Gabriela Corini a Sarteano. Frusciando tra le invisibili ombre di Rilke

Articolo di: 
Livia Bidoli
Gabriela Corini

Cavalcare cavalcare cavalcare, sulla sabbia morbida e gravida della torre del Castello medievale di Sarteano (Siena) tra la Val di Chiana e la Val D’Orcia, si agita un’ombra implume, quella del fanciullo-alfiere Christoph Rilke. Un Canto di Amore e di morte intonato dalle labbra vermiglie di Gabriela Corini, in un monologo che invece di esser solipsistico, dipinge una schiera di partecipanti a questa danza sottile a cavallo della grande mietitrice.

Rainer Maria Rilke, praghese del 1875 (morto a Montreux nel 1926) è a pieno titolo uno dei più grandi poeti tedeschi della modernità: il suo Canto d’amore e di morte dell’Alfiere Christoph Rilke, composto nel 1899, è una delle prime opere in bilico tra lirica e prosa ritmica, densa e vivida come la cronaca di una delle ultime Crociate contro i turchi, quella del 1663 alla quale si fa riferimento.

Gabriela Corini, attrice, regista ed autrice della riduzione drammaturgica, ha composto un cerchio di sabbia in cui i mille volti dei soldati, appena maggiorenni, hanno solcato il confine tra la vita e la morte, incontrando entrambe, e l’una di seguito all’altra come in un sogno che si muta in un sonno eterno la cui musa poetica ridonda di ritmiche desuete, malinconie imprescindibili, sconcerto nella voce e perplessità negli occhi.

Scritto probabilmente sotto l’impulso di dare un’aristocraticità alla sua famiglia, cui molti altri diedero seguito accampando discendenze piuttosto labili a cui ricondursi, il Canto di amore e di morte dell'alfiere Christoph Rilke ebbe un notevole successo nell’edizione Insel del 1912 tra i soldati della prima guerra mondiale di lì a scoppiare, ma Rilke rifiutò qualsiasi lettura nazionalistica. La sua storia è come quel petalo che il soldato francese gli dona e che sarà strappato via nel campo di battaglia dove non esiste: “Nessuno ieri, nessun domani, il tempo è crollato”. L’acerba prova dell’alfiere “di Langenau” è composta di nostalgia per la casa e per la madre, che probabilmente avrà spronato Rilke stesso a ricercare delle impronte nobiliari nel loro passato.

Gabriela Corini, dà un senso ai sussulti dell'alfiere: alla tremebonda ed errabonda cavalcata in mezzo ad anime imberbi che non sanno di solcare un confine senza via d’uscita. Ed è allora che lei, l’alfiere, si chiede: “vino o sangue?” mentre “l’ora percorre frusciando nell’ombra di una notte”, per condurre i soldati in un castello tra le mogli dei condottieri abbandonate al loro destino, sole da anni, che perdute si offrono ai crociati. Un luogo di sogno tra amore e morte in cui: “come fanno le bionde e come le azzurre” bruciano le luci rutilanti della brama e dove purtroppo quando “il poeta estrae la penna il soldato sguaina la spada” (And the poet sheaths his pen while the soldier lifts his sword, Jethro Tull, Thick as a Brick, 1972).

L’alfiere porta ancora la sua bandiera mentre si accende di lapilli, la catarsi del fuoco giunge a rapprendere l’uniforme ed innalzarla, mentre lui ancora ha una visione: una donna che piange, la madre, l’amante nella torre, il grembo che l’ha cullato e che risuona come la canzone triste che Gabriela Corini intona per far sparire lo spazio del mondo nel rilkiano Weltinnenraum, l’utopico luogo dell’io che inizia ad esistere nell’invisibile.

Pubblicato in: 
GN19 Anno II 3 agosto 2010
Scheda
Titolo completo: 

Il Canto di Amore e Morte dell’Alfiere Cristoph Rilke
performance teatrale dell’attrice Gabriela Corini

Autore Rainer Maria Rilke – Adattamento di Gabriela Corini – Attrice in scena Gabriela Corini

Traduzione Maria Teresa Ferrari
Amministrazione Iris
In collaborazione con  Clanis Service

Castello di Sarteano - Siena - nei giorni 23 e 30 luglio ore 22,00 / 13 agosto ore 22,00 / 4-11-18-25 settembre ore 21,45

Ingresso allo spettacolo euro 10 (con lo stesso biglietto è possibile visitare tutto il castello)
Sette repliche riservate a solo 15 spettatori a sera - info tel.3346266850