Outopsya Fake per Lizard Records. Merging darkprog per un Rorschach tribale

Articolo di: 
Livia Bidoli
Fake

Un continuo inganno musicale e non solo, quello del duo trentino degli Outopsya che, diciamolo subito, nessuno scambierebbe per i due italiani Luca Vianini (chitarre, voci, synths e batteria) ed Evan Mazzucchi (basso e violoncello), dato ilmerging” internazionale del progetto che ha visto la sua prima uscita con Sum nel 2009 (Videoradio). Questo Fake (inganno appunto) per la gloriosa Lizard Records pubblicato or ora, a novembre 2011, ha tutte le carte in regola per rileggere il nome del gruppo come una predittoria unione di utopia (utopia) e autopsia (autopsy) oltre che come OUT Of PSYchical Activity (ci informano loro).

Vianini e Mazzucchi hanno recentemente sonorizzato dal vivo il film muto Il Fantasma dell’Opera (1925), di circa 90 minuti nella corte di Palazzo Hippoliti a Pergine (TN), con musiche create appositamente nel 2010, ma questo nuovo album Fake, oltre a distinguersi da Sum, è fautore di una serie di straordinarie sorprese.

Un disco inaspettabile dall'inizio alla fine: quando ho cominciato a prendere appunti, ero sul primo dei due cd che contiene il raffinato packaging con macchie di Rorschach a disegno tribal a cura di Alessio Mazzucchi, pensando di suddividere in due parti la recensione e mi sono dovuta presto rendere conto che era del tutto impossibile. Partiamo in ogni caso dal cd viola che fa da specchio a quello nero: sicuramente qui avviene la riflessione più dark, il loop dello scoccare di una marcia macabra avvolge in un drappo funebre con voci ad eco e trattate. Useless, fake and awful suona come un sabba. Una voce canta: “When the sunset comes you know you have to stop”, ovvero, “quando spunta il sole sai di doverti fermare”. L'”I am a Legend” di Matheson è lì che grida poco prima di una nenia che tutto fa tranne rassicurare.

Le schitarrate à la Led Zeppelin però confortano e l'intento di vagheggiare lontanamente i Genesis più lisergici riesce pienamente quanto il riflesso dei King Crimson di Discipline che aleggia non solo in questo pezzo (Engage). Il terzo brano, Rays, rays, rays, mi ricorda invece un gruppo quasi del tutto sconosciuto se non ai fantastici cultori e ad Ivano Galletta che ha scritto un sunto piuttosto ampio sulla musica Dark per Il Foglio Letterario Edizioni (ora alla seconda ed ampliata edizione): sono i Devil Doll. Un altro progetto italiano straordinario con impianti anche operistici e sinfonici insediati nel mix di prog oscuro con venature rock come in Dies Irae, sicuramente poco fruibile, e non solo per l'inaccessibilità dei dischi – introvabili materialmente.

Fino a Phantom e Nausia ci accompagnano rime e nenie dark con echi a cantato lisergico dei Beatles e dei Pink Floyd di Syd Barrett, coadiuvati da impianti rumoristici alla Einstürzende Neubaten: un connubio che aggiunge anche flussi pienamente noise all'ascolto. Mi vengono in mente anche gli Emerson, Lake and Palmer di Brain Salad Surgery (per la lunghissima Lilies – ben 15 minuti pieni - e non solo) con la gloriosa copertina di Geiger che avrebbe sicuramente disegnato qualcosa anche per il nostro duo. Il testo Lilies di Luca Vianini (come tutti gli altri) è notevole e afferma: “Man is a lily with brain.”   rievocando poi il sogno di Lao Tsu sulla farfalla:

We still do not know
If we are men or lilies
What we can say is that we
Terribly love lilies.

(Ancora non sappiamo/ se noi uomini siamo uomini o gigli/ quel che possiamo dire è che/ amiamo particolarmente i gigli, trad.mia.)

Da Alice dei Cocteau Twins un accordo d'entrata per My Joy: meravigliosa ballata intensa ed evocativa che si stempera nei toni più seri e sarcasticamente cupi di Insane per concludere la prima parte.

Il cd nero apre con delle raffiche di chitarra e tastiere (The Word has been) e la voce elegante quanto tenebrosamente affascinante di Vianini, che colpisce per la sua intensa veridicità con cui la sostiene e che somiglia in modo singolare a quella di Peter Murphy in brani come Telegram Sam o Sanity Assassin dei Bauhaus.

Presto si dipana la ritmicità, mutandosi in sinuosa successione (Anxious ed Enter the Brain) che con Lanterns diventa loop tenebroso e sottilmente penetrante con voce molto dub. Loving you sick è molto percussiva con estemporanee aperture elettroniche – e l'elettronica chiaramente, come fa rilevare la terza componente del gruppo, Mr PC, è debordante ovunque. La potentissima Virus - dopo l'episodio con accento sardonico Khen (ripreso poi anche questo in Khen Khen) -, fa brillare la chitarra di Vianini. Enter the Heart con l'organo predilige atmosfere tra il mistico ed il metafisico con un rimando al cuore della composizione che si trova nell'ultima chiosa di Loving you sick.

Non esiste un vero distinguo tra una traccia e l'altra, vi è una composizione senza soluzione di continuità che lo stesso ascoltatore fatica a riconoscere così, l'ultima reprise di Loving you sick ci riconduce alla prima, chiudendo al piano e traducendoci ad un livello di immagini che riportano a quelle visioni dell'astronauta Bowman di 2001 Odissea nello spazio (Kubrick, 1968), di fronte ad un monolito che in questo caso ci appare nella forma di un Rorschach nero e viola, stilizzato e su sfondo bianco.

Pubblicato in: 
GN5 Anno IV 5 dicembre 2011
Scheda
Titolo completo: 

Outopsya
Fake
Etichetta: Lizard Records
Anno: 2011

Track Listing

CD1:
01. Useless, Fake & Awful
02. Engage
03. Rays, Rays, Rays
04. Engage (reprise)
05. Noh
06. 99% of People Will
07. Nausia
08. Phantom
09. Lilies
10. My Joy
11. Insane
CD2:
01. The World Has Been
02. Anxious
03. Enter The Brain
04. Lanterns
05. Loving You Sick (pt.1)
06. Khen
07. Virus
08. Loing Heart
09. Khen Khen
10. Enter The Heart
11. Loving You Sick (pt.2)