La verità sul caso Harry Quebert. La lectio veritas della scrittura

Articolo di: 
Marianna Dell'Aversana
Quebert

Una scomparsa misteriosa, un enigma ancora irrisolto aleggia sulla cittadina americana di Aurora dal 30 agosto del 1975, ovvero sin da quando sembra essersi dissolta nel nulla la quindicenne Nola Kellergan. Questo è il filo conduttore del poderoso romanzo del giovane scrittore svizzero Joel Dicker, La verità sul caso Harry Quebert, pubblicato recentemente dalla casa editrice Bompiani.

È il 2008 quando il cadavere della fanciulla è rinvenuto nella villa dello scrittore Harry Quebert, che viene, pertanto, accusato dell’omicidio. In sua difesa inizia ad indagare l’allievo prediletto, Marcus Goldman, anch’egli romanziere di successo, ma al momento in piena crisi creativa.

Si viene, pertanto, trascinati, attraverso un ritmo serrato, in un andirivieni continuo tra presente e passato e un intreccio di testimonianze e di punti di vista si avvicenda sulla pagina bianca, lasciando affiorare tasselli importanti per la ricostruzione e per la risoluzione della vicenda. Si propaga, infatti, la clamorosa notizia del legame sentimentale proibito tra Harry e la piccola Nola, provocando disorientamento nell’opinione pubblica della benpensante città di Aurora. A tal proposito risulta interessante notare anche come lo scrittore svizzero abbia curato l’ambientazione riproducendo l'atmosfera provinciale del centro di Aurora, in cui gli avvenimenti più importanti della politica americana, dal sexy-gate di Clinton all’election di Obama, sembrano riecheggiare da lontano, sfiorando appena gli animi intorpiditi degli abitanti.

Tali elementi sembrano comporre il quadro di un classico romanzo noir; ma La verità sul caso Harry Quebert va oltre le caratteristiche tipiche di tale genere letterario, sconfinando addirittura nella dimensione del meta-romanzo. Ogni capitolo, infatti, si apre con consigli pratici che il mentore Harry elargisce all’allievo Marcus proprio sulla scrittura, inducendo in tal modo il lettore ad una riflessione sulla complessità di una tale arte e sul rapporto tra realtà e letteratura. Innanzitutto, attraverso l’esperienza stessa del giovane Marcus, la cui creatività subisce una battuta d’arresto, si affronta il problema dell’ispirazione e del blocco creativo ribadendo, a tal proposito, la necessità di immergersi nel turbinio della vita per poter superare l’imbarazzo della pagina bianca. Proprio partendo dal contingente Goldman ritorna alla scrittura, grazie alla quale riesce a dare un senso al proprio e all’altrui vissuto: Marcus affiderà, infatti, alla pagina bianca il compito di far emergere non solo l’innocenza di Harry Quebert ma anche e soprattutto per far assumere contorni più definiti e chiari alla vicenda di Nola. Decide di scrivere perché questo è l’unico modo per trasformare in un’esperienza giusta e gratificante questa minuscola, insignificante cosa, che chiamiamo vita. Dicker, pertanto, sottolinea il rapporto tra vita e letteratura, tra mondo reale e mondo immaginato, soffermandosi particolarmente sulla trasfigurazione della verità in finzione letteraria. Lo scrittore, infatti, deve spingersi a svelare anche quelle zone d’ombra dell’animo umano, per dare voce ai sentimenti che non hanno l’obiettività dei fatti realmente accaduti, andando al di là del vero per afferrare il verosimile. È ciò, quindi, che farà lo stesso Goldman quando cercherà di attingere alla verità al di là dei fatti oggettivi, nel tentativo di addentrarsi nella complessa psicologia di Nola per consegnare un ritratto plausibile del personaggio al pubblico. Scrivere, infatti, significa anche permettere ai propri lettori di vedere ciò che a volte non possono vedere. Forse proprio in ottemperanza ad un principio di verosimiglianza Dicker, quando riporta il punto di vista di Nola, dando voce ai suoi sentimenti per Harry, utilizza uno stile piuttosto lezioso consono ad una quindicenne innamorata. E nella fase dell’inventio dimostra che è ammissibile anche ricorrere alle suggestioni di altri autori, facendone risuonare la parola nella trama narrativa. Il personaggio di Harry Quebert sembra, infatti, ricalcare quello del professor Coleman, protagonista  de La macchia umana di Philip Roth; Nola, invece, sembra richiamare alla memoria per certi aspetti, non solo fonicamente, la Lolita di Nabokov.

Intanto la trama si dispiega, i personaggi, scandagliati attentamente, abbandonano i contorni apparenti e incerti per assumerne altri più definiti cosicché la verità, prima scomposta in tanti frammenti, non più fugace, può imporsi, fissandosi in una forma precisa proprio grazie alle mirabili potenzialità della scrittura.

Pubblicato in: 
GN38 Anno V Numero doppio 30 luglio - 6 agosto 2013
Scheda
Autore: 
Joel Dicker
Titolo completo: 

Titolo: LA VERITÀ SUL CASO HARRY QUEBERT
Editore: BOMPIANI
Collana: LETTERARIA STRANIERA
Pagine: 784
Prezzo: 19,50 EURO
Anno prima edizione: 2013
ISBN: 45273285