Visione binoculare. La specularità familiare di Edith Pearlman

Articolo di: 
Marianna Dell'Aversana
Visione Binoculare di Edith Pearlman

Visione Binoculare, quarta raccolta  di 34 racconti edita recentemente da Bompiani, della scrittrice di origine ebrea, Edith Pearlman, è un testo particolare che conduce il lettore in un universo popolato dai più vari tipi umani.

Le storie che si susseguono si differenziano per struttura, tema, voce narrante, ma nonostante ciò si può percepire una certa uniformità che, trascendendo queste categorie, focalizza lo sguardo sull’essere umano e sulle varie sfaccettature del suo animo. Sebbene, infatti, nessuno dei racconti sia esplicitamente connesso, ci sono storie che condividono la stessa sensibilità e la stessa delicatezza, e un‘atmosfera profonda di calma aleggia sui protagonisti pur rappresentati in atto di affrontare le loro sfide.

Nel primo racconto che apre la raccolta “Inbound” si è trascinati nei meandri di un apparentemente tranquillo menage familiare in gita verso Harvard, con le due figlie, Sophie, dall’intelligenza precoce, e Lily, affetta dalla sindrome di Down. In realtà la diversa specularità delle due bambine è metafora della complessità dei rapporti familiari ed è, a sua volta, rappresentata da un’immagine ricorrente nella pagina bianca, quella dei due binari della metropolitana, paralleli ma volti in direzioni opposte: l’uno verso il centro e l’altro fuori dal centro. Allo stesso modo per le due fanciulle sono previsti cammini di vita diversi, ma pur sempre vicini, paralleli. “Avrebbero corso fianco a fianco come i binari della metropolitana, inbound ed outbound. Coestensivi.”

Particolarmente significativa a tal proposito è l’esperienza vissuta da Sophie che, separata accidentalmente dai suoi genitori, riesce a vedere il suo futuro penetrando la complessità di ruoli che si delineeranno nel suo universo familiare.La sua vita sarebbe stata vissuta nel mondo, non in quella casa di carta. Lo prevedeva - e revedeva anche che man mano che lei fosse diventata più forte i suoi genitori avrebbero cominciato ad indebolirsi. Anche loro le si sarebbero attaccati alla manica, timorosi di darle fastidio. Lily non l’avrebbe mai lasciata”. L’autrice, quindi, in questo punto della narrazione, come se tale esperienza fosse una sorta di rito iniziatico, lascia emergere in Sophie la consapevolezza delle responsabilità che la vita le riserverà. Questo racconto è, quindi, esemplificativo di come quelle della Pearlman siano storie che difficilmente ricevono una soluzione, ma che conducono, talvolta, ad una semplice ed inaspettata verità.

Il lettore, infatti, è spinto, attraverso situazioni apparentemente  normali, ad immergersi in abissi profondi, a tratti inquieti, in quanto la trama della narrazione prende talvolta direzioni inaspettate. Questo è il caso del racconto che dà il titolo alla raccolta, narrato da una ragazzina di dieci anni che trascorre i pomeriggi a spiare col binocolo una coppia dal balcone. La giovane osservatrice, nel momento in cui crede di aver afferrato la verità, sarà clamorosamente smentita. La storia, pertanto, fornisce la chiave di lettura attraverso cui bisognerà accostarsi al testo, ammonendo il lettore che è necessario uno sforzo, una vista più penetrante, duplice appunto, per catturare l’essenziale che si cela dietro la coltre dell’apparenza.

Intanto lo sguardo attento della Pearlman si posa  spesso sulla condizione degli Ebrei dopo l’olocausto e sulla loro diaspora in varie parti del mondo: è l’universo di questo popolo con tutte le loro tradizioni, con il proprio attaccamento culturale, religioso e linguistico a concretizzarsi sulla pagina bianca, a volte assumendo contorni netti e definiti, altre fungendo da opaco sfondo. E di volta in volta l’essere ebrei si traduce in forme sempre nuove, da quando dopo la seconda guerra mondiale saranno ammessi in altri Paesi dopo aver atteso in un campo profughi, come si narra nel racconto La Notte del Purim. Da quell’istante i personaggi dei vari racconti, seppur ciascuno nella propria peculiarità, saranno mossi da uno stesso senso di una comune appartenenza. Tale è l’atmosfera delicata che pervade  tutto l’universo labirintico della Pearlman.

Pubblicato in: 
GN24 Anno V 21 aprile 2013
Scheda
Autore: 
Edith Pearlman
Titolo completo: 

Visione binoculare
Editore: BOMPIANI
Collana: LETTERARIA STRANIERA
Pagine: 480
Prezzo: 19,50 EURO
Anno prima edizione: 2012
ISBN: 45271366