La creazione del pianoforte

Alla Sala Casella (via Flaminia 18) sabato 10 marzo alle ore 18 per la Filarmonica Romana omaggio a Muzio Clementi a 180 anni esatti dalla morte (avvenuta il 10 marzo 1832 a Evesham) con il concerto di Costantino Mastroprimiano.

Mastroprimiano suonerà su un prezioso fortepiano Heichele del 1823 e una copia da “A. Walter” del 1795, antesignani del moderno pianoforte. Fra i migliori interpreti italiani del repertorio pianistico di quel periodo, primo musicista al mondo ad aver registrato l’edizione completa in 18 Cd delle Sonate di Muzio Clementi al fortepiano,

Costantino Mastroprimiano ha rivolto i suoi interessi alla riscoperta e rivalutazione della musica strumentale italiana dell’Ottocento, proponendo in recital trascrizioni di sinfonie e concerti di Haydn, Mozart, Beethoven, ad opera di autori oggi in parte dimenticati che all’epoca ebbero il merito di diffondere con le loro trascrizioni il grande repertorio sinfonico di quel periodo.

Nato a Roma nel 1752, Muzio Clementi nella sua lunga esistenza ebbe modo di viaggiare per tutta Europa esercitando la professione di pianista, compositore, insegnate e – primo nella storia della musica – proprietario di una importante fabbrica di pianoforte. Nacque dunque prima di Mozart e sopravvisse di qualche anno a Beethoven e Schubert, testimone del determinante sviluppo che toccò al pianoforte in quel periodo, consacrandolo strumento romantico per eccellenza.

"Una esistenza lunga che ha attraversato anni importantissimi anche per l’evoluzione e la formazione del repertorio pianistico – precisa Mastroprimiano –. Il programma vuole appunto essere un percorso lungo la vita di quest’uomo: la Sonata op. 24 n. 2 (eseguita durante la “tenzone” con Mozart a Vienna la sera del 24 dicembre 1781) e la Sonata op. 50 n. 3 “Didone Abbandonata”, ossia l’ultima composizione sonatistica, nella quale la retorica verbale e la drammaturgia teatrale si fondono strettamente con una nuova dimensione formale e timbrica della Sonata pianistica”.

Le Sonate di Clementi si alterneranno a due altri approcci pianistici: quello più esplicitamente innovativo del primo Beethoven della Sonata op. 2 n. 1, seguito dalla rivoluzione più sottilmente condotta dal linguaggio di Schubert, della quale  un esempio è la Sonata op. 42. Ad impreziosire il concerto, l’uso di due strumenti dalla loro inconfondibile peculiarità timbrica, una copia da “A. Walter” del 1795 ca. e un originale fortepiano Heichele del 1823.

Biglietti: 10 euro (ridotto 5)
Info: tel. 06-3201752, promozione@filarmonicaromana.org