Universi paralleli. L'invisibilità del reale

Articolo di: 
Livia Bidoli
Io sono vivo voi siete morti

Piu' di un mese fa, che sembra un anno ormai, tanto la clausura interferisce con la normale percezione del tempo, allungando la sua parvenza di durata, ho ripreso a leggere una famosa biografia del massimo autore di fantascienza del Novecento: Philip Kindred Dick, (Chicago, 16 dicembre 1928 – Santa Ana, 2 marzo 1982), un libro scritto da Emmanuel Carrère e che rincorre Dick nei meandri della sua mente, o meglio, delle sue percezioni della realtà. Il libro è stato pubblicato da Hobby & Work per la prima volta nel 2006 e si intitola “Io sono vivo, voi siete morti” (a cura di Simone Bedetti e traduzione di Eva Raguzzoni). Di recente è stato ripubblicato da Adelphi con la traduzione di  Federica e Lorenza Di Lella in una nuova veste.

Cominciamo col dire che Dick, come John Cage, ed i Beatles ed i Pink Floyd dei primordi, era un estimatore del Libro dei mutamenti, I Ching, antico oracolo cinese di oltre duemila anni. I Ching sono particolarmente importanti in questo periodo, fine marzo 2020, in cui il Presente sembra un universo parallelo creato ad arte per catapultarci in un romanzo di fantascienza in cui noi siamo sostanzialmente dominati dal “Virus”. I Ching infatti analizzano il Presente, quello che sta accadendo in questo preciso momento (in senso lato), ed in forma divinatoria dona delle risposte da cui presagire quale possa essere la nostra “vera” e augurabile realtà.

Dick esaminò l'oracolo dell'I Ching e scrutò attraverso l'esagramma 61, Chung Fu, la Verità interiore, che dice:
"Il vento soffia sul lago increspando la superficie dell’acqua, manifestando così gli effetti visibili dell’invisibile."

Questa è l'essenza stessa del primo libro di successo di Dick: L'uomo nell'alto castello, meglio conosciuto come La svastica sul sole (The Man in the High Castle), pubblicato nel 1963. Il nocciolo della storia è che Germania e Giappone, nella società in cui vive Juliana, la protagonista, hanno vinto la seconda guerra mondiale e che lei va a trovare “l'uomo nell'alto castello“, ossia lo scrittore Hawthorne Abendsen, che ha scritto e pubblicato un'opera fantapolitica in cui Hitler ha perso la guerra: La cavalletta non si alzerà più (The Grasshopper Lies Heavy). Quel che rivelano a Juliana gli I Ching insieme ad Abendsen, è che, come afferma Hannah Arendt, filosofa apprezzata da Dick: “Lo scopo di un regime totalitario è di allontanare la gente dalla realtà, di farla vivere in un mondo fittizio. (…) La creazione di un universo parallelo: (…) modificare il passato (...) fare in modo che ciò che è stato non sia mai stato” (“Io sono vivo, voi siete morti” op. cit., p. 83).
Pensiamo per esempio alle “vittime meno illustri dei campi di concentramento, l'obiettivo non era solo ucciderle, ma di fare in modo che non fossero mai esistite” (Ibidem). Inoltre era presente un cosiddetto “principio di contaminazione” per quanto riguardava le persone cosiddette “indegne” del regime totalitarista: si doveva necessariamente cancellare gli scomparsi,  non soltanto dai documenti, ma dalla memoria di coloro che venivano provvisoriamente risparmiati” (Ibid, p. 84). E Carrère continua, con lo spiegare che è molto piu' facile tenere sotto il giogo il popolo facendogli credere che vige la democrazia piuttosto che rivelargli la natura del regime cui è sottoposto: semplicemente, come dimostra Dick con il suo libro, talmente è la forza di voler ignorare la realtà, che se ne convincerà (di vivere in una democrazia e non in uno stato totalitario). 

Orwell, in 1984 profetizzava: “La polizia, per detenere una pressione personalizzata su ogni cittadino, si sforza di scoprire che cosa faccia a ciascuno piu' paura” (Ibid, p. 22).

C'è un altro libro di Dick, che racconta di una società futura in cui gli esseri umani sono rinchiusi sotto terra (un po' quello che pensavano gli americani di subire con la terza guerra mondiale, ed è per questo che l'America è piena di bunker sotterranei costruiti all'epoca della Guerra Fredda tra Russia e Stati Uniti terminata con l'”apertura” sovietica del 1989-91) come formiche nei formicai: il romanzo si intitola La penultima verità (The Penultimate Truth, 1964). Il conflitto è sempre tra Oriente ed Occidente e il mondo è popolato solo da androidi in superficie e dalla classe dirigente che vive servita da androidi in zone dove la radioattività è quasi del tutto assente. Tutto bene, solo che la guerra è finita da anni e ad un certo punto trapela questa notizia mentre la tv continua a trasmettere false immagini di repertorio per costringere la popolazione a vivere sottoterra. Costretto a dire la verità, il dittatore Stanton Brose annuncia la fine della guerra: ma questa è soltanto la “Penultima verità”, poiché l'ultima è quella che la terra non è piu' radioattiva. Quest'ultima informazione e la manipolazione dell'intera umanità tramite la tv mi fa venire in mente un successivo romanzo di Dick, I Simulacri (The Simulacra) dello stesso anno di uscita di The Penultimate Truth: qui ci sono due classi di persone, chi conosce la verità e chi ne viene tenuta all'oscuro.

Non aggiungo altro, c'è molto materiale su cui riflettere.

Pubblicato in: 
GN22 Anno XII 9 aprile 2020
Scheda
Autore: 
Emmanuel Carrère
Titolo completo: 

Io sono vivo, voi siete morti. Un viaggio nella mente di Philip K. Dick

Edizioni Hobby & Work, a cura di: S. Bedetti,
Traduttore: Raguzzoni E.

pp. 335, € 7,90

Prima edizione: 2006