I tre moschettieri secondo lo steampunk di Paul W. S. Anderson

Articolo di: 
Eleonora Sforzi
Athos, D'Artagnan, Porthos e Aramis

Il regista Paul W. S. Anderson, che già si era occupato dell'adattamento cinematografico del videogioco "Resident Evil" (2002), con il suo ultimo film "I tre moschettieri", riporta nelle sale cinematografiche un classico della narrativa europea, il celebre romanzo  d'appendice ("Les trois mousquetaires") scritto da Alexandre Dumas nel 1844 e inizialmente pubblicato a puntate sulla rivista francese "Le Siècle".

Quest'ultimo aveva già conosciuto una lunga fortuna cinematografica, dato che nel corso degli anni sono state tratte numerose trasposizioni più o meno fedeli alla storia originale, a partire dalla versione del 1909 di Mario Caserini, priva del sonoro.

Quello realizzato da Anderson, però, può essere considerato un adattamento decisamente "sopra le righe", dato che, immersi nella Francia del XVII secolo, sono presenti tecnologie, armi e strumenti moderni, che rendono il film spettacolare (nel vero senso del termine latino da cui deriva, "spectaculum", cioè spettacolo, rappresentazione scenica), quindi con riferimento a tutto ciò che attira l'attenzione e lo sguardo in modo particolare.

Ecco che tale lungometraggio si inserisce all'interno del filone narrativo fantastico – fantascientifico di nome "steampunk", caratterizzato dall'inserimento di tecnologie anacronistiche all'interno di un determinato periodo storico, generando quindi uno stravolgimento dei presupposti temporali. In particolare, "I tre moschettieri" appartiene al settore storico del genere, in quanto è incline alla fantascienza e traccia una storia alternativa ferma restando la base originale.

Il termine deriva dalla caratteristica peculiare delle strumentazioni, azionate dalla forza motrice del vapore (in inglese "steam"), piuttosto che da quella elettrica. Proprio recentemente è stato fatto ampio uso di questo procedimento narrativo – spesso di "rilettura" di opere originali – e ne sono un esempio film come "Sucker Punch" di Zach Snyder del 2011 e l'ultima versione di "Sherlock Holmes" di Guy Ritchie del 2009.

Il lungometraggio diretto da Anderson prende avvio a Venezia, dove i tre moschettieri sono in missione per recuperare il progetto di una moderna arma da guerra, ma vengono traditi da Milady, alleata del nemico Duca di Buckingham e, allo stesso tempo, spia del cardinale Richelieu, consigliere del Re Luigi XIII.

In seguito, poi, circostanze fortuite determinano l'incontro tra il giovane D'Artagnan, giunto a Parigi per diventare moschettiere, e i celebri Athos, Porthos e Aramis, che lo sfidano a duello per punire l'insolenza con cui si era rivolto loro. Proprio in tale situazione il ragazzo dimostrerà la propria abilità con la spada, combattendo insieme ai tre contro le guardie del Cardinale, che erano intervenute per far rispettare con la forza il bando di qualsiasi azione di duello entro i confini del Regno.

Fedeli alla Francia e ai propri ideali, D'Artagnan, Athos, Porthos e Aramis, si mettono poi in viaggio verso Buckingham, per sventare le trame e i giochi di potere del Cardinale Richelieu aiutato da Milady, che avrebbero messo in pericolo il trono francese e l'intera Europa. Uno dei principali combattimenti del film avviene sui cieli tra Francia e Inghilterra, a bordo di caravelle volanti, dotate di armi ed esplosivi fin troppo moderni per sembrare realistici.

Un film contraddistinto da un'attenzione particolare per i costumi, molto elaborati ed impreziositi, colonne sonore travolgenti, toni scherzosi e ironici alternati ad azioni e duelli al limite del possibile, caratterizzati dall'uso del rallenty per evidenziarne l'eccezionalità, sulla scia dell'esempio di "300" di Zack Snyder del 2007.

Nonostante l'obiettivo principale del regista Anderson fosse senza dubbio la spettacolarità della realizzazione, questi durante un'intervista sottolinea come ogni duello presente nel lungometraggio sia reale, frutto di lunghi e faticosi allenamenti nei mesi precedenti alle riprese che hanno interessato sia gli stuntmen sia gli attori principali.

Rende giustizia alla storia originale, a mio avviso, il modo in cui viene delineato il personaggio di Athos – interpretato da Mattew Macfadyen ("Pride and Prejudice", "Incendiary") – leader dei tre moschettieri e, allo stesso tempo, simbolo di virtù, onore e nobiltà d'animo, ma anche della capacità di riconoscersi uomo, con difetti ed insicurezze, desideri e passioni. Ritengo quindi che, sebbene sia un film caratterizzato da tecnologie stridenti, anacronistiche ed eccessivamente stra–ordinarie, siano proprio questi valori senza tempo che il film riesce a trasmettere agli spettatori di tutte le età, oggi abituati ad azioni veloci e sincopate. Quello espresso da Athos, infatti, può essere considerato un messaggio quanto mai attuale, circa l'importanza dei sentimenti quali la lealtà, l'onore e l'amore.

Pubblicato in: 
GN2 Anno IV 14 novembre 2011
Scheda
Titolo completo: 

I tre moschettieri (The Three Musketeers)

REGIA: Paul W. S. Anderson
SCENEGGIATURA: Andrew Davies, Alex Litvak
ATTORI: Logan Lerman, Matthew Macfadyen, Ray Stevenson, Luke Evans, Milla Jovovich, Orlando Bloom, Christoph Waltz, Mads Mikkelsen, Juno Temple, James Corden, Gabriella Wilde, Freddie Foxx, Til Schweiger

                Uscita al cinema 14 ottobre 2011

FOTOGRAFIA: Glen MacPherson  
MONTAGGIO: Alexander Berner
MUSICHE: Paul Haslinger
PRODUZIONE: Constantin Film, Impact Pictures
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
PAESE: Germania, Francia, Gran Bretagna, USA 2011
GENERE:  Azione, Storico, Avventura
DURATA: 102 Min.
FORMATO: Colore 2.35 : 1 3D
SOGGETTO: Dal classico romanzo di Alexandre Dumas.