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Giardino di Ninfa. Il lussureggiante mormorio sorgivo
Tra la lussureggiante valle che si trova tra Norma e Sermoneta, si trova il Giardino di Ninfa, che le Passeggiate Romane del medievalista teutonico Gregorovius lodano per le bellezze al di sopra di Pompei. Tra le rovine romantiche di un borgo medievale nato sotto i Monti Lepini nell'XI secolo, nasce questo giardino all'inglese che è divenuto nel 2000 Monumento Naturale dalla Regione Lazio. La preservazione di questo ricchissimo patrimonio naturale è a cura della Fondazione Roffredo Caetani onlus, che organizza le visite guidate nei giorni di apertura da aprile a ottobre. La nostra promenade si è svolta il giorno di Pasquetta, il 21 aprile, con un'eccellente temperatura mite, con una leggera brezza a rendere piacevole la passeggiata.
A pochi kilometri da Cisterna di Latina, da dove parte un servizio navetta per la visita del Giardino, che lo raggiunge in circa un quarto d'ora con un gentilissimo autista a dare tutte le informazioni indipensabili, sorge accanto ad unaltra riserva naturale inaugurata nel 2009, il Parco Pantanello, anch'esso visitabile. Il nome del Giardino deriva dal fiume Ninfa, che lo ha tratto da un piccolo tempio romano dedicato alla ninfe delle sorgenti, le Naiadi. E tutto il complesso del Giardino è infatti percorso da ruscelli e sorgenti, con piccoli specchi lacustri disseminati dappertutto, a creare un'atmosfera ancor più idilliaca ad un percoso già di per sé gradevolissimo.
La famiglia Caetani, estintasi nel 1977 con Leila Caetani che tanto curò il Giardino e creò la Fondazione Caetani onlus che attualmente lo gestisce, è una famiglia antichissima di papi e nobili che nel 1298 acquistò Ninfa e le città che la circondavano: fu Pietro II Caetani aiutato da Bonifacio VIII, un altro Caetani, di nome Bendetto. Pietro II realizzò sia il castello baronale sia la torre di 32 metri che nel XVI secolo fu implementata dal giardino che Nicolò III decise di creare insieme ad un hortus conclusus di cedri, e specchi d'acqua, oggi con cigni e uccelli acquatici, accessibile alla fine della visita guidata.
L'Ottocento delinea però il vero splendore del Giardino, col ritorno dei Caetani dopo l'abbandono per le epidemie che sconvolsero il circondario della tenuta, e l'esaltazione tipicamente romantica delle rovine à la Caspar David Friedrich, fece decidere a Roffredo Caetani per una bonifica completa ed un restauro dei ruderi antichi della Basilica di Santa Maria Maggiore. Oltre allo spettacolo di quest'ultima con due affreschi risalenti al 1100-1200 ed uno raffigurante San Pietro (gli altri sono conservati nel Castello di Sermoneta), abbiamo un campanile di epoca romanica. L'altra chiesa, di San Giovanni, è del XII secolo, ma ve ne erano molte altre, come quella di San Biagio, ed intorno anche due monasteri. Tre ponti rendevano possibile l'attraversamento del fiume Ninfa, uno di epoca romana, detto del Macello, perché vi furono massacrati i nemici.
Questa meraviglia romantica di giardino è ricca di varietà di rose di svariate tonalità, dalle gialle pallide alle rose accese, soprattutto rampicanti, fra cui R. banksiae, R. bracteata, R. x odorata 'Mutabilis', R. hugonis, 'Ballerina', 'Iceberg', 'Max Graf', 'Complicata', 'Penelope', 'Buff Beauty', 'Mme. Alfred Carriere', R.filipes 'Kiftsgate', 'Gloire de Dijon'. Oltre 1300 specie fanno da corollario alle splendide peonie, gelsomini, glicini, insieme ad alberi e piante come il viburno, il caprifoglio, il ceanothus, l’agrifoglio, le clematidi, i cornioli, i meli ornamentali e l’albero dei tulipani. In due aree poi sorgono dei giganteschi bambù che creano un clima amazzonico accanto al fiume, un'oasi frastagliata da macchie di verde e di colore che fanno da sfondo per condurre al palazzo, dove due bifore gotiche fanno da specchi all'orizzonte davanti alla torre spaccata che sorge maestosa ad elevarsi sulla rupe della montagna.
L'Hortus conclusus vi rapirà con un cedreto ed una fontana antica sullo sfondo, dove, dopo una passeggiata fruttuosa e letteraria, si saranno probabilmente adagiati all'ombra di fronte ai cigni, Bassani come Virginia Woolf e tanti altri ospiti della stessa levatura, invitati dalla colta moglie di Roffredo, Marguerite Chapin, che riuscirà a creare un cenacolo tra rampicanti e fiori del borgo agli inizi del Novecento, offrendo uno spettacolo ora aperto a tutti i visitatori.