Teatro Pergolesi di Jesi. La Salustia la prima di Pergolesi

Articolo di: 
Daniela Puggioni
La Salustia immagine di insieme Foto Binci

Il 2 settembre 2011 (replica il 4) La Salustia di Giovanni Battista Pergolesi, in prima esecuzione moderna, ha inaugurato con grande successo, al Teatro Pergolesi di Jesi, la XI edizione del Festival Pergolesi-Spontini; la presente recensione si riferisce alla prima.

La Salustia andò in scena a Napoli al Teatro San Bartolomeo nel 1732 ed è la prima opera di Pergolesi, che la compose nel 1731 quando aveva 21 anni; è singolare constatare come un giovane talento avesse più possibilità di emergere, presentando una sua opera nel teatro più importante di Napoli, nell'Italia del'700, che oggi. L'opera è tratta liberamente da Alessandro Severo di Apostolo Zeno da un ignoto librettista, che sfrondò il testo, rappresentando più efficacemente i conflitti drammatici e delineando meglio le caratteristiche psicologiche dei personaggi.

La trama narra una oscura vicenda in cui l'avidità del potere genera intrighi e violente passioni: Giulia, madre del giovane imperatore Alessandro Severo, non vuole rinunciare alle prerogative del suo ruolo di imperatrice e con l'inganno ottiene che il figlio ripudi la moglie Salustia. Marziano, generale romano e padre di Salustia, per vendicare la figlia tenta per due volte di uccidere Giulia, ma Salustia, avvertita da Albina, riesce a sventare i complotti. Nel secondo tentativo Marziano viene scoperto e condannato a morte, ma uscendo vittorioso dal combattimento con una sola belva, ottenuto in seguito alle veementi implorazioni della figlia viene perdonato. Giulia commossa dal comportamento eroico di Salustia desiste dai suoi propositi di farla ripudiare da Alessandro. Alla trama principale è affiancata la tormentata vicenda amorosa di Claudio, cavaliere amico di Marziano, e di Albina che si concluderà felicemente con le nozze.

La storia della messa in scena è complicata e da sola potrebbe essere la base per un libretto su quelle“ Convenienze e Inconvenienze teatrali” che come diceva  Gioachino Rossini rendevano calvi anzitempo gli impresari. L'opera, modificando la struttura del libretto, fu incentrata sulla presenza del celebre contraltista Nicolino ( Nicolò Grimaldi); il virtuoso aveva allora 58 primavere e da anni  aveva puntato sulla sua riconosciuta abilità di attore, in quanto erano scemate la sua estensione vocale e le sue capacità virtuosistiche. Vista l'età gli fu affidata  la parte del padre, che usualmente era affidata al tenore e alla sua abituale partner, Lucia Facchinelli altra bravissima cantante attrice, quella di Salustia, mentre il tenore Francesco Tolve avrebbe insolitamente ricoperto quella di Claudio.

Alla vigilia della prima improvvisamente Nicolino morì obbligando il musicista a modificare le parti: al tenore fu affidata la parte di Marziano, che conservò la rilevanza che era stata pensata per Nicolino con l'ultima aria, molto virtuosistica, prima del finale e al giovane sopranista diciassettenne Nicolò Conti ( detto poi Gizziello) quella di Claudio. Alcune arie furono sostituite, altre furono abbassate (da contralto a tenore) o alzate (da tenore a soprano). Nella VIII edizione del Festival Pergolesi-Spontini del 2008 fu rappresentata la prima versione mai andata in scena, mentre in  questa edizione è stata presentata la versione modificata ascoltata nel 1732 al Teatro San Bartolomeo.

In questa sua prima opera Pergolesi mostra già tutto il suo talento, sfruttando magistralmente tutte le opportunità offerte dal libretto nella rappresentazione dei personaggi e delle situazioni drammatiche; emblematico è lo stupefacente quartetto che chiude il secondo atto Vado a morir ben mio, in cui sono mirabilmente evidenziati le differenti emozioni di Salustia, Giulia, Alessandro e Marziano. Il giovanissimo musicista utilizza con grande abilità le varie possibilità dinamiche e timbriche degli strumenti (archi e basso continuo a cui si aggiungono 2 oboi, 2 corni e 2 trombe) non solo nelle arie e nell'accompagnamento dei recitativi ma anche nei pezzi interamente strumentali, come la sinfonia di apertura e in quella del combattimento di Marziano.

La statura eroica ma anche patetica di Salustia, interpretata da Serena Malfi con grande sicurezza vocale e scenica, è delineata da splendide arie come Tu volgi altrove il ciglio in cui manifesta stupore e dolore per la debolezza del marito Alessandro, che cede alle insistenze imperiose della madre, mentre in Sento acerbo duolo che chiude il primo atto sono espressi con forza i contrastanti sentimenti che la agitano, di grande intensità espressiva anche l'aria Per queste amare lagrime in cui Salustia invoca la grazia per il padre.

Giulia, madre di Alessandro Severo, è un personaggio imperioso e e avido di potere magnificamente disegnato nelle arie Se tumida l'onda, Or che dal regio trono e soprattutto in Odio di figlia altera che richiede all'interprete un grande virtuosismo per esprimere la violenza della sua avidità di potere. La brava e duttile Laura Polverelli si è calata nel personaggio mostrando di essere a suo agio in questo ruolo drammatico così come lo è stata in quello di Flaminio.

Molto interessante e arduo è anche il personaggio di Marziano a cui è affidata tra le altre l'insolita aria impegnativa piena di agilità Mostro crudele, orrendo !. La parte è affidata al baritono Vittorio Prato, in quanto allora la tessitura del tenore era  molto più grave rispetto alla attuale. Prato ha offerto un'interpretazione convincente del personaggio affiancando all'impeto guerriero e vendicativo la bravura tecnica. Il fragile e succube Alessandro Severo ben raffigurato dalla patetica e difficile aria Andrò ramingo, e solo è stato ben reso dal controtenore Florin Cezar Ouatu, di buon livello anche la Albina di Giacinta Nicotra e il Claudio di Maria Hinojosa Montenegro.

Pietra angolare della rappresentazione la Accademia Barocca de I Virtuosi Italiani sotto l'ottima direzione di Corrado Rovaris. Il maestro ha interpretato magistralmente la partitura con tempi che hanno assecondato perfettamente la sequenza drammatica, i caratteri dei personaggi e sottolineato timbri e colori della splendida musica di Pergolesi. La realizzazione dello spettacolo si è avvalsa dell'acuta regia di Juliette Deschamps, delle funzionali scene realizzate da Benito Leonori e dei bei costumi di Vanessa Sannino.

Lo scenografo ha creato un suggestivo fondale che evoca i ruderi romani e che si eleva dal palcoscenico su più piani, in cui si apre una sequenza di archi, da  cui si affacciano i personaggi, e che si trasforma nel Campidoglio come nella sala del convito o nelle terme grazie anche alle luci, molto adatte allo svolgimento della vicenda, di Alessandro Carletti. Juliette Deschamps ha ideato una regia molto coinvolgente che ha efficacemente evidenziato i vari aspetti del dramma e dei personaggi che agiscono al suo interno tra cui la  ben riuscita raffigurazione dell'ambizione spasmodica di potere e della lussuria di Giulia. La Salustia è stata una eccellente produzione che aggiunge un altro importante tassello al meritorio progetto della Fondazione Pergolesi-Spontini di mettere in scena tutte le opere di Giovanni Battista Pergolesi.

Pubblicato in: 
GN66 Anno III 12 settembre 2011
Scheda
Titolo completo: 

LA SALUSTIA

Dramma per musica in tre atti
da un adattamento anonimo di Alessandro Severo di Apostolo Zeno
musica di Giovanni Battista Pergolesi
revisione critica a cura di Dale Monson
Edizioni Fondazione Pergolesi Spontini
Prima rappresentazione: Napoli, Teatro San Bartolomeo, 1732

venerdì 2 settembre 2011, ore 20
domenica 4 settembre 2011, ore 20
Jesi, Teatro G.B. Pergolesi

Fondazione Pergolesi Spontini

Personaggi e interpreti
Salustia Serena Malfi
Alessandro Florin Cezar Ouatu
Marziano Vittorio Prato
Claudio Maria Hinojosa Montenegro
Giulia Laura Polverelli
Albina Giacinta Nicotra
 
direttore Corrado Rovaris
regia Juliette Deschamps
scene Benito Leonori
costumi Vanessa Sannino
light designer Alessandro Carletti
 
Accademia Barocca de I Virtuosi Italiani
Nuovo allestimento