67° Settimana Musicale Senese. Piccoli Amori tra Saint-Saëns e la guida di Rota

Articolo di: 
Daniela Puggioni
67ª Settimana Musicale Senese

Il 15 e 16 luglio 2010 al Teatro dei Rinnovati a Siena è andato in scena lo spettacolo Piccoli Amori: La Princesse Jaune (La principessa Gialla), opéra-comique in un atto di Camille Saint-Saëns e La scuola di guida, idillio musicale su testo di Mario Soldati e musica di Nino Rota; Giuliano Carella dirigeva l'Orchestra della Toscana.

Piccoli Amori è la felice definizione creata dal direttore artistico Aldo Bennici, che ben si adatta al contenuto delle due brevi composizioni di rara esecuzione e per questo di particolare interesse; la recensione si riferisce alla recita del 16 luglio. La Princesse Jaune è un'opéra-comique (azione drammatica in cui si alternano parti recitate e cantate, la più celebre è Carmen di George Bizet) in un atto su testo di Louis Gallet, prima composizione del musicista ad essere rappresentata, debuttò all'Opéra-Comique il 12 giugno 1872 con scarso successo, appena quattro repliche.

La trama risente dell'esotismo decadente allora molto di moda, alimentato anche dal fatto che il Giappone nel 1853 fu costretto con la forza, dalla spedizione navale statunitense, ad aprire i porti. Conseguentemente cominciarono ad affluire in occidente diversi manufatti di quel paese, di cui si sapeva molto poco, ma che essendo molto diverso, esercitò un grande fascino; è noto come le stampe giapponesi influirono sull'arte figurativa occidentale.

Il protagonista è appunto il giovane pittore olandese Kornelis che, invaghito del ritratto di una bella giapponese, cui ha dato nome Ming, non si accorge dell'amore che la cugina Lena prova per lui. Dopo aver bevuto una droga, altro topos legato al decadentismo, nel delirio vede il Giappone dei suoi sogni, ma l'affascinante Ming ha il volto di Lena. Quando la cugina entra, la corteggia ma Lena, rendendosi conto del suo stato, lo respinge. Successivamente riavutosi si accorgerà di amare la cugina e rinnegando la sua mania giapponese sarà creduto da Lena.

La musica di Saint-Saëns è interessante, in quanto anticipa l'atmosfera e il gusto per le sonorità orientaleggianti che culmineranno nel capolavoro pucciniano: Butterfly (1904). L'opera, però, non coinvolge, a nostro avviso per l'esilità del libretto, nonostante la buona esecuzione della partitura, rivista da Bruno Moretti, la direzione di Giuliano Carella, l'impegno profuso dai cantanti Maria Costanza Nocentini e Carlo Allemano e la regia.

Mietta Corli ha trasformato Kornelis da pittore a fotografo, ispirandosi al film di Antonioni: Blow up (1966) per evidenziare il rapporto tra realtà ed immaginazione, in quanto ha trovato che: “il centro (dell'opera) mi sembra essere l'idea che la realtà può andare oltre l'immaginario“. La scena racchiude una struttura romboidale trasparente: lo studio di fotografo, sulle cui pareti vengono proiettate immagini che evocano lo stato d'animo dei personaggi e le visioni di Kornelis: una scelta molto suggestiva e appropriata.

Ha chiuso la serata La scuola di guida, idillio musicale su testo di Mario Soldati e musica di Nino Rota, orchestrata da Bruno Moretti dallo spartito per canto e pianoforte, una deliziosa e ironica opera di 15 minuti interpretata efficacemente da Raina Kabaivanska e Giuseppe Sabatini. Fu commissionata da Menotti per il Festival dei Due Mondi del 1959 e debuttò in uno spettacolo Fogli d'album in cui furono presentate più opere della stessa durata.

La vicenda narra di una Lei che ha deciso di imparare a guidare per conoscere Lui che, ha visto una volta in macchina e le ha fatto battere il cuore. La lezione è disastrosa, in quanto Lei è molto distratta e mette a dura prova la pazienza di Lui. Finiscono contro un albero ma ne escono illesi e abbracciati in un lungo e appassionato bacio: lo scopo di Lei è finalmente raggiunto. L'arguta sceneggiatura di Soldati alterna magistralmente la prosaicità della situazione alle reazioni emotive dei personaggi, accompagnata perfettamente dalla musica di Rota che sottolinea la comicità con suoni onomatopeici, ritmi jazz e di danza che evocano le leggendarie band americane dell'epoca. La lunga e affiatata collaborazione tra lo scrittore e regista cinematografico e il musicista ha generato questa breve opera raffinata e divertente.

La regia, sempre della Corli è essenziale e molto divertente: sul lato destro l'ufficio della scuola: una scrivania e delle sedie, sullo sfondo al centro vi è uno schermo su cui è proiettato il percorso e la parte posteriore dei cantanti seduti su due sedie. In primo piano è proiettata su un altro schermo più piccolo la parte anteriore della macchina che ricorda la Lancia B24 de Il sorpasso di Dino Risi (1962) ma anche i cartoon, che si animano sollecitati dagli errori di Lei. Raina Kabaivanska si è calata in questo ruolo con un'interpretazione ironica e garbata, coadiuvata efficacemente da Giuseppe Sabatini, concludendo elegantemente e allegramente la serata.

Pubblicato in: 
GN19 Anno II 3 agosto 2010
Scheda
Titolo completo: 

Piccoli amori. La Princesse Jaune
CAMILLE SAINT-SAËNS
opéra-comique in un atto su libretto di Louis Gallet
revisione di Bruno Moretti realizzata per questa esecuzione
Maria Costanza Nocentini soprano
Carlo Allemano tenore

La scuola di guida
NINO ROTA
idillio musicale su testo di Mario Soldati
orchestrazione di Bruno Moretti dallo spartito originale per canto e pianoforte
Raina Kabaivanska soprano
Giuseppe Sabbatini tenore
Mietta Corli regia e impianto visivo
Guido Levi light designer

Orchestra della Toscana
Giuliano Carella direttore

15 e 16 luglio 2010
Teatro dei Rinnovati di Siena