Dal Vecchio al Nuovo Mondo. Un itinerario barocco tra sacro e profano

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Organo Trevi foto Adriano Scognamillo

Il programma ideato da Alberto Batisti, direttore artistico della 66° Sagra Musicale Umbra, ha offerto il 17 e 18 settembre 2011 tre splendidi concerti che hanno proposto un affascinante viaggio nella musica barocca sacra e profana tra Vecchio e Nuovo Mondo.

La Sagra Musicale Umbra ha nell'acuta e e creativa progettazione del suo direttore artistico il suo punto di forza e, quest'anno, il viaggio tra le due rive dell'Atlantico ha riservato la chicca della proposta di un autore: Domenico Zipoli, sconosciuto ai più anche perché è solo da circa trenta anni che sono state ritrovate sue musiche in Bolivia. Di questo musicista sono stati eseguiti vari brani nei due concerti del 17 settembre: a Trevi nella Chiesa di San Francesco sono state proposte musiche soprattutto profane  da Giovanni Togni, clavicembalista e da Gabriele Giacomelli,  musicologo e organista, tra i maggiori studiosi italiani di Zipoli, mentre la sera, al Teatro Cucinelli di Solomeo, la parte sacra è stata affidata al debutto italiano dell’Ensemble Vocale e Strumentale Ex Cathedra diretto da Jeffrey Skidmore.

Il meraviglioso e monumentale organo cinquecentesco di San Francesco, recentemente restaurato, è stato un altro dei motivi di attrazione del concerto di Trevi. Domenico Zipoli nato a Prato nel 1688 arrivò nel 1708 a Roma dove rimase fino al 1716, anno della sua partenza per il Paraguay, a parte la breve e sfortunata parentesi napoletana a causa  del pessimo rapporto con Alessandro Scarlatti. Il programma ha offerto oltre ai brani di Zipoli una panoramica di composizioni di musicisti con cui è probabile che ebbe rapporti almeno di conoscenza.

Di Bernardo Pasquini ( !637-1710 ) il più anziano e anche maestro di Zipoli sono state eseguite alcune raffinate composizioni: per organo la Toccata in sol minore e la Bizzarria e al clavicembalo le complicate Variazioni capricciose  comprendenti anche due danze: una corrente e una sarabanda. Non poteva mancare Händel che fu Roma tra il 1707 e il 1708, fu da subito un celebrato virtuoso sia all'organo che al clavicembalo, memorabile fu la sfida con Domenico Scarlatti.

Nel 1716 a Roma Domenico Zipoli  riuscì a pubblicare le sue  Sonate d’Intavolatura per organo e cimbalo; era difficile allora riuscire a pubblicare le proprie opere a causa dei i costi proibitivi, ma grazie alla protezione della principessa Strozzi, il musicista  vi riuscì. Da le Sonate d’Intavolatura sono state eseguite Suite in Sol minore per clavicembalo, l'Elevazione in Do maggiore per organo e la Canzona in Do maggiore per organo, composizioni che testimoniano la perizia contrappuntistica e la facilità dell'invenzione melodica del musicista pratese.

Poi dello stesso autore sono state eseguite musiche scritte quando visse a Cordoba, nella colonia del Paraguay spagnolo ora in Argentina, presso la sede del Colegio Maximo dei Gesuiti e dove morì a soli trentotto anni. I Gesuiti si erano accorti che i nativi erano affascinati dalla musica ed erano anche molto dotati musicalmente e, inoltre, che questo era il mezzo più efficace per convertirli. Per questa ragione dettero impulso alle composizioni strumentali e vocali che accolsero le lingue, tradizioni e strumenti musicali dei nativi.

Le musiche venivano copiate e si diffusero all'interno della rete delle reducciones (missioni) gesuitiche dove convivevano religiosi e laici, spagnoli e nativi. Ricordiamo a questo proposito l'ottima ricostruzione storica del  film Mission (The Mission 1986) diretto da Roland Joffé e tra le scene quella in cui padre Gabriel, Jeremy Irons, suona il flauto osservato dagli indigeni. Le musiche eseguite sono, tra quelle trovate in America Latina, quelle che si possono attribuire a Zipoli per le caratteristiche della scrittura musicale che rinvia a variazioni e danze di origine europea, come, nonostante il nome esotico, Africa che è un minuetto.

Le composizioni di Zipoli hanno offerto un affascinante dialogo tra i due strumenti a tastiera che è stato anche proposto nelle Variazioni sulla "Follia di Spagna"  di Alessandro Scarlatti un brano strepitoso in cui organo e clavicembalo si sono intersecati  e inseguiti in un confronto serrato. I bravi Giovanni Togni, al clavicembalo, e Gabriele Giacomelli, all'organo hanno offerto una interpretazione puntuale e coinvolgente del programma proposto.

Il programma presentato dall'Ensemble Vocale e Strumentale Ex Cathedra diretto da Jeffrey Skidmore al Teatro Cucinelli di Solomeo ha presentato un ricco panorama di rarità del "Barocco italiano e latino-americano" che ha illustrato esaurientemente l'ambiente sei-settecentesco delle reducciones gesuitiche in Argentina, Paraguay, Perù e Bolivia con le musiche di Juan Gutíerrez de Padilla Juan de Araujo, Diego José de Salazar, Francisco López de Capillas, Tomás Pascual, Francisco Hernández e naturalmente Domenico Zipoli.

Il concerto si aperto con un inno processionale di autore anonimo del XVII secolo in quechua Hanac pachap cussuinin, popolarissimo in America Latina, che ha immesso immediatamente nella solare e gioiosa devozione dei nativi che si espresse nei villancicos. Questa è una forma musicale popolare proveniente dalla penisola iberica che contaminata con la cultura locale ebbe una grande diffusione e si inserì anche nelle cerimonie religiose come ¡l natalizio ¡ Ay andar! di Juan de Araujo uno dei compositori più importanti del tra '600e '700 in America Latina.

La scelta della successione dei brani è stata immaginata come la libera ricostruzione del Vespro, tra i brani, oltre a  quelli di Zipoli ricchi di sonorità e invenzione melodica, ricordiamo il Magnificat esempio di raffinata scrittura musicale di Diego José de Salazar e la trascinante e drammatica ¡Salga el torillo hosquillo ! in cui la nascita e la passione di Gesù sono descritte come una corrida o ¡ Sancta Maria e ! in nahuatl ( la lingua degli atzechi ) dell'indio  Francisco Hernández.

Nella seconda parte del concerto sono stati eseguiti brani di autori italiani: il Crucifixus del veneziano Antonio Lotti di grande intensità drammatica,  testimonianza della contaminazione teatrale che è presente anche nel Beatus vir del creatore del Melodramma: Claudio Monteverdi, scritto in uno stile che ricorda il madrigale, affascinante per il ritmo e la ricchezza timbrica. Ha chiuso il programma lo Stabat Mater a dieci  voci con basso continuo di stupefacente bellezza e grandiosità di Domenico Scarlatti ricco di grandi effetti di sonori nella polifonia ottenuti dalla scrittura vocale ispirata ai Concerti Grossi di Corelli con il dialogo tra ripieno (tutti) e concertino (solisti).

Il Coro è uscito cantando come bis un altro inno processionale Dulce Jesús mío di autore anonimo della Bolivia del XVII secolo. Il debutto dell'Ensemble Vocale e Strumentale Ex Cathedra diretto da Jeffrey Skidmore ha riscosso grande successo meritatissimo per la precisione e la musicalità di questo complesso inglese a cui, a nostro avviso, è solo mancata un po' della trascinante solarità latina. 

Il concerto che ha chiuso la 66° Sagra Musicale Umbra si è svolto il 18 settembre nella  Basilica di San Pietro di Perugia con i Tallis Scholars diretti da Peter Phillips in un programma dedicato alle “Polifonie dalla Spagna e dal Messico”. Le composizioni eseguite ci hanno portato nel cupo clima della Controriforma, il contrasto con le solari composizioni ascoltate il giorno prima non poteva essere più eclatante. Nel quarto centenario della morte di Tomás Luis de Victoria (1548ca-1611), il più grande polifonista spagnolo dell’epoca tardo-rinascimentale Phillips ha proposto il famoso Officium Defunctorum a sei voci scritto nel 1603 per le esequie dell’imperatrice María, figlia di Carlo V sposa di Massimiliano II.

Questa composizione ha una elaboratissima scrittura polifonica pervasa da una grande fede che si manifesta nel distacco dalla vita terrena e in continuo anelito dell'autore verso Dio. Tra gli altri brani, interessanti per l'invenzione musicale Le lamentazioni per il Giovedì Santo di Juan Gutiérrez de Padilla ispirato allo stile di de Victoria. Nello stile polifonico ma di una diversa epoca il Magnificat  di Arvo Pärt un brano suggestivo e contemplativo con una musica dalle sonorità soavi. I Tallis Scholars dotati di una perfetta intonazione e di una vocalità raffinata hanno concluso insieme a l'ottimo Peter Phillips la  66°Sagra Musicale Umbra tra gli applausi scroscianti del pubblico.

Pubblicato in: 
GN68 Anno III 26 settembre 2011
Scheda
Titolo completo: 

66° Sagra Musicale Umbra
Sabato 17 settembre ore 17.00
Trevi, Chiesa di San Francesco
"Zipoli fra Roma e l'America"
Gabriele Giacomelli, organo
Giovanni Togni, clavicembalo
 
Bernardo Pasquini: Toccata in Sol minore per organo
                          Variazioni capricciose per clavicembalo
                          Bizzarria per organo
G. F. Haendel: dalla Suite VII in Sol minore:
Andante per clavicembalo; Allegro per organo
Domenico Zipoli: dalle Sonate d’Intavolatura per organo e cimbalo (Roma 1716):
Suite in Sol minore per clavicembalo
Elevazione in Do maggiore per organo
Canzona in Do maggiore per organo
dai manoscritti di Chiquitos (Concepcion, Bolivia): (attr.) Folias cl e org; (attr.) Girasol cl e org; (attr.) Africa cl e org; Retirada de lo Emperador de los dominicos de Espana cl e org
Alessandro Scarlatti: variazioni sulla Follia di Spagna per clavicembalo e organo
 
Sabato 17 settembre ore 17.00

Sabato 17 settembre ore 21.00
Solomeo, Teatro Cucinelli
“Barocco italiano e latino americano”
Ensemble Vocale e Strumentale Ex Cathedra
Jeffrey Skidmore, direttore
 
Anonimo XVII sec.: Hanac pachap cussicuinin (Canto rituale, Lima 1631)
 
Juan Gutíerrez de Padilla (Málaga 1590c – Puebla 1664)
Deus in adiutorium, a 8 voci
Antiphon: Domine, quinque talenta
 
Juan de Araujo (Vilafranca, Spagna 1648 – Sucre, Bolivia 1712)
Dixit Dominus, a 11 voci
 
Diego José de Salazar (1660c – 1709)
¡Salga el torillo hosquillo!
Antiphon: Fidelis servus et prudens
 
Domenico Zipoli (Prato 1688 – Córdoba, Argentina 1726)
Beatus vir
Ave maris stella
Antiphon: Ignem veni mittere in terram
 
Francisco López de Capillas (Città del Messico 1607c – 1674)
Magnificat, a 8 voci
 
Tomás Pascual (1595 – San Juan Ixcoy, Guatemala 1635)
¡Oy es día de placer y de cantar!
 
Francisco Hernández (1517 – 1587)
¡Sancta Maria, e!
      
Juan de Araujo 
¡Ay, andar!
 
Antonio Lotti (Venezia 1667 – 1740)
Crucifixus, a 8 voci
 
Claudio Monteverdi (Cremona 1567 – Venezia 1643)
Beatus vir, a 6 voci con 5 instromenti
 
Domenico Scarlatti (Napoli 1685 – Madrid 1757)
Stabat Mater, a 10 voci con basso continuo

Domenica 18 settembre ore 21.00
Perugia, Basilica di San Pietro
 
Polifonie dalla Spagna  al  Messico
Tallis Scholars
Peter Phillips, direttore
 
Francisco Guerrero (Siviglia 1528 – 1599)
Regina caeli laetare, mottetto a 8 voci in doppio coro
 
Juan Gutiérrez de Padilla (Málaga 1590ca – Puebla, Messico 1664)
Lamentazioni per il Giovedì Santo, a 6 voci
 
Alonso Lobo (Osuna 1555ca – Siviglia 1617)
Versa est in luctum cithara mea, mottetto a 6 voci
 
Arvo Pärt (Paide, Estonia 1935)
Magnificat (1989), per coro misto a cappella
 
Sebastián de Vivanco (Ávila 1551ca - Salamanca 1622)
Magnificat octavi toni, a 8 voci
 
Tomás Luis de Victoria (Ávila 1548ca – Madrid 1611)
Officium Defunctorum (Requiem), a 6 voci