Qualcosa di scritto di Emanuele Trevi. Tra Pasolini e i misteri eleusini

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Trevi

Pietro Citati, raffinato e grandissimo critico letterario, ha recensito sul Corriere della sera il libro di Emanuele Trevi, Qualcosa di scritto, edito da Ponte alle Grazie (Milano, 2012), osservando che questo libro per la sua forma  si pone oltre i generi codificati dal canone letterario occidentale.

Infatti, non può essere collocato nel genere romanzo e nemmeno in quello della saggistica, poiché nel libro di Trevi, che ha ricevuto una accoglienza lusinghiera dai critici ed è finalista al Premio Strega, i generi letterari si fondono in modo mirabile.

Vi si trovano un'autobiografia personale dell’autore, un saggio critico sulla figura e l’opera di Pier Paolo Pasolini, l’intellettuale più discusso del Novecento, una riflessione molto profonda sulla società italiana ed il carattere degli Italiani.

Questo libro ha l’ambizione di chiarire una volta per tutte, in modo da cogliere il valore letterario delle grandi intuizioni di Pasolini, che cosa abbia rappresentato la  figura e l’opera di questo scrittore nella cultura del nostro Paese, di cui aveva con sguardo lucidissimo dato una rappresentazione critica, soprattutto negli Scritti corsari e nelle Lettere luterane.

Emanuele Trevi,
da giovane quando si accingeva ad iniziare la sua attività di scrittore e critico letterario, frequentò il fondo dedicato a Pier Paolo Pasolini,  all’epoca gestito da Laura Betti, l’attrice che aveva interpretato innumerevoli personaggi nei film del grande regista.

In quel tempo, ossia nel 1992, a diciassette anni di distanza dall'uccisione in circostanze  oscure e mai chiarite del grande scrittore,  venne dato alle stampe postumo il romanzo di Pasolini intitolato Petrolio.

Emanuele Trevi, come egli stesso racconta nel suo bellissimo libro, era impegnato in quel periodo a raccogliere in un volume le interviste rilasciate dal poeta per conto del fondo Pasolini, con cui collaborava come giovane studioso, malgrado il rapporto umano con Laura Betti, donna dal  carattere difficile e irascibile, non fosse né facile né idilliaco.

La lettura del libro postumo di Pasolini e l’analisi critica del suo ultimo film Salò o le centoventi giornate di Sodoma, furono per Trevi due scoperte folgoranti, che lo indussero a meditare ed a ricavare dall’opera di questo grande intellettuale alcune conclusioni critiche molto rilevanti, adesso consegnate al lettore del nostro tempo con questo magnifico libro.

Trevi osserva che gli studiosi di letteratura, pur avendo letto il libro Petrolio, non sono riusciti a fornirne un'interpretazione che fosse capace di svelarne il significato recondito e simbolico.

In Petrolio, questo libro grandioso e ricco di significati allegorici, vi è una rappresentazione del rapporto tra il racconto, il mistero, e la natura enigmatica e inafferrabile del potere. Il personaggio principale si chiama Carlo Valletti, è un ingegnere torinese e lavora all’Eni.

Nel libro, però, ben presto il lettore scopre che Carlo ha un suo doppio, Carlo secondo, che è abituato a frequentare le periferie di Roma, e la cui identità sessuale è mutevole e cangiante. Sia il tema del Doppio sia quello della Metamorfosi sessuale dei Due personaggi principali, Carlo primo e Carlo secondo, secondo Trevi sono l’indizio rivelatore che Petrolio è la cronaca di un’iniziazione, vale a dire un modo per consentire la piena comprensione e la conoscenza della realtà italiana degli anni in cui Pasolini visse, da uomo autentico e  vero, per dirla con Stendhal, la sua vita di scrittore ed intellettuale .

In quegli anni Pasolini con indomito coraggio denunciò sia il rischio del conformismo intellettuale, parlando di omologazione, sia il pericolo che lo sviluppo economico della società italiana generasse il genocidio culturale, modificando le condizioni di vita del popolo,  sospingendolo verso una ingannevole imitazione dello stile esistenziale della borghesia.

Nel libro vi è una parte in cui Trevi riporta la scena descritta in Petrolio, nella quale Carlo primo, invitato al Quirinale in occasione della festa della Repubblica, in un salotto del grande e solenne palazzo ascolta una serie di racconti recitati da alcuni letterati, tra cui uno intitolato Storia delle stragi.

Proprio mentre il narratore si accinge a raccontare la sua storia, osserva che la narrativa in Italia è morta, che il vino è finito e che bisogna accontentarsi di bere il ciceone. Trevi, con la sua acuta intelligenza, scopre che il termine ciceone, che compare in questa scena del libro di Pasolini, allude e si riferisce ai rituali dei misteri eleusini.

I riti eleusini venivano celebrati, secondo la mitologia classica, in onore di Demetra, la cui figlia Persefone era stata rapita da Plutone, il re del regno dei morti, di cui divenne la moglie.

I sacerdoti e le persone che partecipavano a questi riti, ricorda Trevi nel suo Libro, non potevano rivelare il contenuto della visione dell’invisibile a cui, durante il compimento del sacrificio, avevano accesso.

Chi violava il vincolo della segretezza era considerato empio ed andava incontro ad una condanna. Eschilo non rispettò questo divieto, rivelando il contenuto della visione a cui aveva assistito. Il contenuto della visione, che raggiungeva la mente svelando l’invisibile, è stato descritto da Plutarco in una sua memorabile opera.  

Qui Trevi osserva che Pasolini, di fronte alla natura oscura del potere della società italiana degli anni sessanta e settanta, ha agito alla stessa maniera. Nel libro sono molto belle le pagine nelle quali Trevi racconta e descrive il suo viaggio in Grecia e la sua visita nella grotta dove venivano celebrati i misteri eleusini.

Questo libro di Emanuele Trevi aiuta a capire quanto grande fosse la passione civile di uno scrittore ed intellettuale geniale come Pasolini, che ci ha lasciato una opera multiforme e straordinaria, la quale dimostra che ha sperimentato per esprimersi tutti i linguaggi della cultura: la letteratura, la poesia, il cinema, la saggistica, il giornalismo.     

Pubblicato in: 
GN33 Anno IV 25 giugno 2012
Scheda
Autore: 
Emanuele Trevi
Titolo completo: 

Qualcosa di scritto. La storia quasi vera di un incontro impossibile con Pier Paolo Pasolini, Milano, Ponte alle Grazie, 2012.