Marsilio. Le figure femminili nelle Opere di Luigi Meneghello

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Meneghello

L’opera di un grande autore può essere interpretata da angolazioni diverse e in base a chiavi di lettura sorprendenti per la loro capacità di illuminazione. Questo pensiero affiora nella mente dl lettore del libro Meneghello: solo donne, pubblicato dall’editore Marsilio, di cui sono autori due studiosi, Ernestina Pellegrini, docente di letterature comparate presso l’università di Firenze, e Luciano Zampese, che insegna linguistica presso l’università di Ginevra.

Nel libro, bello e notevole, i due studiosi analizzano con strumenti critici assai penetranti alcuni brani tratti ed estrapolati dalle opere di cui è autore Luigi Meneghello, uno dei grandi scrittori della letteratura italiana del secondo Novecento. In primo luogo, visto che è il microcosmo di Malo il luogo in cui sono ambientati i romanzi di Meneghello, i due studiosi osservano che, nel tratteggiare le figure femminili che popolano le sue opere, lo scrittore ha seguito due movimenti stilistici che ne spiegano la genesi compositiva: uno basato sull’abbassamento ironico-sarcastico, a cui si deve la creazione di una sorta di commedia dell’arte al femminile, e l’altro fondato su di una esaltazione estetica delle donne, sicché dai ritratti di queste figure femminili  si sprigiona una fascinazione etica e morale irresistibile e stupefacente.

Colpisce  per il modo  con  cui nelle sue opere Meneghello ha ritratto le donne, sia la deformazione e l’invenzione fantastica, sia il gusto raffinato per il mistero e il meraviglioso che circondano da sempre la figura femminile. Il metodo seguito da Meneghello discende dalla lezione del grande studioso di storia dell’arte Aby Warburg, per il quale è la vita che offre e suggerisce le immagini che un autore e creatore è destinato a generare in virtù della sua capacità di invenzione, poetica e insieme intellettuale. In Libera nos a Malo, il grande libro di Meneghello, vi è l'evocazione dell’eros che si manifesta fin dai primi anni di vita. La bambina che, con il suo potere di seduzione, colpisce l'immaginazione del bambino, rappresenta la prima e sconvolgente epifania di Eros.  In questo libro vi è il ritratto memorabile della bambina, bella e conturbante, il cui nome era Antonia.

I criteri classificatori delle bambine ritratte fanno riferimento sia alla classe sociale di appartenenza, sia al periodo storico in cui vissero la loro infanzia. In Libera nos a Malo lo scrittore ricorda quando si trovava nella chiesa di Malo di fronte al ritratto della Madonna della Maternità di scuola giottesca, situato nel santuario di Santa Libera, e lo contemplava in preda allo stupore e ai dubbi, chiedendosi che cosa pensasse la Madonna e percependo la risposta metafisica, in base alla quale  al di fuori della necessità vi è il divino. Questa è l'immagine della donna che si configura nel suo libro più famoso, insieme come  madre e madonna.

Ma  per gli studiosi di Meneghello uno dei modelli più alti e nobili  di femminilità è costituito dalla figura indimenticabile della Cattinella. Si tratta di una donna abbandonata dal marito, che lavorò per anni nella casa dei genitori dello scrittore, il cui unico figlio venne ucciso, durante la lotta di Resistenza, dai nazifascisti a Mala Zonta, il 12 agosto del 1944. Questa madre, pur avendo perduto il suo unico figlio, mantenne  e conservò una condotta di vita improntata alla dignità e alla serenità durante la sua vita, segnata da questa irrimediabile tragedia. Il ritratto delle zie, rimaste zitelle, consente alla scrittore di comprendere il rapporto tra religione e le donne nel piccolo microcosmo di Malo. La religione, nelle opere di Meneghello,  appare legata alla conservazione del passato e viene intesa come una seconda natura che si trasmette da madre in figlia. Si nota, leggendo le opere di Meneghello, come muta radicalmente il costume, lo stile di vita e la concezione della donna con la transizione dalla civiltà contadina e ancestrale  a quella moderna basata sull’industrializzazione e sull'emancipazione.

In un suo testo Meneghello fa riferimento alla teoria degli archetipi e dei tipi psicologici delineati da Carl Gustav Jung. Secondo il pensiero del suo amico Licisco Magagnato sarebbero tre gli archetipi femminili che dominano la mente maschile: la moglie, l’amante e la prostituta. Per evocare le condizioni di lavoro durissime delle donne in famiglia, nelle officine, nei campi, nelle filandre, Meneghello fa riferimento al testo di Hannah Arendt The Human Condition (tradotto in italiano con il titolo Vita activa. La condizione umana), in cui è delineata la differenza tra le forme del labor e quelle del work.  La cura dei bachi da seta era un lavoro duro e molto faticoso che veniva affidato alle donne, bambine, giovani e adulte. 

Sul rapporto tra i sessi, maschi e donne, Meneghelo, consapevole del mistero che è legato al meccanismo dell’innamoramento, scrive pagine memorabili e indimenticabili per profondità e chiarezza di pensiero. In Piccoli maestri, uno dei suoi capolavori, è tratteggiata la figura di una  donna che fu  partigiana, Marta Setti, la quale in quel periodo difficile seppe, come tante altre donne partigiane del nostro Paese, dare un contributo fondamentale per la liberazione dalla dittatura nazi-fascista. Questo libro di Ernestina Pellegrini e Luciano Zampese aiuta a capire la poetica di un grande scrittore e intellettuale della cultura del Novecento letterario.

Pubblicato in: 
GN24 Anno IX 13 aprile 2017
Scheda
Autore: 
Ernestina Pellegrini, Luciano Zampese
Titolo completo: 

Meneghello: solo donne, Venezia, Marsilio, 2016, pp. 240. Euro 23,00.