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Macbeth per la prima volta in scena allo Sperimentale di Spoleto
Macbeth di Giuseppe Verdi è stato il titolo conclusivo del cartellone del Teatro Sperimentale di Spoleto, dopo le anteprime di cui due per le scuole, la prima si è svolta il 20 settembre accolta con grande successo dal pubblico; è la rappresentazione a cui si riferisce il presente articolo. Lo spettacolo ha avuto due repliche a Spoleto per poi girare nell’ambito della Stagione Lirica Regionale 2024 in varie città umbre: Perugia, Foligno, Città di Castello e Todi.
Per la prima volta il Macbeth è stato rappresentato nell’abito della programmazione dello Sperimentale, non è un caso perché richiede agli interpreti notevoli mezzi vocali e interpretativi che facevano esitare a sceglierla. Nella conferenza di presentazione Enrico Girardi condirettore artistico ha riconosciuto che si tratta di una sfida, ma che è stata affrontata dopo aver ascoltato i giovani cantanti e data loro fiducia. Visto il numero delle rappresentazioni è stata prevista l’alternanza di tre cast.
Macbeth, è il decimo melodramma composto da Giuseppe Verdi, ed è un vero dramma in musica che rappresenta un punto di svolta nell'arco creativo del compositore, che fu affascinato dall'argomento dell’omonimo dramma scespiriano, incentrato sul potere e sugli effetti, che la bramosia di impadronirsene e mantenerlo, ha nell'animo umano. Inoltre c'è l’incalzare degli eventi senza pause, è d’altronde il più breve di Shakespeare, lo rendeva affine alla visione drammaturgica di Verdi.
La prima assoluta, che si svolse a Firenze il 14 marzo 1847 al Teatro La Pergola, riscosse un trionfale successo, successivamente Verdi ne curò la revisione in francese e con i balletti, che andò in scena nel 1865 a Parigi. In questa utilizzò in gran parte il materiale musicale precedente, che poi tradotta in italiano e senza balletti, è l'edizione usualmente proposta ed quella che è andata in scena a Spoleto. Per Verdi i personaggi principali sono tre: Macbeth, Lady Macbeth e le streghe, che sono le proiezioni dei desideri inconsci e tenebrosi dei due personaggi.
Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi sono stati autori della regia e delle scene in una visione che evoca proprio il teatro scespiriano, per un testo musicale che non ha pause drammatiche ma scorre inesorabilmente verso il tragico epilogo. Sul palcoscenico non vi era né inutile ciarpame né cianfrusaglie né orpelli, ma una scena nuda con pannelli mobili neri e uno rosso sul fondo che si animavano anche di ombre grazie all’uso sapiente delle luci della preziosa Eva Bruno. Il rosso del sangue e delle passioni, che però sono tenebrose, come ricordano i pannelli neri, perché albergano nel atro inconscio dei personaggi, materializzato scenicamente nelle streghe. Conseguentemente il nero e rosso ricorrono nei costumi dei personaggi e in quelli delle streghe, il solo Duncano ha la veste bianca, quella della vittima sacrificata sull’altare della presa del potere. La prolifica e abile creatività di Clelia De Angelis ha creato questi costumi così aderenti allo svolgimento tragico.
Luigi Di Gangi ha dichiarato, durante la conferenza stampa di presentazione, che la messa in scena studiata insieme a Ugo Giacomazzi è stata ideata per stimolare l’immaginazione dello spettatore, una scelta che richiama la concezione poetica del Sommo Bardo esposta nella Invocazione alla Musa di fuoco che apre l’Enrico V. Encomiabile l’accurato, appassionato lavoro di regia con gli interpreti che si è manifestato particolarmente nel movimento scenico del coro delle streghe, determinante nello svelare i cupi desideri di Macbeth e non caso lascerà infisso sul palcoscenico il pugnale che poi trafiggerà Duncano. Il Coro dello Sperimentale, che certo non ha l’esperienza dei professionisti dei teatri d’opera, ha risposto alle indicazioni registiche con risultati drammatici assai efficaci.
Del lavoro molto impegnativo che è stato svolto con i tre cast riportiamo quello della recita del 20 settembre, che però era composto da cantanti già in carriera e quindi con un bagaglio di esperienze già fatte, a cominciare da Leonardo Galeazzi, che ha già più volte interpretato Macbeth e si è visto dalla sicurezza con cui ha affrontato il ruolo. Galeazzi aveva vinto il Concorso dello Sperimentale nel 2001, ha una buona padronanza vocale e un caldo timbro baritonale, che ha messo a disposizione della difficile parte da interpretare.
Marily Santoro, anche lei già in carriera, ha debuttato come Lady Macbeth, forse la parte vocalmente più problematica dell’opera, sicuramente un ruolo da maturare, ma che ha affrontato e risolto superando le insidie proposte da Verdi e dimostrando una solida presenza scenica. Riguardo alla lettera che Lady Macbeth legge, scoglio che si presenta ogni volta che questa opera va in scena, Luigi Di Gangi, ci ha detto di avere indicato alla tre diverse interpreti la declamazione del testo, che la Santoro ha realizzato con notevole efficacia espressiva
Oronzo D'Urso, ha meno esperienza, ma ha vinto il 75ma edizione del Concorso dello Sperimentale, è già in carriera e ha debuttato nel ruolo Macduff, anche se ha avuto qualche incertezza nei pezzi d’insieme, ha ben cantato l’aria “Ah, la paterna mano” in cui ha messo in mostra il bel timbro tenorile.
Il ventunenne Nicolò Lauteri, si è classificato terzo alla 78° edizione del Concorso dello Sperimentale, nonostante la giovane età ha esibito un notevole timbro bronzeo di basso, certo la voce maturerà ancora, ma già adesso mostrato una buona padronanza vocale ed espressiva, inoltre ha sfoggiato una interessante disinvoltura scenica.
Dopo la bravura esibita nella verve ironica usando soprattutto il registro acuto in Procedura penale di Bettinelli, Giorgia Costantino ha fornito un’ottima prova come dama di Lady Macbeth, rivelando di possedere espressività drammatica nella voce morbida e calda.
Bene hanno fatto Nicola Di Filippo come Malcom e Andrea Ariano come medico e gli interpreti degli altri ruoli minori.
Carlo Palleschi ha diretto l’Orchestra Calamani del Teatro Lirico Sperimentale, una direzione molto teatrale e incalzante, che non ha tralasciato di evidenziare i diversi colori e le variazioni ritmiche e ha dato respiro e cantabilità alla melodia. L’orchestra ha ben risposto alle indicazioni e così il Coro ben preparato da Mauro Presazzi.
Scroscianti e lunghi applausi per tutti gli interpreti alla fine dello spettacolo.