Berlino o della ricostruzione perpetua

Articolo di: 
Livia Bidoli
Reichstag Al popolo tedesco

Appena si mette piede a Berlino, specialmente se si approda dall'areoporto di Tegel a Kurfürstendamm, - la via dei negozi dell'Ovest -, non ci si accorge della perpetua ricostruzione alla quale è sottoposta la città della divisione del Muro. Solo verso la fine della lunghissima strada a doppia carreggiata, intorno alla fermata della U-Bahn (la metropolitana di Berlino) di Zoologischer Garten – zona resa famosa alla fine degli anni '80 dal romanzo autobiografico di Christiane F., Noi i ragazzi dello zoo di Berlino, in piena ondata Bowie “Heroes”/"Helden" - si nota la chiesa sventrata dalle bombe della seconda guerra mondiale, la Kaiser-Wilhelm-Gedächtnis-Kirche.

È a questo punto che ci si avvicina alla zona “bollente” di Berlino, quella dell'Est, dove da Alexanderplatz, con la Torre della Televisione (Fernsehturm), fino alla Museuminsel (l'Isola dei Musei), ci si trova a Mitte, il Centro di una City che conta quasi quattro milioni di persone, gli stessi raggiunti nei “gloriosi” anni '20. Gli anni dell'Hotel Explanade, di cui rimane solo la ricostruzione nostalgica di un interno in esposizione accanto al grandioso e modernissimo Sony Center di Potsdamer Platz. La piazza prende il nome dalla vicina cittadina regia a 30 minuti da Berlino sulla S-Bahn (la metropolitana di superficie): Potsdam è infatti un bellissimo centro con un vero quartiere olandese con casette a mattoni rossi ed un magnifico parco con il Castello di Sanssouci, il maestoso Neues Palais, la botanica Orangerie, il Belvedere e la Chinesisches Haus.

La Museuminsel (l'Isola dei Musei) è il fulcro della vita archeologica di Berlino, in particolare nel Pergamon Museum e nell'Altes Museum: nel primo si  può ammirare, ricostruito per intero all'interno, l'Altare di Pergamon eretto tra 164 e 156 a.C. e scoperto da Carl Humann nel 1878; ma anche la Porta di Ishtar e la Via delle Processioni a Babilonia; nella sala accanto all'Altare è eretta per intero la Porta del Mercato di Mileto, mentre al secondo piano, nel Museo di Arte Islamica, vi è la splendidamente decorata Stanza di Aleppo, proveniente dalla Siria.

L'Altes Museum (Altes come “antico”) fu inaugurato nel 1830 come il primo dei musei pubblici su quest'isola del fiume Spree, edificato da Schinckel, il più celebrato degli architetti tedeschi di metà Ottocento; accanto troviamo la Neue Nationalgalerie che ospita uno dei miei quadri preferiti: L'isola dei morti (Die Toteninsel) di Arnold Böcklin proprio nella terza versione, posseduta dal responsabile principale di questa eterna ricostruzione della Germania tutta ed in primis Berlino: Adolf Hitler. Il quadro è magnifico e dà i brividi: una barca sospinta a remi da una delle due figure che vi si trovano, la prima vestita di nero che rema, la seconda in piedi, algida e bianca, che viene accompagnata in un imbrunire di tempesta su un'isola costruita dall'uomo, con alti cipressi e incavi di grotte antiche. L'opera 29 di Rachmaninoff, omonima ed alla quale si ispira, è un poema sinfonico del 1907 di rara bellezza. Nella stessa Galerie vi è un salone dedicato alle opere pittoriche di Schinckel, altre sale dedicate ad Adolph Menzel – celebre il salotto in musica a Sanssouci – ed un'altra per le vedute gotiche e romantiche di Caspar David Friedrich, - in particolare il quadro Abbazia tra le querce del 1809-10 - che mi hanno lasciata col ricordo inveterato di Thomas Gray e la sua melanconica Elegy written in a Countrychurchyard (The curfew tolls the knell of parting day/La campana della sera batte il rintocco del giorno che muore, trad. mia).

Una promenade accanto nel Lustgarten farebbe sparire questi pensieri così nostalgici e romantici fino al Duomo, Der Berliner Dom, magnificamente intarsiato a mosaico in alto sui portoni e dentro nella cupola: possente si erge nel suo stile neorinascimentale ascrittogli dall'architetto Carl Raschdorff, e consacrato nel 1905, che permette di esplorare financo la cupola da vicino e fino ai bastioni da dove si ammira un panorama disteso tra il fiume Spree, il parco ed i musei.

Il giusto proseguimento congiunge la Porta di Brandeburgo, con la quadriga romana a portare la vittoria già riflessa nel Friedenengel posto a Siegessäule, al Reichstag, il parlamento tedesco che è visitabile e porta la scritta di Guglielmo II “Al popolo tedesco” (Dem Deutschen Volke): costruito nel 1894, fu distrutto durante il Terzo Reich e poi riconsegnato alla sua funzione di Parlamento per la Germania unita nel 1999. Proseguendo dalla parte opposta si raggiunge una piazza dall'architettura quasi perfetta, Bebelplatz, dove si trovano la Staatsoper Unter den Linden (Sotto i Tigli), il teatro dell'opera, in completo rifacimento; la Alte Biliothek ora divenuta sede della Humboldt Universität e la Chiesa cattolica di Santa Edvige che, costruita nel 1747, si rifà alla struttura del Pantheon romano.. Un po' più giù, vicino alle gigantesche condutture blu dell'acqua in piena vista come a Postdamer Platz (dove sono rosa confetto) per facilitare l'erogazione, si trovano le due chiese parallele di Gendarmenmarkt: la chiesa tedesca e quella francese, con al centro quella che è considerata la più raffinata tra le creazioni di Schinckel, la Schauspielhaus, dove si tengono concerti di primo piano nella Grande Sala del Konzerthaus di fronte al monumento a Schiller.

Il parziale cammino per Berlino, non può però che terminare prima con una passeggiata a Berlino Ovest nel castello di Charlottenburg nella sala delle porcellane, facendosi quasi battezzare dalla fortuna dei buddah che troviamo all'interno tra le tazzine finemente decorate; e poi negli altri appartamenti della Principessa Sophie-Charlotte, alla quale la musica protendeva le sue note tanto l'amore che nutriva per lei. Un giro nei giardini per poi approdare nell'unico angolino medievale  rispostandosi verso est: il quartiere delizioso di Nikolaiviertel con la sua Chiesa di San Nicola (Nikolaikirche), ed una finale escursione sul fiume Spree in battello.

Allungandosi poi nei localini etnici di Kreutzberg o Prenzlauerberg, fra un tè allo zenzero e menta in un locale russo cui far seguire dei succulenti ravioli cinesi di tutti i colori e gusti (da prenotare in anticipo), si potranno gustare le più variopinte tra le variazioni etnogastronomiche con sapori da tutto il mondo orientale ed occidentale, oltre alla tipica offerta della cucina tedesca di ottima qualità da cercare intorno a Harkeschermarkt, dopo la peregrinazione culturale in qualche altro museo come il Neues e la sua preziosa maschera di Nefertiti, od il Bode e la sua arte bizantina.

Pubblicato in: 
GN39 Anno V 27 agosto 2013
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