemporanea e della insensatezza del mondo moderno.

L’orizzonte letterario in cui si muove Elkann, almeno in questi testi letterari, è quello dei grandi racconti di Alberto Moravia, che, insieme a Indro Montanelli, è stato un maestro per questo scrittore.  In un racconto molto bello vi è un uomo che, mentre conversa con i suoi familiari in un caffè, riconosce una donna che ha amato in passato.

L’uomo, caduto in preda ad una travolgente passione, insegue la donna per il mondo intero, fino a riconquistarla. In molti di questi testi, soprattutto in quello dove un cane abbandona la sua padrona per andare a morire da solo, si avverte una somiglianza con i racconti di Goffredo Parise, raccolti nel celebre libro intitolato Sillabari. Per Onofri, grazie alla sua cultura cosmopolita ed al suo talento letterario, Elkann in questi racconti riesce a compiere un'operazione notevole che consiste nella riappropriazione araldica della realtà, poiché ogni testo letterario non può non misurarsi con il reale e la sua sfuggente complessità.

Antonio Debenedetti, ha ricordato, prima di esprimere  un giudizio critico sul valore letterario dei testi di Elkann, quanto sia importante delineare una distinzione tra il romanzo ed il racconto.

A questo proposito, citando e menzionando un saggio di Thomas Mann contenuto nella raccolta Nobiltà dello spirito e dedicato ad Anton Cechov, Debenedetti ha osservato  che sovente nella brevità e concisione dei racconti si racchiudono significati simbolici di grande valore intellettuale, grazie ai quali è possibile capire il nostro tempo. I libri di storia, per quanto possano essere scritti bene, non sempre riescono a dare una rappresentazione completa del passato e del tempo oramai perduto.

La letteratura, ha osservato lo scrittore Debenedetti, ha la capacità di evocare un'epoca, nei libri poeticamente riusciti, restituendo sulla pagina lo spirito del tempo e la cultura del passato.

Per Debenedetti in questi racconti di Elkann non vi è la descrizione della fatuità del presente, ma, diversamente, l'evocazione della grande borghesia ebraica del primo novecento di cultura cosmopolita e mitteleuropea,  che tuttavia si muoveva in un mondo angusto e raffinato, scomparso per sempre.

Per la loro forma letteraria i racconti di Elkann possono essere considerati gotici, secondo Debenedetti, poiché li attraversa il sentimento della dolente nostalgia per la perdita di un mondo elevato socialmente, che l’autore da bambino ha conosciuto e frequentato. Grazie a questo libro, il lettore può comprendere quale fosse, nel secolo scorso, il rapporto tra la grande borghesia ebraica e la cultura mitteleuropea. In uno dei racconti, si parla dei cani di Hitler, che erano stati addestrati per aggredire gli ebrei rinchiusi nei lager.

L’autore,  con uno stile improntato a levità e leggerezza, si chiede dove siano finiti questi cani, offrendo in questo racconto una descrizione molto profonda della crudeltà umana.

Per Marina Valensise in questo libro Alain Elkann ha voluto sia sul piano letterario sia su quello stilistico sperimentare fino a dove possa arrivare l'immaginazione umana, grazie a cui è possibile la trasfigurazione  poetica della realtà. Infatti ogni scrittore deve misurarsi con il confine che separa il mondo reale da quello della finzione letteraria.

L’autore ha dichiarato che la letteratura, secondo il suo punto di vista, è una testimonianza del mondo in cui un autore ha vissuto, anche se poi i dati biografici in una opera letteraria sono trasfigurati e reinventati. Per capire la cultura Europea del passato, è necessario, ha ricordato Elkann, leggere i grandi romanzi russi, francesi ed inglesi. Per Elkann nel nostro tempo vi è la tendenza a non assumersi le proprie responsabilità.

A questo proposito ha citato un racconto contenuto in questo suo ultimo libro, nel quale un uomo entra nel metrò e percepisce un cattivo odore. Supponendo che provenga dai passeggeri che si trovano con lui sul metrò, li osserva con disprezzo ed atteggiamento altezzoso.

Una volta uscito dal metrò si accorge che il cattivo odore persiste e che proviene dalla sua persona, sicchè prova imbarazzo. Questo racconto, ha chiarito Elkann, aiuta a capire che nel nostro tempo vi è sempre la inclinazione a far ricadere sugli altri le cause  di problemi, che dipendono dalla nostra responsabilità. Un libro bello ed interessante.

Pubblicato in: 
GN39 Anno IV 13/20 agosto 2012 Numero Doppio
Scheda
Autore: 
Alain Elkann
Titolo completo: 

Spicchi di un'arancia, Milano, Bompiani, 2012, 16 euro.