Nabucco. La Shoah nel regno di Babilonia

Articolo di: 
Livia Bidoli
Nabucco

Il Nabucco di Giuseppe Verdi con il libretto di Temistocle Solera, presentato a Caracalla per la stagione estiva del Teatro dell'Opera di Roma dal 9 luglio al 9 agosto, è diretto dall'americano John Fiore – solo il 9 agosto verrà sostituito da Carlo Donadio – e si avvale della regia del giovane Federico Grazzini. Due cast per le due voci di Nabucco, Luca Salsi il 9, l'11 ed il 23 luglio, mentre Sebastian Catana il 30 luglio, 2, 5, e 9 agosto; per Abigaille abbiamo Csilla Boross per tutte le recite tranne il 30 luglio ed  il 5 agosto in cui sarà interpretata da Raffaella Angeletti.

Ci si chiede a volte che cosa ispiri un regista insieme ad uno scenografo a profilare un certo setting e dei movimenti scenici specifici, come accade in questa odierna messa in scena tra le romane rovine delle Terme dell'imperatore Caracalla a cura di Federico Grazzini insieme ad Andrea Belli per le scene, coadiuvato nello stesso grigiore dai costumi tetri da Valeria Bettella e dai video: alcuni sembrano tratti dalla celebre Cappella dei Cappuccini di Via Veneto a Roma, a cura di Luca Scarzella.

Rovine romane che si “arricchiscono” di mura di cemento armato (speriamo finto per la tenuta del palco), gabbie da centro di concentramento (sic!), massi informi sparsi sopra il cemento ed in fondo al palco insieme alle rovine di un supposto tempio. Questo sarebbe un allestimento che secondo Grazzini, testuale, è di: ”Un luogo ambiguo fatto di macerie, arcaico e contemporaneo allo stesso tempo, che si pone in continuità con le Terme di Caracalla”. Certo, il cemento armato, si sa, era conosciutissimo dai romani...Invece, al contrario di ciò che afferma il regista, l'ubicazione temporale c'è e non è affatto solo simbolica: si può delineare una breccia che va dalle guerre israeliane prima del 1948 e quelle subito dopo, con un retrogusto temporale verso la tragedia dell'Olocausto che è pienamente fuori luogo e anche molto ovvia a mio umile avviso, e non di certo per la tragedia in sé stessa che tutti aborriamo. Sia i costumi da soldato, di cui sono vestiti tutti, che rimandano a un'epoca ben ubicabile e nazista, sia quelli dei poveri derelitti del Coro – gli ebrei dietro le gabbie di ferro –  vengono guidati con estrema semplicità dalla regia; che non è nemmeno troppo filologica, fulmine compreso, tradotto in pugnalata da parte di Abigaille contro Nabucco. In questa sitnomatica diatriba tra oppressori e vinti non c'è nessun trionfo, nemmeno finale: tutto è un lamento, anche molte voci a cominciare dalla Abigaille di Raffaella Angeletti che all'inizio urla e solo al termine del primo atto si modera prendendo toni più sonori. Zaccaria, il Gran Pontefice degli Ebrei, interpretato dal basso Vitalij Kowaljow, profetizza come un clochard illuminato, con barba lunga  grigia e vestiti stracciati.

Le voci migliori sono quelle del Nabucco del rumeno Sebastian Catana – sebbene eccessivamente sul tono lamentoso, quasi sempre – e del tenore Antonio Corianò nel ruolo di Ismaele, bella voce e armonica. La Fenena di Alisa Kolosovameravigliosa nell'ispirato “Oh, dischiuso è il firmamento!” – si muove bene sul palco ed è coinvolgente, una voce commovente e che ben rende la parte.
Tornando ad Abigaille, che si incorona regina di Babilonia poi pentendosi di aver dilaniato tutti di sofferenze, realizzatrice del colpo di stato sul padre Nabucco, che scoprirà non è il suo, è stata migliore sia nella resa attoriale sia nel cantato dal secondo atto; a mio avviso risentiva anche dei costumi e dell'allestimento che volutamente situava in un luogo senza speranza come il teatro di guerra, lei e lo stesso Coro di profughi/ebrei perseguitati nella Shoah, questi ultimi sublimi nel bis di “Va', pensiero, sull'ali dorate”.

Un po' sottotono la direzione d'orchestra di Fiore, invece intrigante il fuoriscena delle marce che si odono da lontano per poi guadagnare toni proseguendo nella cavea; eccellente il Coro diretto da Gabbiani e adeguati i balletti dei soldati (sic!) a cura di Marta Iagatti.

Pubblicato in: 
GN36 Anno VIII Numero doppio 28 luglio - 5 agosto
Scheda
Titolo completo: 

Teatro dell'Opera alle Terme di Caracalla
stagione 2015-2016
Nabucco
Musica di Giuseppe Verdi
Dramma in quattro atti
Libretto di Temistocle Solera
Dal 9 luglio al 9 agosto 2016

Direttore John Fiore e Carlo Donadio (9 agosto)
Regia Federico Grazzini
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Scene Andrea Belli
Costumi Valeria Bettella
Movimenti coreografici Marta Iagatti
Luci Alessandro Carletti
Video Luca Scarzella

Interpreti principali
Nabucco Luca Salsi /Sebastian Catana 30 luglio, 2, 5, 9 agosto
Ismaele Antonio Corianò
Zaccaria Vitalij Kowaljow
Abigaille Csilla Boross /Raffaella Angeletti 30 luglio, 5 agosto
Fenena Alisa Kolosova
Il Gran Sacerdote di Belo Alessio Cacciamani
Abdallo Pietro Picone
Anna Simge Büyükedes

Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma

Nuovo allestimento

con sovratitoli in italiano e inglese