Uffizi. L'eccentrica creatività di Piero di Cosimo

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Piero di Cosimo Visitazione con i santi Nicola di bari e Antonio abate

Alla Galleria degli Uffizi è in corso fino al 27 settembre 2015 un'affascinante mostra monografica dedicata a Piero di Cosimo (1462 – 1522), un pittore meno conosciuto dal pubblico di altri artisti della sua epoca, come Filippino Lippi o Fra' Bartolomeo. Lo scopo è di fare scoprire la centralità della sua figura nel formidabile crogiolo artistico della Firenze tra la fine del '400 e l'inizio del '500.

L'idea di questa esposizione è partita da Serena Padovani, già direttrice della Galleria Palatina di Firenze, contemporaneamente si è scoperto che anche alla National Gallery di Washington stava preparando una mostra su  Piero di Cosimo. Si è instaurato così un dialogo proficuo tra  le due istituzioni per organizzare le prime importanti retrospettive dedicate al pittore. Le mostre sono diverse, a Washington è stata esclusivamente monografica e sono state esposte 44 opere dell'artista, mentre a Firenze sono visibili, oltre ai dipinti, anche i disegni, che per ragioni conservative possono essere esposti per un breve periodo di tempo, insieme alle opere di artisti a lui vicini.

L'esposizione e il catalogo sono stati curati da Serena Padovani, Elena Capretti, studiosa del Cinquecento e autrice di vari studi su Piero di Cosimo, Anna Forlani Tempesti, specialista di disegni e già direttrice del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, e Daniela Parenti, direttrice del dipartimento dell’arte del medioevo e del primo Rinascimento alla Galleria degli Uffizi. La mostra è stata collocata nell'area espositiva della Galleria degli Uffizi, le circa 100 opere sono disposte in modo da ripercorrere il percorso artistico del pittore e inquadrarlo in quell' epoca di transizione così ricca di fermenti. La felice collocazione delle opere permette di ammirarle nel migliore dei modi e le tavole esplicative sono molto chiare ed esaurienti, poi per chi voglia approfondire c'è il catalogo edito da Giunti, pregevole sia per l'analisi dei diversi aspetti esaminati nei saggi, che per la qualità delle immagini.

La collaborazione fra le due istituzioni ha permesso di affrontare due aspetti molto controversi: la cronologia di alcune opere e l'attribuzione di alcuni dipinti e disegni, nelle targhette questo è segnalato, e, anche se le opinioni in alcuni casi sono divergenti, gli studi contribuiscono ad approfondire i problemi. L'esposizione è cronologica e comincia dall'apprendistato nella bottega di Cosimo Rosselli (1439-1507), il maestro per cui Piero  nutrì un affetto profondo tanto da cambiare il nome, da Piero di Lorenzo in Piero di Cosimo, riconoscendogli così una paternità artistica. Il maestro lo portò con sé a Roma quando ebbe la committenza degli affreschi per la Cappella Sistina, in cui in quel momento furono contemporaneamente impegnati anche Botticelli e Ghirlandaio

Lo stretto  rapporto affettivo con il maestro, che durò fino alla morte di quest'ultimo, non impedì l'affermarsi del precoce talento dell'allievo che trasse ispirazione dalle nuove tendenze della pittura a Firenze. All'inizio del percorso le opere del giovane Piero, la Madonna col Bambino in trono con i santi Onofrio e Agostino (1480 circa) e la Madonna col Bambino in trono e i santi Lazzaro e Sebastiano (1481-1484) sono messi a confronto con il maestro la cui Madonna col Bambino in trono, due angeli e i santi Nicola e Antonio abate ( circa 1470 ) rende evidente che appartengono a due diversi modi di rappresentare le immagini nella pala d'altare. Successivamente sarà Rosselli a seguire l'allievo come si evince dall'Adorazione del Bambino (1490).

Il motivo architettonico degli archi con il paesaggio di sfondo è la prova dell'importanza degli influssi della pittura fiamminga e dello stile di Leonardo, prima della sua partenza per Milano nel 1482. Nel 1483 era arrivato a Firenze ed era pubblicamente visibile il Trittico Portinari di Hugo vander Goes, infatti gli intensi scambi commerciali tra Firenze e le città delle Fiandre avevano  comportato anche la reciproca conoscenza artistica. I ricchi banchieri e commercianti fiorentini avevano apprezzato la brillantezza della pittura ad olio e furono affascinati dai paesaggi tanto da richiederli anche nei ritratti. La recente mostra romana dedicata a Hans Memling (1435-40- 1495), di cui è esposto il Ritratto d'uomo (1475), ha approfondito questi aspetti: l'influenza della pittura rinascimentale fiamminga su quella italiana, e viceversa.

Nella  Visitazione con i santi Nicola di bari e Antonio abate (1489-1490), eseguita nella chiesa di Santo Spirito, per la cappella di Piero di Gino Capponi, proprio quello noto per aver difeso la città contro Carlo VIII, l'influenza dei maestri fiamminghi è evidente. Il complesso paesaggio sullo sfondo, in cui sono ambientate la nascita di Gesù e la strage degli innocenti e la rappresentazione delle figure dei due santi ne sono una chiara testimonianza. I paesaggi di Piero ispirati a Leonardo, che a sua volta si ispirò alla pittura fiamminga, sono sfumati come nella Madonna col Bambino in trono e i santi Lazzaro e Sebastiano. In esposizione  c'è anche Filippino Lippi (1457 circa-1504), forse il pittore più affine a Piero di Cosimo, lo si può notare dall'ispirazione ai modelli fiamminghi e leonardeschi nel “Tondo Corsini” (1481-1482) e nell'Adorazione dei magi (1495-1496), anch'essi tra quelli esposti, ma c'è anche  l'Adorazione del Bambino (1498 circa) di Fra' Bartolomeo (1472-1517) a testimonianza delle innovazioni che si erano prodotte.

Un'altra caratteristica derivata dalla pittura fiamminga è la meticolosa attenzione per i dettagli, non solo degli oggetti ma anche di animali e piante, presente anche nella pittura di Leonardo. Una tendenza affermatasi anche nei ritratti tra cui segnaliamo quelli straordinari, nella capacità di rendere non solo la fisionomia ma anche di cogliere la personalità della persona, il Ritratto Giuliano da Sangallo e il Ritratto di Francesco Giamberti, padre del Sangallo, (1495 circa). Il passaggio dalla tempera all'olio fu un periodo di sperimentazione tecnica, a volte con esito insoddisfacente, una circostanza che si ritiene sia la causa della cattiva conservazione di alcuni dipinti. Nel 1501 ritornò a Firenze Leonardo, fu un evento importante perché le sue nuove opere mostrarono una diversa rappresentazione dei volti umani, raffigurati nelle più diverse ed estreme espressioni delle passioni: dalla tenerezza, al furore, dal sorriso al ghigno grottesco.

L'attitudine di Piero, eccentrico, nella felice definizione di Federico Zeri, nel raffigurare le diverse espressioni umane si manifestò nella versatilità in cui la usò, non solo nei dipinti religiosi come la Madonna col Bambino e due angeli (1505-07) ma anche in quella profani. Piero, infatti, ebbe molte committenze da importanti famiglie di Firenze non solo per le cappelle di famiglia, come abbiamo già visto, ma anche nell'arredamento dei  loro fastosi palazzi. La sua strabiliante capacità immaginifica utilizzata per gli apparati scenici e le architetture effimere delle feste rinascimentali è testimoniata proprio da queste pitture, che in modo diverso adornavano i palazzi.

Tra queste ricordiamo le originali La caccia e Il ritorno dalla caccia (1494-1500) per Francesco del Pugliese che sono state interpretate come facenti parte di un ciclo ispirato, tra l'altro, al quinto libro del De rerum naturae di Lucrezio per rappresentare l'evoluzione umana. Ne La scoperta del miele e Le disavventure di Sileno dipinto per Giovanni Vespucci (1500-1505) risalta il lato comico grottesco, mentre ne Liberazione di Andromeda (1510-15) commissionata da Filippo Strozzi spicca la narrazione miico-fantastica. Un altro mirabile esempio di pittura profana, il più enigmatico e incantevole è Satiro che piange la morte di una ninfa (1495-1500) , forse il mito di Procri narrato nelle Metamorfosi di Ovidio. La scena è immersa in uno splendido paesaggio sfumato in un orizzonte azzurrino, intenso è il dolore del Satiro, di incredibile forza espressiva come quella del cane in primo piano; la natura e gli animali, infatti, trovarono in Pietro un interprete sensibile e impareggiabile.

Al termine della visione della mostra, molto affollata di visitatori del museo, si comprende che lo scopo di far conoscere e apprezzare Piero di Cosimo, centrale interprete di quello straordinario periodo di transizione, che tra gli allievi ebbe Andrea del Sarto (1486-1530), è pienamente raggiunto. Dopo il cambio di direzione della Galleria degli Uffizi, e non solo, ci auguriamo che l'impostazione culturale e pedagogica venga mantenuta e non  si segua pedissequamente la nefasta tendenza all'evento appariscente, volto solo alla realizzazione degli incassi.

Pubblicato in: 
GN39 Anno VII 10 settembre 2015
Scheda
Titolo completo: 

Piero di Cosimo 1462 - 1522
Pittore eccentrico fra Rinascimento e Maniera
Sede espositiva       
Galleria degli Uffizi
Periodo della mostra       
23 giugno - 27 settembre 2015

Direzione della mostra
Antonio Natali
ideazione della mostra
Elena Capretti, Anna Forlani Tempesti, Serena Padovani
Cura della mostra
Elena Capretti, Anna Forlani Tempesti, Serena Padovani, Daniela Parenti
Comitato scientifico
Cristina Acidini, Elena Capretti, Fabio De Chirico, Everett Fahy, Anna Forlani Tempesti, Marzia Faietti, Dennis Geronimus, Gretchen Hirschauer, Antonio Natali, Serena Padovani, Daniela Parenti, Angelo Tartuferi
Segreteria scientifica
Elena Capretti, Marta Onali

Coordinamento organizzativo
Valentina Conticelli
Segreteria organizzativa
Francesca Montanaro, Patrizia Tarchi, Rita Toma, Barbara Vaggelli

Produzione e gestione della mostra
Opera Laboratori Fiorentini – Civita Group

Progetto dell’allestimento
Antonio Godoli
Nicola Santini con Lily Kani
 Realizzazione dell’allestimento
Opera Laboratori Fiorentini – Civita Group
Coordinamento Piero Castri, Donata Vitali
Video
ArtMediaStudio
Vincenzo Capalbo, Marilena Bertozzi

Sito web www.unannoadarte.it

Catalogo
Giunti Editore
A cura di
Elena Capretti, Anna Forlani Tempesti, Serena Padovani, Daniela Parenti

Enti promotori
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Segretariato Regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo della Toscana
Ex -Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico
e per il Polo Museale della città di Firenze Galleria degli Uffizi
Firenze Musei

La mostra è stata organizzata dalla Galleria degli Uffizi (Ex Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze) e dalla National Gallery of Art di Washington, dove l’esposizione – seppure con varianti – è stata aperta dal 1° febbraio al 3 maggio 2015