Nimbus e Kopelman Quartet. Shostakovich e Weinberg “en trompant la morte”

Articolo di: 
Livia Bidoli
Kopelman Quartet

L’intensità lirica con cui si presenta questo CD edito dalla Nimbus Records con il Kopelman Quartet, fondato nel 2002, scopre subito la diretta filiazione, dei suoi componenti dalla classica scuola russa dove hanno incontrato come loro maestri lo stesso Dimitri Shostakovich, presente con il suo struggente Quartetto per archi n.10 (e mai aggettivo potrebbe essere più adatto alla gran parte delle sue opere da camera in particolare). L’eccellenza traspare immediata per continuare con Weinberg ed il suo Quintetto per piano op.18.

La stessa assonanza tra i numeri delle opere, quella di Shostakovich la 118 (1964), per Weinberg la 18 (1944), mette in comunione uno spirito profondamente affine che ben si compone in questo CD, che ha scelto, come dicevamo prima, degli esecutori strettamente connessi con i due compositori, sia per legato patrio, sia per assimilazione di una tecnica che rende i russi suonati dai russi (e diretti, pensiamo a Gergiev per esempio) superiori a mio personale avviso magari parziale,  a qualsiasi altro interprete.

Il Quartetto per archi in la bemolle maggiore n, 10 è stato peraltro dedicato da Shostakovich a Weinberg, a testimoniare la forte stima che il russo provava per l’amico compositore polacco emigrato nella Grande Madre Russia. E’ dal 1938 che Shostakovich compose quartetti, prima specializzato soprattutto nella composizione di opere per teatro e balletti, per cui fu anche chiamato il Rossini sovietico, per la vena satirica che spesso mal gli incolse nell’apparato repressivo staliniano da cui fu ripreso e censurato, nonché amareggiato.

Più un rondò che una sonata, il Quartetto si apre con un Andante che oscilla tra la e mi minore, quando s'innerva un contrasto efficace con protagonisti il secondo violino di Boris Kuschnir ed il violoncello di Mikhail Milman, più tardi sarà la viola di Igor Sulyga a connaturare un fantasmatico sospiro. L’Allegretto furioso diviene una battaglia tra gli strumenti in passaggi tra la bemolle e mi bemolle minore: soltanto il movimento seguente, l’Adagio, darà tregua con la sua passacaglia, ed il violoncello sul podio, alternato al primo violino di Mikhail Kopelman. In realtà sono soltanto cenni di pacatezza che finiscono con il sinuoso quarto movimento, l’Allegretto-Andante, in cui torna il motivetto assillante formato da quattro note, e che non dando requie, lascia sospesi in una sorta di limbo atemporale.

Il linguaggio così vicino di Weinberg, ed ispirato da quello di Shostakovich, non prescinde nemmeno dalle sue radici ebraiche, che lo condussero a scappare a Minsk per evitare la persecuzione nazista: si odono, ripetutamente, nel Quintetto per piano, reminescenze del folk ebraico ed anche moldavo (proveniente dalla sua famiglia d’origine). La sua ricchissima produzione consiste di oltre ventidue sinfonie, quattro sinfonie da camera, 17 quartetti, sette opere, e molti altri lavori per ensemble e solisti.

Il Quintetto per piano in fa minore Weinberg l’ha composto dopo essere giunto in Russia, lo iniziò quando ancora non era terminata la seconda guerra mondiale, e questo ne era il motivo ispiratore, Originale nel concetto e nello sviluppo, può essere considerato uno dei più sintomatici per i suoi contrasti emotivi, la stessa struttura a cinque movimenti, insieme allo strano contrappunto di stampo occidentale.

Lungo ben 40 minuti, il Quintetto vede la partecipazione straordinaria della dotata figlia di Mikhail Kopelman al piano, Elizaveta (1974), ed il Moderato con moto iniziale introduce una sequenza narrativa di cui il piano scioglie la malinconica attesa. Intensamente connotato da riverberi ed incroci derivati dall’amico russo (che intervenne in suo favore nel 1953 arrischiandosi contro Stalin), conduce ai due Scherzi (l’Allegretto ed il Presto) susseguenti e di uguale lunghezza: brividi da pizzicati intensi inframmezzati a fraseggi inquieti, vengono contrappuntati ritmicamente, per terminare con il tema in ottave tra piano ed archi per l’Allegretto, che non potrebbe che entusiasmare il suo grande amico ed estimatore – tra una cordata malevola che invece l’ha sottaciuto, col il suo tocco inusitatamente post-moderno.

Il Presto non è che una vampata dai fraseggi indissolubili: le note si stringono al petto come degli archi che avanzano mordaci, mentre il piano emerge con forza in rapide toccate, erigendo un nostalgico valzer. Il fraseggio ostinato di viola e violoncello lascerà poi il posto ai due violini, mentre una coda inquieta avanza.

Quasi forzosamente, tutti gli strumenti intonano all’unisono un tempo dolente e quasi iroso per il Largo, che si stempera con un piano cullante ma mesto, con tocchi pianissimi che quasi non si odono se non a volume molto alto (sic!): questi ripensamenti pessimistici, prima con l’assolo del violino e poi del piano,  si inalberano infine nel recitativo e nel pizzicato chiaramente esposto all’inizio.
 
Ed ecco che ritorna pulsante il primo movimento: l’Allegro agitato urge, e la giga irlandese, pienamente riconoscibile, fa pensare a tratti ad una soluzione “ballabile” del quintetto,  come dire, “felice”, ma è soltanto un “tromper la morte”, in termini profondamente poeiani: solo le distese di temi etnici particolarmente ritmici, e con uno sfondo di archi stimolanti e rifrangenti, possono lievemente consolarci.

Mikhail Kopelman diresse per vent’anni
, dal 1976 al 1996, sostituendo Rostislav Dubinsky, il glorioso Borodin Quartet: ora annovera nel suo Kopelman Quartet due membri fondatori del Moscow String Quartet, ovvero Boris Kuschnir al secondo violino e Igor Sulyga alla viola, entrambi collaborarono con Dimitri Shostakovich alla stesura dei suoi ultimi quartetti. Igor Sulyga inoltre ha suonato per vent’anni con Vladimir Spivakov nell’Orchestra da Camera Virtuosi di Mosca.  Mikhail Milman, al violoncello, conosceva Kopelman per la sua assidua frequentazione del Borodin Quartet.  Aggiungiamo che Boris Kuschnir suona un violino StradivariLa Rose Boughton” del 1703,  grazie al supporto eall’Austrian National Bank.

Pubblicato in: 
GN18 Anno IV 12 marzo 2012
Scheda
Titolo completo: 

Nimbus Records
2011, NI5865

Kopelman Quartet
Mikhail Kopelman - Violino
Boris Kuschnir - Violino
Igor Sulyga - Viola     
Mikhail Milman – violoncello
Con la partecipazione di  Elisaveta Kopelman al piano

Dimitri Shostakovich (1906-1975)
String Quartet No. 10, opus 118

Mieczyslaw Weinberg (1919-1996)
Piano Quintet, opus 18