Dalì al Vittoriano di Roma. Il doppio dell'invisibile

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Salvador Dalì

Il Complesso del Vittoriano ospita dal 9 marzo al 1° luglio 2012, Dalì. Un artista, un genio, una mostra a cura di Montse Aguer, Direttrice del Centro per gli studi daliniani alla Fundació Gala-Salvador Dalí, e Lea Mattarella.

È un evento eccezionale per la ricchezza e la scelta delle opere che permettono al visitatore di seguire l'intera evoluzione di questo sommo artista. Ramon Boixadós i Malé, presidente della Fundació  Gala- Salvador Dalì, ha dichiarato che questa è la mostra più ampia organizzata all'estero e Monstse Aguer ha aggiunto che sono stati esposti per la prima volta capolavori mai usciti prima dal museo, in quanto la fondazione  organizza pochissime mostre all'estero, ma ha partecipato con entusiasmo a questa proprio per gli stretti legami tra Dalì e l'Italia e in particolare Roma.

L'esposizione, a quasi sessanta anni dall’ultima retrospettiva a Roma, rende omaggio a Salvador Dalì (1904-1989), un artista sempre sorprendente nei molteplici aspetti in cui si manifestò il suo genio e mira a far conoscere i molteplici aspetti della sua eccentrica personalità attraverso olii, disegni, documenti, fotografie, filmati, lettere, oggetti.

Luis Buňuel, conosciuto da Dalì ,già negli anni in cui frequentò l'Accademia di Madrid, e con cui collaborò alla realizzazione dei due film surrealisti, Un chien andalou (1929) e L'âge d'or ( 1930), scrisse di lui: ”Mentre Picasso era un pittore e solo un pittore, Dalì è stato molto di più. Nonostante la sua mania della pubblicità, il suo  esibizionismo e la sua ricerca frenetica del gesto o della frase ad effetto.....è un genio indiscusso nonché uno scrittore, un oratore e un pensatore incomparabile”.

Al primo piano della mostra si segue la sua evoluzione artistica durante la sua lunga vita, mentre il secondo è elettivamente dedicato ai rapporti con l'Italia. Il visitatore incontra nell'inizio del percorso le foto di Dalì realizzate da Philippe Halsman, grande  fotografo russo-americano, che coglie argutamente la personalità ironica, surreale e provocatoria dell'artista. Ci sono i monitor con i filmati in cui è Dalì stesso che parla e, avendo compreso già negli anni Trenta le caratteristiche della cultura di massa e l'importanza della pubblicità, con le sue performance anticipa Andy Warhol.

Si è poi accolti dalle sue opere e si fronteggiano quelle iniziali come Autoritratto con il collo di Raffaello (1921), opera con cui inizia il complesso rapporto di tra Dalì e l'arte rinascimentale italiana come modello da superare, e quelle del 1982 ispirate alle opere di Michelangelo: La pietà vaticana, Il giorno e La notte delle Cappelle Medicee.

In questa sezione un monitor riproduce alcuni significativi passaggi di un'intervista, rilasciata a Carlo Mazzarella, in cui l'artista spagnolo afferma  di ritenere Raffaello un precursore del futurismo, per la dinamicità del suo pensiero, che secondo lui, anticipa Boccioni e che Palladio sia l'architetto delle bellezze supreme e creatore delle false prospettive, giungendo a dire che Dalì vive sempre perennemente in una falsa prospettiva perpetua.

Seguendo il cammino cronologico nelle prime pitture  si vede come all'inizio sia stato attratto dai fauve, nella ricerca dei colori  brillanti e della luce come nell'Autoritratto con il collo di Raffaello, dal puntinismo come nelle Bagnanti di Llaner 1923 e dal purismo nel Ritratto di mia sorella, 1925.

Il viaggio a Parigi (1926) e l'incontro con  Picasso portarono ad opere come la splendida Composizione con tre figure. “Accademia neocubista” 1926, in cui immense e sensuali creature mediterranee giacciono sulla spiaggia avendo come sfondo il mare di un azzurro intenso. Un altro quadro significativo di questo periodo è Tavola in fronte al mare. Omaggio ad Eric Satie: un violino e uno spartito visti come in sogno e due citazioni: l'Apollo del Belvedere e Eracle al bivio di Annibale Carracci.

A Parigi avvenne anche l'incontro decisivo con gli esponenti del surrealismo, della collaborazione con Luis Buňuel, abbiamo già detto, più complesso il rapporto con André Breton, il teorico del movimento, con cui condivideva la ricerca di quel “meraviglioso” che entrambi consideravano il fine dell’arte.

Dalì trova il suo proprio modo espressivo in una  pittura visionaria di sogni, incubi e ossessioni, influenzato delle teorie di Freud in questa fase sviluppa il metodo di interpretazione paranoico-critica. Questa teoria estetico-filosofica è basata sulla rappresentazione di immagini la cui definizione è affidata all’osservatore, in questo consiste il fenomeno dell’immagine doppia o invisibile, che è l'oggetto dell'analisi dell'artista nella cosiddetta fase del surrealismo analitico: è la nostra volontà  che determina la trasformazione dell’oggetto in un altro oggetto.

L'incontro con i surrealisti fu determinante per l'uomo e l'artista anche per  l'incontro con Gala, la donna e musa del resto della sua vita. Breton riconobbe che il pensiero di Dalì dette un nuovo impulso al pensiero surrealista, ma poi alla fine degli anni '30 l'atteggiamento dell'artista spagnolo e le divergenze di opinione che già avevano provocato forti contrasti portarono ad una frattura insanabile: sancito dall'anagramma che Breton fece dalle lettere del suo nome: Avida Dollars.

Sono esposti straordinari capolavori in quel decennio che ha inizio nel 1931 una serie di dipinti e disegni surrealisti, tra dimensione onirica e allucinazione, tra fantasmi e incubi, viene profusa l'immaginazione  vulcanica ed iridescente di Dalì: Cortile Ovest dell’Isola dei morti (ossessione ricostitutiva da Böcklin), Coppia con la testa piena di nuvole, “Angelus” architettonico di Millet, Autoritratto molle con pancetta fritta, Singolarità, Lo Spettro del sex appeal.

In Impressioni d’Africa (1938), ispirato proprio da un viaggio in Sicilia, in una atmosfera onirica la mano del pittore si protende verso lo spettatore, citando Antonello da Messina. Alla fine degli anni trenta, a causa dell'invasione nazista,  Dalì arrivò negli USA, continuando la sua febbrile attività artistica anche nella creazione delle scenografia di balletti come Mad Tristan. The first paranoic ballet based on the eternal myth of love and death ( Tristano pazzo. Il primo balletto paranoico basato sull'eterno mito di amore e morte 1944) di Léonide Massine e ancora nel cinema; sono visibili la sequenza del sogno di Io ti salverò (Spellbound 1945), diretto da Alfred Hitchcock e quella del cartoon Destino (1945), un progetto allora accantonato, ma, poi ritrovato dal nipote di Disney, fu realizzato nel 2003.

Dalì fu molto impressionato dallo scoppio della bomba atomica e la sua insaziabile curiosità si volse allora alla fisica, in particolare fu attratto dalle teorie di Heisemberg sull'atomo; le ultime opere risentono di queste teorie, come Dematerializzazione vicino al naso di Nerone, 1947 o La Madonna di Port Lligat (1949 prima versione)  in cui l'uovo sospeso è una citazione di Piero della Francesca

Fu anche attratto dai giochi ottici, come nello Studio per “50 quadri astratti che a due metri si trasformano in tre Lenin mascherati da cinesi e a sei metri formano la testa di una tigre reale”, ca. 1962,  dall’olografia e dalla terza dimensione come ne Il piede di Gala. Dipinto stereoscopico, ca. 1975-76 e Alla ricerca della quarta dimensione, 1979.

I rapporti con l'Italia sono illustrati da innumerevoli testimonianze: dal significativo filmato della gita a Bomarzo alla collaborazioni con Visconti in Rosalinda o Come vi piace di Shakespeare (1949), dal disegno del sogno di Fellini dedicato a Dalì alle illustrazioni del Don Quixote  per la rivista “Tempo” e poi la sua attività nella pubblicità dalle tre bottiglie differenti realizzate per la  Rosso Antico alla Vespa della Piaggio, decorata da  Dalí nel 1962: lo scooter, infatti, fu ribattezzato Dulcinea.

Pubblicato in: 
GN20 Anno IV 26 marzo 2012
Scheda
Titolo completo: 

Dalì. Un artista, un genio
Roma, Complesso del Vittoriano
Via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali)
9 marzo – 1 luglio 2012
in collaborazione con Fundació Gala-Salvador Dalí, Figueres
A cura di Montse Aguer Direttrice del Centre d’Estudios Dalinians de la Fundació Gala-Salvador Dalí, Figueres e Lea Mattarella Docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti, Napoli
Direzione e coordinamento generale Alessandro Nicosia

Organizzazione e produzione: Comunicare Organizzando S.r.l.
Catalogo: Skira
Costo del biglietto: € 12,50 intero; € 9,00 ridotto
Orario: dal lunedì al giovedì 9.30 –19.30; venerdì e sabato 9.30 – 23.30; domenica 9.30 – 20.30
La biglietteria chiude un’ora prima
Per informazioni: tel. 06/6780664; www.comunicareorganizzando.it
Prevendite: 199.747.554; www.ticketone.it

Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana
con il patrocinio di Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero degli Affari Esteri,
Ambasciata di Spagna in Italia

L’esposizione presenta capolavori dalla Fundació Gala-Salvador Dalí, Figueres e vanta la collaborazione e il supporto di grandi istituzioni museali come il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, il Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, la Thyssen-Bornemisza Collection, l’Haggerty Museum of Art, il Walt Disney Animation Studios, Burbank