Alterio. Il Cuore ribelle del dissenso

Articolo di: 
Livia Bidoli
Villa, Perugini, Alterio

Lo scorso venerdì 21 ottobre si è svolta una serata dedicata al dissenso presso un luogo deputato da due anni e mezzo al dibattito democratico e costituzionale: prima sede dell'Associazione Sana e Robusta Costituzione, e da sempre luogo accogliente sia verso la politica alternativa sia un'informazione libera e indipendente, il ristorante Il Cuore ribelle di Adriana Perugini ha dato il via ad una serie di approfondimenti culturali di attualità. Al primo di questi incontri organizzato da Marco Villa è stata invitata la giornalista Tiziana Alterio, prima con excursus sulle realtà alternative di produzione a km 0, poi con l'introduzione al suo libro appena edito dal titolo eloquente: Putin.

Il sottotitolo del libro di Tiziana Alterio è altrettanto chiaro: L'uomo di ghiaccio che sfida l'occidente. Su questo possiamo subito controriflettere e citare dal libro di Alterio un passo fondamentale per connetterci al presente: "Come un film già visto" (Putin, p. 10), ed in effetti sembra quasi il proseguimento di una serie di telefilm, come quelli cui hanno abituato la popolazione su Netflix, Amazon Prime, Sky e tante altre piattaforme. Cito di nuovo Alterio: "Dopo due anni di guerra al Covid-19, un'altra guerra ha fatto ripiombare il mondo in un nuovo dramma" (Ibid, p. 9): previsto? Qualcuno ne parlava, ed un pò come la Cassandra troiana, ha avuto ragione quando nessuno le credeva.

Certo, se noi facessimo un'ipotesi azzardata, potremmo chiamare questo della guerra il nuovo "Cavallo di Troia", sostenendo che il primo doveva far accettare una sorta di società biotecnologica di marca sanitaria con una grande spinta per la digitalizzazione di servizi e commercio; quest'ultima crisi invece dovrebbe far accettare gli improbi aumenti del gas dovuti a sanzioni del tutto inefficaci contro la Russia.

Torniamo un pò indietro e seguiamo il discorso che Alterio fa all'interno di Cuore ribelle: "Al cuore del sistema attuale vi è il neoliberismo che ha svuotato anno dopo anno le istituzioni del loro potere: dietro ci sono tre miliardari fondi di investimento, BlackRock, StateStreet e Vanguard, che posseggono la metà del patrimonio mondiale e spingono verso i diktat dell'Agenda 2030 decisa a Davos dal World Economic Forum." Su questa spinta alla spoliazione politica delle istituzioni affermava Jimmy Carter, 39° Presidente degli Stati Uniti in un anno clou, il 2015: "Una oligarchia dove poche persone hanno nelle mani la sorte della maggioranza e dove i principi neoliberali hanno messo sotto scacco la democrazia. " (Ibid, p. 12): l'intervista è riportata integralmente da The Intercept. Jimmy Carter parla degli Stati Uniti in realtà sapendo che sono gli Stati Uniti ed il loro Patto Atlantico che, attraverso la NATO, stabiliscono tutti gli equilibri degli stati occidentali che convergono sotto quella campana.

Quello che asserisce Carter è diventato visibile a tutti con la gestione dell'emergenza sanitaria da malattia covid-19: in particolare ora che, a distanza di mesi dalla fine dell'obbrobrioso quanto inutile green pass si è venuto a sapere per tramite della Presidente dei mercati internazionali di Pfizer, Janine Small che: "Non era nemmeno stato richiesto di effettuare dei test relativi alla non trasmissione del virus, ovvero del contagio da SARS-COV2, in quanto si era in emergenza e quindi bisognava sviluppare i vaccini con la massima rapidità possibile." Questo ha testimoniato nella sede del Parlamento Europeo a Bruxelles quando è stata richiesta la presenza del CEO di Pfizer Alberta Bourla e lei è intervenuta al suo posto al Comitato di inchiesta sulla gestione del covid-19 in quanto Bourla si è rifiutato di presenziare e rispondere alle domande del Comitato europeo. Per approfondimenti linkiamo l'intervento della deputata italiana Francesca Donato e l'articolo su La Verità (per gli abbonati). Questa dichiarazione sostanzia la cvompleta inutilità e improbità di un sistema di controllo che non evitava il contagio, in quanto il vaccino improriamente detto non agiva come tale, ovvero come i vaccini tradizionali che evitano la trasmissione ed il contagio.

Alterio prima di invitare di nuovo ad una riflessione su quanto sia manipolata l'informazione odierna, dispiega una storia brevis della Russia a partire dal 1941, inizio dell'assedio di Leningrado e fine del nazismo proprio a datare dalle due battaglie di Stalingrado e Leingrado fra 1943 e 44. A Leningrado combatté Victor, il padre di Valdimir Putin che nacque lì (Leningrado è ritornata al suo antico nome di San Pietroburgo con il referendum del 1991) il 7 ottobre del 1952. Putin ebbe un'infanzia difficile e visse in una comunalka, ovvero in una casa dovev erano assemblate varie famiglie. Imparò presto il judo per difendersi dalle bande di strada e sentì che il suo "daimon", gli richiedeva una missione che all'epoca molti russi sentivano con la guerra fredda, ovvero di diventare un agente segreto. Fu scelto all'università tecnica di San Pietroburgo ed entrò a far parte del KGB.

Ritornando alla storia russa, Stalin fu al potere e lo detenne fino alla sua morte, il 1953, che diede avvio all'era Krusciov, che un anno dopo il suo insediamento, nel 1954, donò la Crimea all'Ucraina. Dopo che Krusciov fu obbligato alle dimissioni, venne eletto Breznev nel 1964, che rimase saldo al potere fino al 1982, poi sostituito da Gorbaciov fino al 1991, ed il seguente colpo di stato che mise Eltsin alla guida del paese. Sono questi gli anni in cui Putin - col nome in codice di Platov - inizia a muovere i primi passi nella politica del suo paese divenendo assistente del sindaco di San Pietroburgo.

Uno spazio di riflessione va al colpo di stato del 21 agosto 1991 che fu dichiarato un fallimento ma di fatto destituì Gorbaciov, probabilmente manovrato dalla CIA che, nelle parole di Giulietto Chiesa: "Decretò la fine dell'Unione Sovietica".Con Eltsin al potere fino al 1999, la Federazione Russa che dal 1991 era in una crisi senza fondo e separata dalle altre repubbliche ex sovietiche, vide un uomo nuovo al fronte: Vladimir Putin venne eletto nel marzo 2000 ed in vent'anni seppe riportare la Russia agli splendori del passato, sia a livello economico sia culturale. Nel paese che copre 1/8 della superficie terrestre e con etnie del tutto diverse al suo interno e la completa spoliazione della sua vita privata, Putin, indefessamente al lavoro, riuscì in questa colossale impresa e gli va riconosciuto, nonostante sia tuttora incerto quanto sia implicato direttamente o indirettamente in omicidi politici, anche al "polonio" (celebre veleno usato in Russia per sopprimere gli avversari), dalla Politkovskaja, a Nemtsov, Skripal fino a Navalny, oggi detenuto in carcere per appropriazione indebita. Anche la dura legge contro la propaganda omosessuale, che vieta la manifestazione pubblica delle proprie tendenze sessuali ma non attua alcuna restrizione di altro tipo, fa parte del novero di accuse da parte dei detrattori, e che configura Putin come un uomo dai valori tradizionali e conservatore, sia nel senso dei suoi valori famigliari sia religiosi. Qualcuno direbbe "un uomo d'altri tempi", d'altronde non si può fare a meno di sottolineare il suo completo sacrificio allo stato: "Essere presidente significa rinunciare ad una vita normale e dare il massimo contributo: fare tutto ciò dipende da me e da noi, da coloro che occupano posti di responsabilità per il bene del proprio paese, il proprio popolo. Questo compensa tutto." (Ivi, p. 19). Non si può fare a meno di riconoscergli altresì un gradissimo coraggio e senso del sacrificio che in occidente è stato del tutto dimenticato.E' altrettanto chiaro che la Russia, a differenza di: "Molti paesi sono abituati a vivere con la schiena china ed accettare servilmente tutte le decisioni del sovrano (U.S.A., Ndr). La lotta che stiamo conducendo è una lotta per la nostra sovranità. Lotteremo per essere e rimanere Russia. E' chiaro che ciò che sta accadendo interrompe il dominio globale geopolitico e finanziario dei paesi occidentali." (Ivi).Quindi questa non è solo la guerra di Putin perchè, come asserisce Alterio dal vivo: "Questa è una guerra di civiltà ed inoltre le sanzioni alla Russia stanno impoverendo noi. Per questo anche noi dobbiamo resistere e ribellarci, nonchè liberarci riappropriandoci dei nostri territori prima di tutto con piccoli gesti, scegliendo accuratamente da chi comprare (una piccola cartina sul sito di Tiziana Alterio vi aiuterà a capire le connessioni econimico-politiche di aziende e gruppi di potere, Ndr) e cominciando a coltivare e/o comprare dai piccoli produttori che conoscete, per una rinascita autentica dell'essere in condivisione."

Pubblicato in: 
GN1 XV Anno 3 novembre 2022
Scheda
Titolo completo: 

Tiziana Alterio presenta il libro
Putin. L'uomo di ghiaccio che sfida l'occidente
21 ottobre 2022
presso
Ristorante Il Cuore ribelle di Napoli
di Adriana Perugini