Sottomissione di Michel Houellebecq. La distopia dell'Islam radicale

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Houellebecq_sottomissPIATTO-303x420.jpg

Sottomissione, il libro di Michel Houellebecq, è divenuto un caso letterario internazionale, sia perché prefigura una distopia, immaginando la Francia sottomessa all’Islam radicale, sia perché è stato pubblicato negli stessi giorni in cui il mondo era turbato e scosso, in seguito all’attentato terroristico avvenuto a Parigi contro il giornale satirico Charlie Hebdo.

Nel libro, come ha notato Alessandro Baricco recensendolo per Repubblica, vi sono due livelli di scrittura, fra di loro mirabilmente combinati, quello narrativo e quello saggistico. François è un brillante e affermato studioso di letteratura, docente presso la prestigiosa università della Sorbona, che ha dedicato la sua vita alla analisi e all'interpretazione delle opere dello scrittore francese Joris Karl Huysmans. Huysmans è uno scrittore che appartiene alla corrente letteraria del naturalismo, i cui principali esponenti sono stati Zola, Maupassant, Bloy, Goumont, Barbey D’Aurevilly.

Nel libro di Houellebecq la narrazione è basata sia sui pensieri suscitati nell’animo di François dalla rilettura delle opere di Huysmans, sia sulla rappresentazione della sua esistenza di uomo e studioso, che vive a Parigi e assiste, impotente e sgomento, alla dissoluzione e alla fine della società in cui è stato educato. Belle e profonde appaiono, nella prima parte del libro, le riflessioni di François sul rapporto tra i grandi classici della letteratura e il pensiero degli autori geniali del passato che li hanno concepiti e creati. Lo spirito di un grande scrittore è sempre racchiuso, riflette François, nella sua opera immortale, che sfida il tempo ed è eterna. François è un intellettuale parigino che, mentre tiene le lezioni di letteratura alla Sorbona, segue con entusiasmo e passione le vicende politiche.

La Francia, nella finzione letteraria necessaria per rendere credibile e verosimile la distopia immaginata da Houellebecq, sarà chiamata al voto per scegliere il nuovo Presidente della Repubblica. Francois nota, seguendo il dibattito in televisione, che accanto ai partiti tradizionali del suo Paese, di diversa ispirazione culturale, come i socialisti, l’Ump e il Fronte Nazionale, si è affermata una forza nuova, la Fratellanza Musulmana. Durante una conversazione che ha con il marito di una sua collega di università, che lavora nei servizi segreti e il cui nome è Alain TanneurFrançois intuisce e comprende che il sistema politico del suo Paese è in procinto di implodere. Conversando a Martel, una località situata nella regione francese di Rocamadour,  nella villa del marito della sua collega, François riesce a capire quale sia il disegno politico perseguito dai politici della fratellanza musulmana in Francia. Per questa forza politica, l’autorità trae origine e discende da Dio. Secondo Alain Tanneur, i partiti politici tradizionali sono destinati a soccombere e a consegnare il governo della Francia al candidato della Fratellanza Musulmana.

Questo scenario catastrofico, anticipato da questa conversazione nel libro, puntualmente si verifica e sconvolge la vita politica e culturale francese. François trova chiusa l'università nella quale ha insegnato per lunghi anni ed è costretto ad andare in pensione. Per i musulmani, infatti, l’istruzione occidentale è dannosa e pericolosa. Inoltre, sempre grazie alle conversazioni che ha con esponenti del mondo culturale, François comprende che il nuovo presidente della repubblica francese, Mohammed Ben Abbes,  ha come riferimento l’ideale dell’Impero Romano, sicché vuole spostare l’asse politico della  Europa verso il sud, per annettervi la Turchia, il Marocco, l’Algeria e infine l’Egitto.

Proprio in questo momento, quando il suo Paese subisce una trasformazione così profonda e radicale, François inizia una riflessione sui motivi che indussero Huysmans alla conversione al cattolicesimo. Infatti questo autore viene considerato un esponente del naturalismo cattolico. Per questo motivo, François si reca a Poitiers in un monastero dove il grande scrittore, su cui ha scritto un saggio ponderoso, si era rifugiato. È proprio in questo luogo che François intuisce come il ritorno della religione sia una tendenza del suo tempo, che ha consentito alla fratellanza musulmana di conquistare il potere in Francia. Il presidente musulmano Ben Abbes è stato influenzato dal distributivismo, una corrente di pensiero nata nel XX secolo su impulso di Gilbert Keith Chesterton e Hilaire Belloc.

Si tratta, come apprende François nel libro, di una corrente di pensiero che propugna un modello di sviluppo alternativo sia al capitalismo sia alla democrazia liberale. Per questa corrente di pensiero è importante realizzare  una terza via, basata sulla soppressione della separazione tra capitale e lavoro. In questa parte della narrazione viene descritto il mutamento principale, dovuto al cambio di regime politico avvenuto in Francia. Dopo la permanenza nel convento di Poitiers, François rientra in Francia ed ha la sensazione di avere compreso meglio il pensiero e la poetica di Huysmans.

In questa parte del libro è bella la descrizione della condizione di solitudine in cui il protagonista si viene a trovare, dopo che la giovane donna, Myriam, con cui ha avuto una storia d’amore, lo ha lasciato, per trasferirsi in Israele, essendo di religione ebraica. A Parigi, una città il cui volto è mutato profondamente con il nuovo governo, François riceve l’incarico di curare un'edizione della opere di Huysmans per la prestigiosa collana della Pléiade da un intellettuale che lavora presso l’editore Gallimard. Bastien Lacoue, questo il nome dell’intellettuale suo amico, informa François che il rettore della Sorbona, oramai caduta sotto il dominio islamico e finanziata dai petrodollari sauditi, vuole assegnargli un incarico e lo vuole incontrare.

L’incontro, nel libro, tra François e il rettore della Sorbona Robert Rediger, è uno dei momenti più alti e profondi della intera narrazione. Bella e indimenticabile è la descrizione della casa del rettore Rediger, situata al 5 di Rue des Arenes, un quartiere elegante e storicamente importante. Nella casa del rettore della Sorbona tra François e Rediger avviene una conversazione colta e profonda, che aiuta a capire come sia potuta avvenire la fine di una civiltà, come quella del mondo moderno. Per Rediger il ritorno della religione, che spiega il trionfo in Francia dell’Islam, è dovuto alla fine del confronto ideologico, che ha dominato tutto il XX secolo, periodo storico durante il quale il comunismo si è contrapposto alla democrazia liberale.

L’universo, osserva il rettore della Sorbona islamizzata, reca la traccia evidente dell'esistenza del disegno intelligente. È per questioni di ordine metafisico e spirituale che gli uomini lottano, si confrontano e combattono  nel mondo, mettendo a rischio la propria vita. Prima dell’avvento dell’Islam in Francia, l’Europa, oramai separata dalla sua radice originaria e cristiana, somigliava ad un corpo senz'anima. Secondo il pensatore Arnold Toynbee, le civiltà non muoiono assassinate, ma, come è avvenuto nella Francia collocata nella civilissima Europa, si suicidano. Non può avere futuro una società, secondo il pensiero del rettore della Sorbona, basata sull’individualismo liberale e sulla laicità, che nega il valore della spiritualità.

Questo dialogo tra François e il rettore della Sorbona Rediger conclude questo libro. François, rassegnato e sempre più interessato allo studio delle opere di Huysmans, accetta l’invito di Rediger e ritorna ad insegnare all'università. Questo libro di Houellebecq, una distopia che richiama il grande modello letterario del romanzo di George Orwell dal titolo 1984, ha il merito di ricordarci quanto sia importante difendere i valori della società occidentale, libera, laica e tollerante. Una narrazione visionaria e terribile.

Pubblicato in: 
GN17 Anno VII 12 marzo 2015
Scheda
Autore: 
Michel Houellebecq
Titolo completo: 

Sottomissione,  trad. di Vincenzo Vega, Milano, Bompiani (collana Narratori stranieri), 2015. 252 p. € 17,50