Deutsche Harmonia Mundi sceglie Mauro Valli per le sinfonie di Berardi

Articolo di: 
Piero Barbareschi
Angelo Berardi

Il repertorio vocale e strumentale dei secoli XVII e XVIII è un universo sconfinato che attende solo di essere esplorato. La quantità della produzione e la fruizione della musica scritta in quel periodo probabilmente sfugge ai non addetti ai lavori, condizionati dal concetto post romantico dell'opera d'arte musicale intesa come evento intellettuale che in quanto tale entra stabilmente in repertorio per essere ripetutamente apprezzata. Nel periodo post rinascimentale e barocco, autentico athanor dal quale è scaturita tutta la musica occidentale condizionandone l'evoluzione sino ai nostri giorni, la richiesta di musica era tale che spesso dopo una o pochissime esecuzioni i brani cadevano nell'oblio e, non di rado, anche gli stessi autori erano accomunati dallo stesso destino, anche per motivi non necessariamente artistici.

È pertanto sempre accolta con piacere la “riscoperta” e la registrazione di brani di autori che oggettivamente, per la qualità delle composizioni, meritano una rinnovata considerazione. È il caso del bel CD Deutsche Harmonia Mundi realizzato da Mauro Valli, apprezzato e conosciuto barocchista, che in quest'occasione, utilizzando un violoncello piccolo, ha interpretato le “Sinfonie opera settima” di Angelo Berardi, compositore di Sant'Agata Feltria. 

Come giustamente ricordato nelle note illustrative, la titolazione originale “Sinfonie a violino solo” non deve essere considerata vincolante per l'utilizzo dello strumento. La prassi del periodo, così come successivamente nel barocco, era di utilizzare strumenti anche diversi da quelli indicati dall'autore, strumenti espressivi che ovviamente non dovevano creare problemi di estensione o realizzazione in base alla scrittura, consentendo inoltre anche libertà di aggregazione timbrica per la sezione del continuo.

In questo caso Valli ha utilizzato un affascinante strumentario, che ha consentito di creare impasti timbrici di grande suggestione ed efficacia. Sergio Ciomei organo/clavicembalo, Vanni Moretto/contrabbasso in sol, Giangiacomo Pinardi/tiorba e Margret Koll/arpa doppia a tre registri si sono perfettamente integrati ed hanno offerto, insieme a Valli, una lettura accurata nel fraseggio e sempre attenta ad esaltare le caratteristiche della scrittura del Berardi. Scrittura che in conformità a quanto espresso in quel periodo, viveva un periodo di transizione nel quale elementi ritmici ed armonici arcaici, intendendo con questo termine alcune caratteristiche del linguaggio musicale rinascimentale, convivevano con nuove tipologie che anticipavano quanto sarebbe emerso nel barocco. Scrittura quindi affascinante, che ricorda analoghe composizioni di Castello o Fontana, e splendidamente evidenziata da Valli e dai suoi colleghi. Lo spirito gioiosamente danzante di alcune sezioni, o i momenti meditativi dei movimenti lenti, così come quelli più spiccatamente virtuosistici, rendono l'ascolto del CD piacevole e mai noioso, in una continua scoperta di nuove idee musicali.

In questi casi non si dovrebbero fare graduatorie di preferenza, nel rispetto dei gusti personali, ma a nostro parere la “Canzone sesta”, che conclude il CD, è quella nella quale tutto quanto prima esposto si rivela nella sua bellezza: la scelta dell'impasto timbrico, la giusta atmosfera, ora danzante, ora riflessiva ora improvvisativa, e l'adeguata valorizzazione delle caratteristiche degli strumenti confermano nell'esecuzione di Valli quanto operazioni come queste siano doverose e necessarie se realizzate con questa classe e competenza.

Pubblicato in: 
GN23 Anno IV 16 aprile 2012
Scheda
Titolo completo: 

ANGELO BERARDI
SINFONIE OPERA SETTIMA

Mauro valli, violoncello piccolo
Sergio Ciomei, organo/clavicembalo
Vanni Moretto/contrabbasso in sol
Giangiacomo Pinardi/tiorba
Margret Koll/arpa doppia a tre registri

CD Deutsche Harmonia Mundi
88697936112