Teatro Argentina di Roma. Il lavoro titanico dell'Utopia

Articolo di: 
David Dori
The Coast of Utopia

Per tre sabati consecutivi, il 14, il 21 e il 28 aprile 2012, abbiamo assistito alla rappresentazione di The Coast of Utopia, trilogia teatrale di Tom Stoppard, ispirata al Il passato e i pensieri di  Aleksandr Herzen e ambientata nel diciannovesimo secolo.

L'Europa è agitata da fermenti rivoluzionari, mentre in Russia un gruppo di intellettuali combattono contro lo zar e richiedono a gran voce l'abolizione della servitù della gleba in nome della libertà.

Tra di loro  spiccano il teorico dell'anarchismo Michail Bakunin, lo scrittore e filosofo Aleksandr Herzen, il critico letterario Vissarion Belinskij e il romanziere Ivan Turgenev, tutti all'inseguimento di un'utopica perfezione.

In The Coast of Utopia, l'arte drammaturgica di Stoppard è postmoderna, capace di usare espressioni altamente simboliche, mostrando l'uomo completamente smarrito nell'illusione che si muove sempre in situazioni irreali. L'illusione e l'irrealtà rappresentano l'utopia.

In questa straordinaria trilogia, dove ogni frase è necessaria, l'autore incolla non-storie con una grande abilità stilistica e linguistica. Si scava profondamente e quasi chirurgicamente, in questo magma di passioni e di amori e ci si diverte anche nel clima salottiero della casa-teatro di Herzen, personaggio chiave che ci prende per mano e ci conduce nelle profondità dell'uomo sulle sponde dell'utopia.

L'incipit del progetto è il libro di Aleksandr Herzen da cui Stoppard attinge per creare uno straordinario personaggio teatrale, titanico e fragile, nomade e stanziale, illuso e disilluso e alla fine naufrago sulla sponda dell'utopia insieme a Bakunin, Marx, Turgenev, Belinskiy. Parafrasando il Giulio Cesare del sommo bardo si può affermare: "Questo è un uomo". Ed Herzen, nonostante le sue contraddizioni di agiatezza alto-borghesi, con la sua generosità, la sua passione senza orpelli e la sua esistenza manierata ma senza maniera, viene trasformato in un novello Prometeo.

Tre spettacoli di circa due ore e mezza, tre anni di progettazione, tre mesi di prova, 200 abiti, 68 quadri, 80 cambi di scena, 31 attori e maestranze, tecnici e staff produttivo per un totale di 68 persone impegnate. Numeri che dicono la fatica, l'impegno, la tenacia e la responsabilità per mettere in pratica questo lavoro titanico.

Il progetto è stato ideato da Michela Cescon, fresca vincitrice del "David di Donatello", che ha preferito lavorare come dominus dietro le quinte con risultati eccellenti visto come il Teatro Stabile di Torino è stato condotto in tournée dal timoniere Marco Tullio Giordana.

Il costo dei tre spettacoli, Viaggio Naufragio Salvataggio, sarà alla fine un decimo della versione americana e un sesto di quella inglese. E questo perchè in Italia (è la Cescon che lo afferma), splendido e disgraziato paese, ci sono ancora voglia, capacità, sensibilità, che lo rendono in fondo unico.

Le scene e le luci sono di Gianni Carluccio che considera il pavimento una sorta di quinta parete. La scena è sgombra e stilizzata e si gioca con continui flashback, andando avanti e indietro nel racconto. Un gioco di rimandi estenuante e meraviglioso che lì ti incolla. Lo spazio è interno e esterno, stanza di appartamento e giardino, strade, veranda nei caffè di Parigi o Ginevra.

Nei costumi di Francesca Sartori e Elisabetta Autico c'è una cura del dettaglio ma cercando di limitare al massimo i cambi variando a volte un accessorio (un cappello, un paio di guanti, un ombrellino, un colore - il blu cobalto - vera passione del Secondo Impero).

In VIAGGIO gli abiti sono chiari e pastellati, in NAUFRAGIO i colori sono accesi e sensuali; un protagonista dirà: "quanti capolavori scriverò con questa vestaglia sgargiante?" In SALVATAGGIO si portano abiti scuri con l'avanzare della maturità.

Gli attori con impegno titanico raggiungono l'utopia: in primis Luca Lazzareschi che è un filosofico tenero e ferito Herzen; Denis Fasolo è un sanguigno, altruista, debordante Bakunin, Giorgio Marchesi un Ivan Turgenev soave, illuso, candido, Nicolò Todeschini un folgorante Puskin, Luigi Diberti è Mazzini, Irene Petris è Natashia prima vincitrice poi dolente e per finire ma non ultimo Marco Tullio Giordana innesta nello spettacolo delle folgorazioni cinematografiche minimaliste ma altamente funzionali alla causa. Che delizia questo unicum dove le musiche di Andrea Farri deliziano la psiche dello spettatore.

Pubblicato in: 
GN26 Anno IV 7 maggio 2012
Scheda
Titolo completo: 

Associazione Teatro di Roma

TEATRO ARGENTINA

10 | 29 aprile 2012

The Coast of Utopia
Viaggio-Naufragio-Salvataggio

di Tom Stoppard
regia Marco Tullio Giordana

con (in ordine alfabetico)
Andreapietro Anselmi, Ludovica Apollonj Ghetti, Francesco Biscione, Giuseppe Bisogno, Roberta Caronia, Paola D'Arienzo, Luigi Diberti, Denis Fasolo, Selene Gandini, Corrado Invernizzi, Erika La Ragione, Luca Lazzareschi, Sara Lazzaro, Tatiana Lepore, Alessandro Machia, Bob Marchese, Giorgio Marchesi, Valentina Marziali, Marit Nissen, Davide Paganini, Fabrizio Parenti, Irene Petris, Odette Piscitelli, Marcello Prayer, Edoardo Ribatto, Gabriella Riva, Nicolò Todeschini, Sandra Toffolatti, Giovanni Visentin
e con la piccola Angelica  Barigelli

e con la Fisarmonicista Marit Nissen  (VIAGGIO)

scene e luci Gianni Carluccio
costumi Francesca Sartori, Elisabetta Antico
musiche Andrea Farri
traduzione di Marco Perisse e Marco Tullio Giordana
regista collaboratore Daniele Salvo
organizzazione generale PAV
ufficio stampa ZACHAR Patrizia Cafiero & Partners
fotografo Fabio Lovino

Una produzione Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Teatro di Roma,
Zachar Produzioni di Michela Cescon
si ringrazia la Fondazione RomaEuropa per il sostegno e la collaborazione