Teatro Belli. Barney e l'insondabilità della felicità

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Antonio Salines

Lo spettacolo La versione di Barney, tratto dal celebre ed importante libro dello scrittore canadese Mordecai Richler, è stato in scena al Teatro Belli di Roma dal 14 fino al 24 ottobre. L’adattamento teatrale del romanzo è stato curato e realizzato dal giovane autore Massimo Vincenzi, mentre la regia dello spettacolo è stata affidata a Carlo Emilio Lerici.

Su di una scenografia spoglia ed essenziale, compare Barney Panofsky, interpretato con straordinaria e inarrivabile intensità da Antonio Salines. Barney è un uomo anziano, la cui vita volge malinconicamente alla fine. Essendo ebreo di nascita ed educazione, è un uomo che detesta i luoghi comuni, gli stereotipi, le banalità e le insensatezze della vita.

La sua memoria personale, a causa di una malattia, inizia a vacillare, ed infatti sulla scena, nello spettacolo, compare mentre viene analizzato da un medico. Per difendersi dalle accuse calunniose rivoltegli dal suo ex amico e scrittore Terry Mclver, Barney decide di scrivere una lunga autobiografia, nella convinzione che la scrittura riesca sempre a creare un ordine nel caos esistente nella realtà.

Nel suo lungo monologo, in cui prevale la nostalgia e la mestizia per l’inesorabile ed inarrestabile scorrere del tempo, Barney con accenti dolenti ed al volte ironici rievoca gli anni della sua giovinezza, vissuta intensamente a Parigi in compagnia di giovani intellettuali. Grazie al suo libro di memorie, Barney pensa che potrà ristabilire la verità sulla sua esistenza, dimostrando che le accuse di essere un uomo violento ed ubriacone, perfino responsabile della morte del suo amico Boogie, e di essersi arricchito producendo televisione spazzatura, sono false ed ingiuste.

Ricorda la vita artistica nella Parigi del secondo dopo guerra, città nella quale incontra Clara, la sua prima moglie, una giovane pittrice e poetessa, destinata a divenire un'icona del movimento femminista. A distanza di tanti anni prova un senso di colpa per la tragica fine di Clara, morta suicida in circostanze poco chiare.

Nello spettacolo l’elemento innovativo è rappresentato dalla combinazione tra la parte recitata, il lungo monologo declamato da Antonio Salines, e i video nei quali compaiono sullo schermo i personaggi e le figure con i quali Barney ha vissuto la sua intera vita. Barney, dopo avere abbandonato Parigi e le sue velleità artistiche, ritorna a vivere in Canada, dove diviene un imprenditore televisivo di successo. Per dare una maggiore stabilità alla sua vita, ancorandola alle certezze rassicuranti di una vita borghese, decide di sposare una giovane ed avvenente donna, ebrea come lui, che nello spettacolo viene designata con una espressione di malcelato disprezzo come la seconda signora Panofsky.

Una donna incapace di contenere la sua verbosità vacua ed irritante, da Barney considerata insopportabile. Proprio durante la festa del suo matrimonio, Barney nota una giovane ed avvenente donna, dallo sguardo seducente e intelligente. Sopraffatto dal bisogno di conoscerla, lascia la festa di matrimonio e la insegue fino al treno, dichiarandole il suo amore. Miriam, questo il nome della donna, ovviamente, essendo sposato da poco, lo respinge.

In questa parte dello spettacolo, come avviene nel libro, viene mostrata la natura misteriosa e insondabile dei sentimenti umani, sicchè appare difficile definire ed individuare i motivi per cui l’innamoramento avviene e nasce tra due persone. Barney, in seguito, si separa dalla seconda signora Panofsky, dopo che questa lo ha tradito con il suo amico Boogie, cogliendoli e sorprendendoli nella casa di campagna mentre giacevano nello stesso letto uniti in un travolgente amplesso.

Miriam, in seguito ad un lungo corteggiamento, diverrà la sua terza moglie, con la quale Barney riuscirà a creare un profondo legame umano e sentimentale, rendendolo felice e padre di tre figli. Dopo una vita vissuta insieme, Miriam lo lascia per un altro uomo, mentre la decadenza fisica e mentale mina la sua vita rendendolo fragile e facendolo sprofondare nella sofferenza, per lenire e attenuare la quale si consola ascoltando alla radio il programma di musica condotto dalla sua amatissima ex moglie.

Nella parte finale dello spettacolo ricompare dal regno evanescente della morte e delle ombre Boogie, che spiega a Barney in che modo è avvenuta la sua morte, di cui ingiustamente era stato accusato da Terry Mclver. Lo spettacolo, come il grande libro di Richler, riesce a emozionare e coinvolgere il pubblico, poiché mostra come la nostra vita è breve ed i momenti di felicità hanno una durata che non dipende dalla nostra volontà. Come dice Barney alla fine della sua autobiografia, la vita è assurda ed è impossibile capire gli altri. Uno spettacolo bello e profondo, ricco di ironia ed intelligenza.

Pubblicato in: 
GN73 Anno III 31 ottobre 2011
Scheda
Titolo completo: 

Teatro Belli – piazza Sant’Apollonia, 11a - Roma
14 – 23 ottobre 2011

ANTONIO SALINES
in LA VERSIONE DI BARNEY
di Massimo Vincenzi

dal romanzo omonimo di Mordecai Richler

e con la partecipazione in video di
Virgilio Zernitz – Izzy Panofsky
Monica Belardinelli – La seconda signora Panofsky
Fabrizio Bordignon - Boogie
Gabriella Casali – Miriam, la terza signora Panofsky
Elisabetta Ventura – Clara, la prima signora Panofsky

regia video di Enzo Aronica

regia Carlo Emilio Lerici