Santa Cecilia. Il Saluto al Caro Pubblico di Sir Tony Pappano

Articolo di: 
Livia Bidoli
Pappano Grigiorian

Sabato 15 aprile ha visto l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia salutare Sir Antonio Pappano come suo Direttore Musicale: per ben 18 anni, "Tony" per la "famiglia", come usava chiamare la Sua Orchestra, lui che ha accompagnato la compagine nazionale sinfonica in centinaia di concerti in Italia ed all'estero, registrando 34 cd. Il pubblico, accorso a salutare in massa, ha fatto registrare il pienone, anche in termini istituzionali, con in testa il Presidente-Sovrintendente Michele Dall'Ongaro.

Sir Pappano ha deciso di salutare (per tornare presto!) Santa Cecilia dirigendo Dimitrij Šostakovič: quella stessa Decima Sinfonia con cui debuttò ivi il 28 aprile 2002. Quello stesso anno assunse la direzione del Covent Garden di Londra; nel 2005 diventò Direttore Musicale dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Tornerà come Direttore Emerito, una carica creata appositamente per lui.

Insieme al sinfonico russo delle War Symphonies, c'è stata la prima commissionata proprio dall'Accademia, per Claudio Ambrosini, premiato nel 2007 con il Leone d’oro alla Biennale Musica di Venezia, dal titolo Dosàna nóva, del quale Ambrosini ha affermato: «L’acqua del mare, due volte al giorno, viene a “visitare” Venezia: per sei ore cresce, entrando nella laguna, e nelle sei ore successive esce, riattraversando tutti i canali della città. La marea che ritorna al mare in veneziano si chiama dosana, e quindi dosàna nóva significa “onda nuova” (nouvelle vague, new wave…). Simbolicamente: un riabbracciare la natura dopo aver attraversato un mondo di
storia e di cultura
».

Sir Pappano ha presentato il brano per tutti noi in anteprima: "La Dosana è sempre sintomo di rinnovamento a Venezia, l'acqua va e viene: l'acqua è un mare psicologico, un'onda che ci fa sognare e che può trasformarsi in tempesta, come ricordano le stesse "Vagues" di Debussy nel poema snfonico La Mer.", Nei suoni fantasmatici di Ambrosini si odono le influenze della musica spettrale come l'ispirazione del primo dodecafonico, Arnold Schönberg, con le staffilettate dei fiati. Sembra di udire il respiro pesante delle onde e dei suoi spriti, che aleggiano sull'acqua, dietro miraggi originati dal vento.

I Quattro ultimi Lieder di Richard Strauss composti tra il 1947 e il ’48, un anno prima della scomparsa del compositore,sono ispirati ed intrecciati a poesie di Hermann Hesse e Joseph von Eichendorff: un annuncio poetico della primavera, per cominciare, ovvero     Frühling («Primavera»), allegretto; il proseguimento con September («Settembre»), andante; l'avvicinamento al sonno ristoratore, Beim Schlafengehen («Andando a dormire»), andante, che fa coppia con Im Abendrot («Al tramonto»), andante. Tutti interpretati dal soprano di punta di questi ultimi anni, la lituana Asmik Grigorian, in un lunghissimo vestito rosso moderno ed elegante. La voce svettava e coinvolgeva, evocando trilli degli uccellini, sbocciare dei fiori, sino al pastellato svanire delle luci al tramonto. Citare la Primavera di Hesse, siamo condotti anche dalle parole, verso il desìo, leggiamo:

Al crepuscolo, tra i sepolcri,
ho sognato a lungo
dei tuoi alberi e dei cieli azzurri,
del tuo profumo e del canto degli uccelli.

Dimitrij Šostakovič compose la Decima Sinfonia dopo la morte di Josif Stalin (deceduto il 5 marzo 1953), la sinfonia in mi minore op. 9, terminata a ottobre dello stesso 1953 è appunto un satirico e grottesco ritratto del dittatore comunista, oltrechè dell'innamoramento del compositore per la sua studentessa Elmira Nazirova, cui è dedicato uno dei due temi principali. L'altro tema è sostenuto dalle iniziali del compositore DSCH (Dimitri Schostakowitsch in tedesco, che corrispondevano alle note re (D) - re bemolle (eS) - do C) - si (H), pronunciato "De-Es-Ce-Ha").

La Decima Sinfonia, dall'apertura in Moderato è cupa e con il tema principale subito in risalto: una sorta di messaggio dalle tenebre che Pppano dipinge con profondità mahleriana. Il dibattuto ritratto di Stalin a tinte fosche, è molto più probabilmente un quadro di tutti i terrori totalitaristi, dopo la seconda denuncia contro Šostakovič da parte del dittatore nel 1948.

Il flauto solista riprende il tema cupo per poi lasciar entrare il secondo tema riaffermato dai fiati: assomiglia ad un freccia che colpisce obliquamente il bersaglio. Il trombone drammatizza e Pappano è particolarmente attento a curare i pianissimi. La citazione dai Quattro Monologhi di Puškin, che recita Qual è il mio nome?, rimanda sia al problema dell'identità per il compositore, costretto a scrivere con una spada di Damocle sulla testa e che spesso ha dovuto rinunciare alle premiere dei suoi lavori perché censurato; sia all'indovinello ironico sull'appartenenza del ritratto delineato dalla musica.

Nel secondo movimento, un Allegro, è reboante la metafora di un'era afflitta dalle purghe e le fanfare, i galoppi a tratti, inseguono percussivamente il primo tema (Šostakovič), mentre l'aspra fanfara del totalitarismo è avvolta da un dolore dai tratti beffardi.
Il terzo movimento, un Allegretto, si sviluppa sui due temi citati prima, l'uno che riprende l'acronimo DSCH, il compositore, l'altro, più soave, si riferisce ad Elmira, ed è ripetuto dodici volte dal corno. Il tema DSCH si avvicina a quello di Elmira ma tutto rimane molto ambiguo, mentre l'apertura alle fanfare dissacranti riappare come un incubo. Il primo tema, DSCH, è sempre più contrappuntato dagli archi cupi e poi dal lamento del flauto.

Il quarto movimento, Andante-Allegro, si apre come un dipanarsi quieto dell'oboe, presentando poi un motivo ripreso e con le stesse note, del primo movimento di Das Lied von der Erde di Mahler, con cui gli fece rilevare la similarità la stessa Nazirova. Ben distinguibile è poi il gopak (la danza russa dei cosacchi), mentre il primo tema infuria e torna sullo sfondo l'elegia arabeggiante come un sibilo tra gli archi. I motivi si contrappuntano come se guerreggiassero ed il roboante finale di grancassa chiude la sinfonia.

In grande afflato con la sua orchestra, il Maestro Tony Pappano chiude con grande slancio il suo mandato e riceve uno scroscio di dieci minuti di applausi coln il pubblico interamente in piedi ad omaggiarlo, calorosamente ed autenticamente vibrante con lui ed i suoi musicisti.

Pubblicato in: 
GN22 Anno XV 19 Aprile 2023
Scheda
Titolo completo: 

Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Stagione 2022-2023

Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Sala Santa Cecilia
13 aprile ore 19.30, 14 aprile ore 20.30, 15 aprile ore 18

Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
direttore Antonio Pappano
soprano Asmik Grigorian

Claudio Ambrosini Dosàna nóva prima esecuzione assoluta – commissione ANSC
Richard Strauss Quattro ultimi Lieder
Dimitrij Šostakovič Sinfonia n. 10 op. 93

Approfondimenti: The War Symphonies: Shostakovich Against Stalin