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IUC. Le miniature in essenza di Kancheli
Il pianista Alessandro Stella ha omaggiato il compositore georgiano Giya Kancheli nell'Aula Magna de La Sapienza, Università di Roma nell'ambito del ciclo di concerti della IUC, l'Istituzione Universitaria dei Concerti. Il 5 dicembre sera ha eseguito per intero le Diciannove miniature tratte da Simple Music for Piano di Kancheli nella prima parte del concerto; e nella seconda, in prima italiana, il ciclo completo delle dodici Miniatures for voice and piano, su testi originali di Ia Sakandelidze , e con Nino Surguladze alla voce.
Il concerto, che è stato tenuto in collaborazione con l'Ambasciata della Georgia, in occasione dei venticinque anni delle relazioni diplomatiche tra Georgia e Italia è stato un evento speciale per il compositore georgiano, la cui musica è stata interpretata dal mezzosoprano georgiano pià celebre in questo momento, la sovracitata Nino Surguladze.
Alessandro Stella, che ha inciso per Kha Records un CD intitolato Midwinter Spring (che abbiamo precedentemente recensito), con le miniature di Kancheli per piano solo, ha conosciuto il compositore (nato nel 1935) nella sua città natale, Tiblisi – da tempo però il compositore si è trasferito ad Anversa -, ci aveva allora raccontato in un intervista quanto fosse essenziale per lui il silenzio, dicendo: “Il silenzio ha un ruolo centrale; ogni pausa, ogni attesa, ogni risonanza, ha un’importanza cruciale e in definitiva ne costituisce l’essenza.” E noi ascoltiamo questo suono cristallino, distillato come cristalli di rocca e gocce d'acqua che riflettono luce e suoni: emozioni rarefatte oppure appena accennate; sussurri che ravvivano i momenti più tenui del colorismo di Debussy o dei perlacei tocchi di Chopin. Evocando un profilo melanconico che disegna una spirale per ritornare ciclicamente ai cristalli di partenza: questo ci hanno evocato le miniature della prima parte, tutte ispirate dal suo lungo lavoro come direttore musicale al Teatro Rustaveli, da King Lear ad Hamlet – e ci viene subito in mente Shostakovich e la sua musica per Kozincev proprio su queste due grandi tragedie shakespeariane -, un sentiero vario e scintillante.
La seconda parte del concerto si è arricchito della voce del mezzosoprano Nino Surguladze, con le 12 miniature di Kancheli in prima esecuzione integrale italiana. Hanno navigato tra i testi poetici di Ia Sakandelidze questi bijoux musicali in cui la malinconia è sicuramente il sentimento dominante, tratto profondamente legato alla nostalgia di qualcosa che non è più, dall’impalpabilità di un sogno ad una speranza volata via nel tempo come in un teatro, citiamo:
Dove le maschere
ci meravigliano sempre
e vogliono rassicurarci
che l'universo è un teatro?
Quest'ultima parte dei due generosi bis insieme a Cammina avanti, sono stati l'apice di un concerto in continuo divenire tra gli applausi scroscianti di un pubblico attento che sembrava anch'esso sospeso (citiamo da La strada è sempre lontana):
Oltre le montagne dipinte in blu si annega il sole,
all'incrocio del giorno e della notte.