Stradivarius. Les Nations di Couperin con il Daccapo Italian Harpsichord Duo

Articolo di: 
Piero Barbareschi
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François Couperin: Les Nations. Un CD Stradivarius, distribuito da Milano Dischi, con il duo clavicembalistico Luigi Accardo ed Enrico Bissolo “Daccapo – Italian harpsichord duo”, che trasporta l'ascoltatore nei fasti della corte di Versailles di Lugi XIV. Nel panorama barocco europeo a cavallo fra i secoli XVII e XVIII, il repertorio francese costituisce senza dubbio, per caratteristiche e stile, un universo quasi a sé stante, che non ignorava quanto proposto nel resto d'Europa ma che manteneva ed affermava un'originalità estetica inconfondibile distinguendosi nettamente da quanto prodotto nel resto del continente, in particolar modo Italia e Germania.

Del resto l'autore preso in considerazione in questo interessante CD Stradivarius, François Couperin, incarna perfettamente questa visione estetica e musicale così particolare, diventando egli stesso modello spesso insuperato per i contemporanei ed ancora oggi oggetto di studio e fonte di ammirazione. Anche per questo francese però studio ed ammirazione, come per altri illustri colleghi, relativamente recenti, avendo vissuto anch'egli, a fronte della fama e del successo in vita, un periodo di oblio per essere riscoperto e valorizzato dalla fine del secolo XIX ma soprattutto grazie alla grande clavicembalista Wanda Landowska, interprete ed autentica “esploratrice” dell'inizio del secolo XX per la quale non cesserà mai la riconoscenza del mondo musicale per il contributo che ha dato sia alla riscoperta del repertorio cembalistico ma anche per aver dato il via ad un processo di rivalutazione ed autonomia del clavicembalo come strumento degno di essere studiato e soprattutto utilizzato in concerto.

Tornando al CD del “Daccapo – Italian harpsichord duo”, va subito evidenziato il merito degli esecutori di consentire all'ascoltatore la scoperta di un repertorio per strumento a tastiera nel quale l'utilizzo di due strumenti ( attenzione: due strumenti, non quattro mani su un unico strumento) spalanca la vista su un modo di scrivere la musica raffinato e con intenti dichiaratamente descrittivi, per lo meno nelle intenzioni, raggiungendo livelli di grande fascino grazie anche all'amplificazione timbrica che i due strumenti consentono di raggiungere.

L'accenno alla volontà descrittiva non è marginale o casuale ma costituisce, nel momento in cui si affronta la musica francese di questo periodo in generale e di Couperin in particolare, una chiave di lettura essenziale.

Probabilmente oggi, nonostante le descrizioni che possiamo ritrovare in letteratura o nelle rappresentazioni pittoriche, facciamo fatica a comprendere esattamente cosa volesse dire vivere in una corte come quella di Versailles ai tempi del Re Sole. La magnificenza e la decorazione, l'esaperazione del cerimoniale, il modo di vestirsi e financo la modalità di dialogo fra i dignitari fra loro e al cospetto del Re, avevano esasperato una sorta di culto del “non detto” o “non scritto” che andava tuttavia rispettato. Chi viveva o frequentava la corte reale viveva in una sorta di realtà alternativa rispetto al mondo esterno, muovendosi come attori un una rappresentazione continua.

In questo contesto particolare, diverso anche da quanto vissuto nelle altri corti europee, anche la musica non sfuggiva alla necessità di rappresentare e descrivere stati d'animo o contesti geografici che si potevano desumere dai titoli che venivano dati alle composizioni. In nessun altro ambiente musicale europeo la titolazione dei brani aveva questa importanza. Non solo. In nessun altro ambito si eseguiva la musica, in particolar modo quella per strumenti a tastiera, in maniera apparentemente tanto diversa da quello che si vedeva scritto. L'esecuzione andava ben oltre il semplice segno sul pentagramma, consentendo all'esecutore di costruire brani elaborati e ricchi di fioriture in fondo ogni volta diversi e sempre affascinanti.

Cosa deve dunque attendersi l'ascoltatore dall'esecuzione impeccabile e luminosa di Luigi Accardo ed Enrico Bissolo di questo CD? Con quale spirito e con quale curiosità affrontare questa serie di “ordre” nei quali si dovrebbero riscontrare riferimenti alle “Nazioni” appunto citate come titolo? (L'impériale, La Françoise e La Piemontese). È difficile in effetti riconoscere nelle idee melodiche ed armoniche riferimenti che riportino quanto espresso nel titolo, specialmente dal punto di vista geografico. In realtà tutte le sezioni di questi ordre contengono forme di danza tipicamente europee e barocche (Bourrée, Allemanda, Giga, Ciaccona, Corrente, Gavotta..., otto danze nel terzo ordre, nove nel primo e sette nel quarto), un florilegio di quanto in quel periodo era in effetti alla moda, trattato però e scritto con un gusto tipicamente francese, questo si, nel quale gli abbellimenti e le fioriture rendono più interessanti ed elaborati le idee ritmiche e melodiche, come le decorazioni ed i ricami di un raffinato tessuto di seta preziosa.

Couperin concepì queste suites per un organico strumentale e la versione per due cembali dovrebbe quindi ricreare la ricchezza e l'espressività di un ensemble. L'esecuzione di Accardo e Bissolo riesce a ricreare perfettamente questa sensazione, grazie alla perfetta sintonia, alla precisione, quanto mai gradita ma indispensabile e necessaria in uno strumento come il clavicembalo ed al gusto con il quale affrontano queste pagine impegnative.

Pubblicato in: 
GN28 Anno XI 10-17 giugno 2019
Scheda
Titolo completo: 

François Couperin
Les Nations
III Ordre – L'Impériale
I Ordre - La Françoise
IV Ordre - la Piémontoise

Daccapo Italian Harpsichord Duo
Luigi Accardo – Enrico Bissolo

CD STRADIVARIUS STR 37118