La notte dei Musei. La luce alla fine del buio

Articolo di: 
Livia Bidoli
Giovanni Antonio Galli

Il buio della notte accoglie forse con più luminosità del giorno, nonostante la pioggia, questa immersione nell’arte fra concerti e spettacoli in ottanta fra musei, istituti culturali, accademie, spazi culturali di Roma dalle 20 alle 2 di notte intotolata La Notte dei Musei. Per il quinto anno consecutivo, il 15 maggio 2010, come in altri 40 paesi nel mondo, l’arte si apre a tutto il suo pubblico che in questo caso consta soprattutto di giovani, forse di quelli che – a differenza di altri paesi come la Gran Bretagna che assicura l’entrata gratuita a tutti nei suoi musei nazionali – non si può permettere di pagare il biglietto e che vede in questa chiassosa reunion un modo colto di stare insieme festeggiando la Cultura.

Dalle Scuderie del Quirinale fino ai Capitolini non ci sono che sciami di persone che affollano le strade e poi si dice che in questo Paese non si ama la cultura: non sarà che forse non è a portata di tutti? Non sarà che forse quelle file di 3 o 4 ore davanti alle Scuderie, al Palazzo delle Esposizioni, alla Fondazione Museo Roma, per nominarne alcune fra le più lunghe, sono dovute ad un grandissimo amore per l’arte non coadiuvato con misure di servizio e di tariffari dallo Stato? Io credo proprio di sì: ogni volta che ho partecipato – da libera cittadina – a queste manifestazioni, ho rilevato due fattori dominanti: l’età bassa dei partecipanti, che di solito non individuo in questi spazi durante le visite diurne a pagamento, e non parlo solo di Musei ma anche di spazi dedicati alla musica come Santa Cecilia, in cui la media del pubblico si aggira ben sopra l’età pensionabile; e la ricchezza di vivacità che manifestano le persona coinvolte, un vero piacere nel godersi lo spettacolo nonostante le difficoltà.

Allora mi viene da dire che forse lo Stato ed il Comune potrebbero pensare a forme di incentivazione alle visite perché un popolo ignorante – che è invece desideroso di acculturarsi come ha dimostrato ieri nonostante la pioggia battente -, fa comodo soltanto agli stati totalitari che pretendono il diretto controllo della cultura, anche a pena di escluderne la maggioranza della popolazione.

Tutti questi spazi sono gestiti da enti strumentali del Comune di Roma, come l’Azienda Speciale Palaexpo, oppure da enti privati come Comunicare Organizzando per il Vittoriano (che non ha partecipato con la sua mostra Da Monet a Corot alla Notte dei Musei), o da Zetema che è del Comune di Roma, che invece ha organizzato e dato comunicazione efficace ed espone visibilmente il tariffario e la normativa vigente. E qui si aprirebbe un capitolo a parte perché, nonostante siano luoghi di proprietà dello Stato o del Comune di Roma in molti casi non vengono applicate le tariffe e le gratuità stabilite per legge a livello nazionale. Ci si chiede in base a quale deroga: abbiamo chiesto in particolare la normativa all’Azienda Speciale Palaexpo ma non c’è stata fornita né questa né le sue variazioni e/o deroghe dalle norme valide a livello nazionale (gratuità per i giornalisti e per i giovani sotto i 18 anni ed oltre i 65, etc.) Indagheremo ancora si questo particolare ed abbiamo già fatto richiesta al Comune di Roma di fornirci la normativa ufficiale in base alla Legge 241 del 1990 sulla trasparenza della Pubblica Amministrazione e sul perchè e quando esattamente ci sono state modifiche delle normative (visto che fino a due mesi fa alcune norme nazionali in alcuni spazi museali erano invece rispettate: faccio riferimento al Palexpo e alle Scuderie del Quirinale perchè mi ci sono recata personalmente) e quale viene applicata attualmente nei Musei del Comune di Roma e perché differisce in alcuni musei dove cambia la gestione ma la prorietà rimane pubblica.

L’unico dei musei che sono riuscita a visitare con calma e senza fila è stato quello, privato, della Fondazione Memmo a Palazzo Ruspoli che ha messo in mostra, con I Colori del buio, la schola di Caravaggio che intorno al XVII secolo, la prima metà in particolare, ha prodotto artisti come Bartolomeo Manfredi detto lo Spagnoletto, Francesco detto Cecco del Caravaggio, lo Spadarino, Carlo Veneziano e molti altri. E lì abbiamo visto la luce in mezzo al buio più che altrove, come proferiva Goethe: “Dove c’è molta luce c’è molta ombra” ed abbiamo seguito i dettami di Yeats: “Se guardi a lungo nel buio c’è sempre qualcosa.

Pubblicato in: 
GN14 Anno II 18 maggio 2010
Scheda
Titolo completo: 

La Notte dei Musei

15 maggio 2010 - Roma

Ingresso gratuito dalle 20 alle 2 in tutti i musei aderenti