Accademia Filarmonica. Blandine Rannou interpreta Rameau

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Blandine Rannou

Giovedì 30 ottobre 2014 alla  Sala Casella, la valente clavicembalista francese, Blandine Rannou, ha inaugurato Il Cerchio della musica, un nuovo ciclo di concerti ideato da Matteo D'amico, nuovo direttore artistico della Accademia Filarmonica Romana, per un diverso modo di avvicinarsi all'ascolto della musica.

Il concerto monografico dedicato a Jean-Philippe Rameau (1683-1764), nel 250° anniversario della morte,  ha avuto un prologo con l'introduzione della musicologa Barbara Nestola, che parlato del musicista e un epilogo con la stessa Blandine Rannou, che ha spiegato il suo approccio al clavicembalo, all'opera Rameau e poi ha risposto alle domande del pubblico. Il concerto è stato realizzato in collaborazione con l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici e il Centre de musique baroque de Versailles (CMBV), nell’ambito del Festival Autunno in Musica.

La Rannou ha interpretato l’integrale delle Nouvelles Suites de pièces de clavecin, che fu pubblicata nel 1728, fu la terza raccolta dopo quelle edite nel 1706 e del 1724 e anche l'ultima dedicata al solo clavicembalo. Poi Rameau si  dedicò esclusivamente al teatro iniziando con Hippolyte et Aricie, tragédie lyrique (1733); unica eccezione  Piéces de Clavecin en Concert del 1741, musica da camera in cui al clavicembalo si aggiungono il violino o il flauto e una viola da gamba o un secondo violino.

Rameau non fu solo un musicista ma anche un teorico e applicò le sue teorie alle sue composizioni da camera e teatrali, nel 1723 pubblicò il suo primo trattato dedicato all'armonia Traité de l'harmonie reduite à ses principes naturel (1723). Nel suo studio il musicista utilizzò un metodo razionalista, ispirato a Descartes, cosa che in questa fase della sua vita lo avvicinò agli Enciclopedisti, che sostennero e difesero le sue teorie. Per Rameau la parte fondamentale della musica è l'armonia, la melodia ha un ruolo subordinato; dalla sua teoria sugli armonici, poi confermata da coevi studi scientifici, derivò una nuova concezione sugli accordi in base alla quale i rivolti di un accordo non sono altri accordi, ma derivano dall'accordo in posizione fondamentale.

Importanti sono anche le innovazioni tipografich, introdotte nella pubblicazione della Nouvelles Suites de pièces de clavecin, proprio  per permettere una più chiara e facile lettura della musica da parte dell'esecutore: la diversa scrittura delle note per la mano destra da quelle per la sinistra, indispensabile per non fare confusione quando le mani si incrociano e una disposizione delle pagine tale che il voltarle non renda indispensabile un aiuto esterno. La personalità di Rameau è affascinante in quanto, è sì un teorico e un pragmatico razionalista, che dalla sua esperienza di esecutore comprende quali siano i problemi tecnici, ma non è solo questo. Nella sua musica incantano e seducono l'invenzione, la straordinaria creatività di ricercare effetti con sempre nuove e raffinate combinazioni sonore, ne è una dimostrazione esemplare proprio la Nouvelles Suites de pièces de clavecin.

Nella premessa infatti il compositore spiega il suo metodo basato proprio sugli accordi e sul percorso armonico fondato sulla potenzialità espressiva  della modulazione – passaggio da una tonalità ad un'altra – per generare effetti che possano interessare e affascinare "Il conoscitore ". La Suite come la raccolta precedente è divisa in due gruppi di differenti tonalità, nel primo, in La maggiore e minore, è rispettata la tradizionale successione di danze- Allemande, Courante, Sarbande - alla Gavotte si aggiungono sei Doubles, variazioni, che insieme a La Fanfarinette e a La Triomphante, sono brani di grande virtuosismo che culmina nell'arduo Les Trois Mains, in cui la scrittura musicale crea l'illusione che le mani siano tre.

Nella seconda, in Sol maggiore e minore, è significativo il brano L'Enharmonique; enarmonici sono due note, sia pure di nome diverso, che sono equivalenti, cioè hanno lo stesso suono, come sono, negli strumenti a tastiera il Do diesis e il Re bemolle. Il particolare percorso armonico e dinamico in cui vengono posti gli enarmonici, frutto della ricerca di Rameau, crea effetti inaspettati e seducenti, che presagiscono l'exploit  lussureggiante, di suoni, ritmi e colori dell'orchestra nelle opere. Non è un caso che uno dei pezzi Les Sauvages, ispirato ad una danza, da lui vista di due “indiani” della Luisiana, sia stato impiegato ne Les Indes Galantes

Blandine Rannou, che ha suonato una splendida copia di un clavicembalo, basata su diversi modelli di Blanchet (1730-1746), fornita da la Piccola Accademia di Montisi, è stata un'interprete provetta nel rendere tutto il ventaglio sonoro, dinamico e timbrico della raffinata composizione, spronata dagli scroscianti applausi del pubblico ha interpretato La livri da Piece de Clavencin en Concert, un brano per solo clavicembalo, di Rameau e la Portugaise di J.B.Forqueray

Infine l'epilogo, Blandine Rannou ha raccontato come fin da piccola ha cominciato a studiare il clavicembalo e come fosse affascinata da tutto ciò che è antico e con la sua fantasia si immaginava come fosse in quell'epoca. Ritiene che le composizioni da camera di Rameau debbano essere eseguite unicamente sul clavicembalo per le loro intrinseche caratteristiche, ha inoltre  aggiunto che nell'interpretazione di Rameau cura l'espressività, la durata del suono, anche ritardarndolo, in quanto sono i mezzi propri dello strumento, ma non sull'intensità, poiché le corde del clavicembalo vengono pizzicate ed è impossibile suonare forte o piano. Il pubblico presente ha gradito la formula proposta e si è trattenuto, in larga parte, all'incontro con la musicista. 

Pubblicato in: 
GN2 Anno VII 13 novembre 2014
Scheda
Titolo completo: 

ACCADEMIA FILARMONICA ROMANA
IL CERCHIO DELLA MUSICA

Giovedì 30 ottobre 2014, ore 20,30 • Sala Casella (Via Flaminia 118)
Focus Rameau
In occasione dei 250 anni dalla morte di Jean-Philippe Rameau
Blandine Rannou clavicembalo

Nouvelles Suites de Pièces de Clavecin (1728, esecuzione integrale)

in collaborazione con
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, nell’ambito del festival Autunno in Musica - Centre de musique baroque de Versailles