Roma. Colloquio su Eduardo Chillida all'Instituto Cervantes

In occasione del centenario della nascita del grande scultore spagnolo Eduardo Chillida (1924-2002), l’Instituto Cervantes di Roma organizza un colloquio con Mikel Chillida, critico d’arte e nipote dell’Artista, e Javier Molins Pavía mercoledì 8 maggio alle ore 18.00 presso la Sala Dalì.

Da quando si è fatto conoscere sulla scena internazionale negli anni Cinquanta, il lavoro di Chillida è stato ospitato nei principali musei e collezioni d'arte in Europa e negli Stati Uniti. Le sue opere sono state commentate e analizzate da insigni storici e critici d'arte, oltre che da poeti e filosofi. Vincitore di innumerevoli premi ed esposto in numerosi musei e retrospettive, il suo lavoro costituisce un patrimonio di riferimento ineludibile nel panorama artistico contemporaneo. Per molti è stato il miglior scultore spagnolo della seconda metà del XX secolo.

Eduardo Chillida, di origine basca, nasce a San Sebastián il 10 gennaio 1924. Dopo gli studi in architettura all'Università di Madrid inizia a concentrarsi sul disegno e la scultura. Trasferitosi a Parigi nel 1948, stringe amicizia con Pablo Palazuelo, con il quale espone al Salon de Mai del 1949. Nel 1955 la città di San Sebastián gli commissiona un monumento ad Alexander Fleming. Vince il Premio per la scultura alla Biennale di Venezia del 1958 e, nello stesso anno, compie la sua prima visita negli Stati Uniti, dove incontra James Johnson Sweeney, Mies van der Rohe e il compositore Edgar Varèse.

Nel 1960 gli viene assegnato il Premio Kandinsky. Nel 1966 incontra il filosofo Martin Heidegger, del quale illustrerà il libro Der Kunst und der Raum. Due anni dopo inizia una scultura per il palazzo dell’UNESCO a Parigi. Nel 1971 è Visiting professor al Carpenter Centre di Cambridge, Massachusetts. Nel 1979 condivide con Willem de Kooning il Premio Andrew W. Mellon, a cui fa seguito un’importante mostra al Museum of Art del Carnegie Institute di Pittsburgh. Nel 1980 espone al Museo Solomon R. Guggenheim, New York. Nel 1990 la Biennale di Venezia gli dedica una personale a Ca’ Pesaro. L’anno successivo riceve il Praemium Imperiale dalla Japan Art Association. Nel 2000 viene inaugurato il museo Chillida-Leku ad Hernani, Gipuzkoa. Muore nella sua residenza sul monte Igueldo il 19 agosto del 2002.

Le sue opere sono presenti in più di 20 musei in tutto il mondo. Le sue sculture sono collocate di fronte al mare, come a San Sebastián (Pettine del vento, 1977) o in montagna, come in Giappone, e in città come Washington, Parigi, Lund, Munster, Madrid, Palma di Maiorca, Guernica, Berlino e Monaco di Baviera. Sulla sua opera hanno scritto architetti e filosofi come Martin Heidegger, Emil Cioran, Félix Duque e poeti come Octavio Paz. “Dallo spazio con suo fratello il tempo, sotto la gravità insistente, sentendo la materia come uno spazio più lento, mi chiedo con stupore ciò che non so” (E. Chillida).