Budapest Opera. Ariel secondo Adès

Articolo di: 
Livia Bidoli
The Tempest

A due passi dalla Liszt Academy, sulla via più lussuosa di Budapest, Andrassy, si trova l'imponente edificio neorinascimentale con particolari barocchi di fine Ottocento dell'Opera di Budapest (Magyar Állami Operaház in ungherese), l'opera magiara per eccellenza: che fuori si presenta con possenza e dentro accoglie fra gli stucchi raffinatissimi e dorati, nonché una terrazza di fronte a quel che era il palazzo neogotico del balletto di Budapest, destinato a diventare un hotel di altissimo livello. Una premiere per l'opera e per i 400 anni di Shakespeare, quella che abbiamo visto: The Tempest del giovane compositore inglese Thomas Adès (1971), tratta e notevolmente riadattata, da Shakespeare.

Il primo giugno, ultimo giorno della premiere, ci siamo recati in questo straordinario teatro, veramente ricco testimone longevo dell'impero austro-ungarico, ed abbiamo notato un pubblico variegato, di giovani e persone più anziane, nonché molti turisti. Thomas Adès ha scritto The Tempest nei primi anni del 2000 e nel 2004 ci fu la premiere assoluta a Londra nella Royal Opera House, quando aveva 32 anni: il libretto fu commissionato a Meredith Oakes (1946) che ne fece un'opera a parte sebbene ispirata al Bardo, soprattutto seguendo gli indirizzi della musica ed esaltandoli. Il fulcro della trama rimane lo stesso ma le caratteristiche che vengono addotte a personaggi come Ariel, che diventa un soprano di coloritura, a Calibano, con voce di tenore in la maggiore, nonché un diverso finale, con l'epilogo da parte di Calibano e non di Prospero, mutano letture e coordinate. Il libretto, soprattutto di rime baciate, inizia con Miranda (Andrea Szántó) che canta per prima con voce sottile e flautata, dopo il fragoroso inizio atonale,  soprattutto formulato da ottoni, che ci ricorda subito la Juliette di Martinu nelle scene più aspre. L'arrivo di Ariel (Laure Meloy), dona un tocco di respiro a tutta l'isola che viene dibattuta tra Prospero (Franco Pomponi), che con le sue arti magiche ne ha fatto il suo dominio dopo la cacciata da Milano, e Caliban (István Horváth), figlio della strega Sycorax come della natura, alla quale l'ha sottratta. La dicotomia tra uomo e natura è ben evidente anche dal party illusorio con il coro, Ferdinando, Antonio e gli altri naufraghi, che si dilettano come in un baccanale di infima categoria. L'amore tra Ferdinando (Péter Balczó) e Miranda è anche reso in modo più contemporaneo (sessuale più che platonico) e interrotto da Prospero, ma i famosi versi di Ariel “those are pearls that were his eyes”, che nella voce cangiante, e brillante nonché calda, di Laure Meloy, affascinano quanto la parte nella foresta delle illusioni, quando i suoni di Adès diventano misterici come nella sua Polaris, e troviamo finalmente un suono che ci rapporta all'esoterismo connaturato della Tempesta del Bardo.

Le più belle voci, oltre a quella sovracitata di Laure Meloy, ci sono sembrate quelle di Prospeto con Franco Pomponi sicuro nella parte, e Ferdinando (Péter Balczó) anche; notevole il tenore István Horváth come Calibano; i costumi di Sabine Blickenstorfer ci sono sembrati un po' bizzarri alcuni, come se volessero situare i personaggi in un tempo coevo con le sue mode ordinarie, così l'allestimento di Ric Schachtebeck, con il laboratorio di Prospero che assomigliava ad una casetta prefabbricata per un botanico, molto diversa da quella che c'è stata alla Wiener Staatsoper a fine giugno 2015 diretta dal compositore con Robert Lepage alla regia (Jasmine Catudal alle scene e Kym Barrett ai costumi), sontuosa e immaginfica. La regia adeguat è stata a di Ludger Engels, ed ottima la conduzione dell'Orchestra del Teatro dell'Opera di Budapest di Péter Halász, mentre al Coro dirigeva sicuro Kálmán Strausz. Uno spettacolo che in fondo ci è sembrato difficile da digerire e con una metafora di solitudo alla fine con Calibano che, in luogo di Prospero, dipinge l'epilogo dell'abbandono dell'isola da parte di tutti, con lui lasciato solo per sempre. Il pubblico ha gradito moltissimo con ondate di applausi.

Pubblicato in: 
GN29 Anno VIII 9 giugno 2016
Scheda
Titolo completo: 

Budapest Opera House - Ungheria
Hungarian State Opera
Magyar Állami Operaház
dal 19 maggio al
1° giugno 2016

The Tempest
Musica di Thomas Adès
Libretto da Shakespeare di
Meredith Oakes

Direttore Péter Halász
Regia Ludger Engels
Scenografia Ric Schachtebeck
CostumiSabine Blickenstorfer
Drammaturgia Eszter Orbán
Sottotitoli in ungherese di Ádám Nádasdy
Direttore del Coro Kálmán Strausz

Cast
Prospero Franco Pomponi
Ariel  Laure Meloy
Calibano  István Horváth
Miranda  Andrea Szántó
Ferdinando  Péter Balczó
Antonio  Tamás Tarjányi
Stéfano  Géza Gábor
Trinculo Armin Gramer
Sebastiano  Zsolt Haja
Gonzalo  András Palerdi
Re di Napoli Attila Fekete

Mediapartner Fidelio

Performed in accordo con Faber Music Ltd, London

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