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I ragazzi stanno bene. Uno stabile equilibrio omofamiliare
Della regista Lisa Cholodenko, I ragazzi stanno bene con Julianne Moore e Annette Bening e la cosceneggiatura di Stuart Blumberg. Vincitore al Sundance Film Festival 2010, indaga una problematica in primo piano negli Stati Uniti: i rapporti tra genitori gay ed i proprij figli.
Ci si soffermi un secondo sull’idea di ‘famiglia’: un nucleo di persone composto da genitori e figli. Nel corso degli anni il suo significato, nonostante abbia mantenuto la sua forma originaria, si è ‘evoluto’ assumendo un senso più ampio a causa del crescente numero di divorzi in ogni parte del mondo: è il concetto di ‘famiglia allargata’. C’è da fare una piccola appendice: è possibile che possa cambiare il nucleo originario? Cosa accadrebbe se una famiglia fosse composta da due mamme (o padri) con figli? A tale enigma rispondono gli sceneggiatori Lisa Cholodenko e Stuart Blumberg con I ragazzi stanno bene: una pellicola leggera, divertente e, soprattutto, molto intelligente.
Tale aggettivo nasce in base all’idea base della pellicola: Blunberg non voleva mostrare come le famiglie omosessuali abbiano gli stessi problemi di quelle etero, ma semplicemente riportare la storia di un particolare quadro familiare. Da ciò, quindi, nasce la storia di Nic e Jules (Annette Bening e Juliane Moore): due mamme che decidono di avere dei figli con l’aiuto dell’inseminazione artificiale. Giunti alla maggiore età, però, i figli decidono di scoprire chi sia il loro padre biologico (Mark Ruffalo). La scoperta di tale informazione porterà una serie d’inaspettati colpi di scena che metteranno a dura prova la resistenza di questa particolare famiglia.
Il soggetto, ovviamente, si dimostra come non di facile lettura, ma Brunberg e la Cholodenko si sono dimostrati molto abili nel rendere l’insieme il più ‘naturale’ possibile, sia a livello di riprese che di narrazione. In tal senso si veda l’ampio utilizzo delle cinepresa a mano la quale garantisce delle immagini più ‘reali’ nonché un rapporto molto ravvicinato con i personaggi.
Da ciò ne deriva anche un altro fattore di grande importanza: l’analisi stretta di ogni membro della famiglia. Le inquadrature si alternano tra il concentrarsi sull’individuo e il vederlo in azione nel nucleo d’insieme. Si prenda ad esempio il personaggio di Jules: una persona molto confusa su se stessa che, però, all’interno della famiglia riesce a mantenere un grande equilibrio grazie alla sua compagna Nic. Quest’ultima, infatti, risulta essere l’anello saldo che tiene stretto i rapporti di ogni membro della famiglia, ma che, nei rapporti umani esterni risulta fredda e scontrosa. In modo completamente diverso dalle due mamme, è possibile vedere il personaggio di Mark Ruffalo, il quale si dimostra come l’ossimoro di se stesso: un equilibrio instabile tra voglia di avere dei figli e paura di non restare giovani.
Lisa Cholodenko e Stuart Blumberg hanno fatto un ottimo lavoro con I ragazzi stanno bene: da vedere assolutamente.